Edilizia e urbanistica Efficienza energetica Energia

Edifici nZEB della PA: pubblicato Rapporto ENEA-FIRE

edifici nZEB della PA

La Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD, Energy Performance of Buildings Directive), recepita nella nostra legislazione dal D. L. 4 giugno 2013, n. 63, prevede che gli Stati membri provvedano affinché dal 1°gennaio 2021 tutti gli edifici di nuova costruzione siano edifici nZEB (a energia quasi zero) e a partire dal 1° gennaio 2019 gli edifici di nuova costruzione occupati da enti pubblici e di proprietà di questi ultimi siano edifici a energia quasi zero.

In questo contesto si inserisce la pubblicazione da parte dell’ENEA- Ricerca di Sistema Elettrico dello Studio “Gli Edifici nZEB nella Pubblica Amministrazione”, condotto in collaborazione con FIRE(Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia) che cerca di individuare il percorso da intraprendere per cogliere gli ardui target e scadenze previste, e di individuare le best-practice seguire da parte della PA.

La PA, nello svolgimento del proprio compito istituzionale, si vede assegnati due ruoli distinti.
– Il primo è la responsabilità della gestione immobiliare e di una serie di servizi tra i quali gli uffici pubblici (municipio, scuole inferiori e medie, piscine, strutture sanitarie, uffici ecc.), l’illuminazione pubblica e semaforica e le infrastrutture di servizio (enti locali) e i trasporti. Tali servizi possono essere forniti in maniera diretta oppure tramite un terzo al quale siano affidati.

– Il secondo ruolo riguarda la regolazione dei consumi dei cittadini che nei Paesi industrializzati per la maggior parte avvengono in città e sono strettamente correlati oltre che ai trasporti e alla climatizzazione, anche alle caratteristiche strutturali degli edifici.

Il Rapporto di ENEA e FIRE si focalizza sul primo dei due punti, procedendo, con un’analisi degli obblighi e delle opportunità connesse all’edilizia pubblica efficiente ed effettuando una ricognizione degli edifici pubblici esistenti con prestazioni energetiche meritevoli di interesse, al fine di trarne buone pratiche e suggerimenti per definire i dettagli a livello di policy (con particolare riferimento ad un caso studio), centrando l’attenzione sul comparto scolastico.

È stata in primo luogo condotta un’analisi della legislazione vigente, per meglio inquadrare il concetto di edifici nZEB, e dei potenziali legati a tali edifici, con anche un quadro della situazione a livello europeo; accanto agli obblighi si è voluto prestare attenzione alle opportunità a disposizione, procedendo ad un’analisi degli incentivi disponibili che risultano applicabili al concetto di edificio ad energia quasi zero.

Al riguardo si deve osservare che, quantunque pubblicato di recente, il Rapporto è stato svolto e completato nel 2016, pertanto la parte relativa agli incentivi non è aggiornata e non può essere utilizzata in tal senso.

Segue una ricognizione del parco di edifici della P.A. con la presentazione sintetica di alcune best-practice di edifici nZEB con l’analisi maggiormente dettagliata di un caso studio.

Infine, anche sulla base dell’analisi di alcuni dei casi presentati sinteticamente nel secondo capitolo, viene trattato il comparto scolastico, di particolare interesse sociale e che vede una forte attenzione da parte del legislatore.

La riqualificazione energetica spinta degli edifici e le nuove costruzioni efficienti saranno sempre più oggetto di attenzione da parte del legislatore, non tanto in termini di fissazione requisiti minimi, già sufficientemente ben definiti, ma di attuazione dei programmi previsti – si legge nelle conclusioni – L’analisi ha mostrato che ci sono esempi che, sebbene ancora non rappresentino la norma, possono fungere da traino, così come gli incentivi possono sensibilmente spostare le decisioni nel verso favorevole delle iniziative; si ritiene comunque che sarà necessario un duro lavoro se si vuol arrivare pronti alle scadenze da rispettare, in particolare per le riqualificazioni”.

