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Donne di montagna: sfide, resilienza e potere collettivo

In occasione della Giornata Internazionale della Montagna (11 dicembre 2022) che quest’anno ha per tema “Le donne muovono le montagne”, la FAO in collaborazione con Mountain Partnership Secretariat e Feminist Hiking Collective ha pubblicato lo studio “Donne di montagna” che racconta storie di donne di 8 Paesi, tra cui l’Italia.

Le donne svolgono un ruolo chiave nella protezione dell’ambiente e nello sviluppo sociale ed economico nelle aree montane, e sono spesso i primi gestori delle risorse montane, custodi della biodiversità, dei saperi tradizionali, della cultura locale.

La crescente variabilità climatica, unita alla mancanza di investimenti nell’agricoltura di montagna e nello sviluppo rurale, ha spesso spinto gli uomini a migrare altrove in cerca di mezzi di sussistenza alternativi. Le donne hanno quindi assunto molti compiti precedentemente svolti dagli uomini, ma le donne di montagna sono spesso invisibili a causa della mancanza di potere decisionale e di un accesso non equo alle risorse.  

In quanto contadine, allevatrici, venditrici, imprenditrici, artigiane e leader di comunità, le donne e le ragazze di montagna, in particolare nelle zone rurali, hanno il potenziale per essere importanti agenti del cambiamento. Quando le donne rurali hanno accesso a risorse, servizi e opportunità, diventano una forza trainante contro la fame, la malnutrizione e la povertà rurale e sono attive nello sviluppo delle economie di montagna.  

Per innescare un vero cambiamento verso lo sviluppo sostenibile, è importante impegnarsi in un cambiamento trasformativo di genere. Per sensibilizzare sulla necessità di responsabilizzare le donne di montagna in modo che possano partecipare in modo più efficace ai processi decisionali e avere un maggiore controllo sulle risorse produttive, la Giornata Internazionale della Montagna 2022 (11 dicembre) ha per tema “Le donne muovono le montagne

Per l’occasione, la FAO, l’Agenzia dell’ONU delegata a coordinare e