La Commissione UE, con la Raccomandazione del 29 luglio 2016, recante “Orientamenti per la promozione degli edifici a energia quasi zero e delle migliori pratiche per assicurare che entro il 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione siano a energia quasi zero“, rivolta agli Stati membri ha ribadito che gli edifici sono elementi fondamentali per le politiche di efficienza energetica dell’Unione, in quanto rappresentano circa il 40% del consumo di energia finale, raccomandando di seguire gli orientamenti contenuti nell’allegato, che contribuiranno ad assicurare che, entro il 31 dicembre 2020, tutti gli edifici di nuova costruzione siano a energia quasi zero e aiuteranno gli Stati membri a elaborare i Piani nazionali per aumentare il numero di tale tipologia di edifici.

Gli incentivi potranno avere un ruolo rilevante nel supporto agli nZEB, specialmente in accompagnamento al Fondo nazionale per l’Efficienza Energetica le cui modalità di funzionamento e accesso sono state pubblicate il 6 marzo 2018.

I comportamenti sono un altro aspetto centrale quando si parla di edifici molto spinti in termini di prestazioni energetiche – si legge ancora nelle conclusioni – Queste sono infatti connesse ad un uso corretto del sistema edificio-impianto, per garantire il giusto ricambio di aria e la corretta regolazione dei sistemi. Ciò presuppone spesso un cambio comportamentale rispetto ad un edificio tradizionale, ad esempio nell’apertura delle finestre, nella percezione dei livelli di illuminazione e temperatura, ecc. Il rischio altrimenti è di ottenere un livello di comfort e/o di consumi lontano da quello ipotizzato. D’altro canto, parlando di edifici innovativi (non tanto nelle tecnologie e nei materiali, quanto nella diffusione) è fondamentale che siano messi in atto programmi di informazione dei professionisti e degli operatori di settore (e.g. studi di progettazione e architettura, ESCO, aziende attive nella costruzione e ristrutturazione degli immobili, ecc.), che assicurino uno scambio utile di buone pratiche e di errori di progettazione da evitare”.

Infine, “Si ritiene utile segnalare infine che a parere di FIRE maggiori benefici potrebbero ottenersi da una maggiore disponibilità di fondi di garanzia e di strumenti di risk sharing, dall’individuazione di schemi di finanziamento per soluzioni con un CAPEX limitato, e dallo sviluppo di green bonds e crowdfunding”.

Al “Sommet Climat” (One Planet Summit) di Parigi (12 dicembre 2017), il vertice organizzato dall’Ufficio di Presidenza della Repubblica francese per “Accélérer le verdissement de la finance” (Accelerare l’ecologizzazione della finanza), è stato presentato il “Global Status Report 2017 – Towards a zero-emission, efficient, and resilient buildings and construction sector”, realizzato con il coordinamento dell’UNEP (Programma Ambiente delle Nazioni Unite), dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA).

Dal Rapporto emerge che le emissioni dirette e indirette indotte dal settore degli edifici e delle costruzioni (consumo di energia per il riscaldamento e la climatizzazione, acqua calda e illuminazione; gas fluorurati, energia e gas serra “bloccati” nei materiali da costruzione) rappresentano oggi circa il 20% delle emissioni di gas serra mondiali.
Esistono numerose opportunità per sviluppare l’efficienza energetica e soluzioni low-carbon per gli edifici e le costruzioni – ha affermato nell’occasione il Direttore esecutivo dell’IEA Fatih Birol – Queste soluzioni necessitano di maggiori sforzi nell’implementazione di politiche energetiche e di incentivi per cambiare la rapidità e la scala della trasformazione

Eppure – si sottolinea nel Rapporto – la spesa totale per l’efficienza energetica nel settore edilizio rappresenta meno del 9% degli oltre 4.600 miliardi di dollari per le costruzioni e le ristrutturazioni nel 2016, e gli investimenti nell’efficienza energetica degli edifici sono spesso ancora considerati un rischio, nonostante tutte le prove che dimostrano che sono un investimento solido che può ripagarsi da sé.

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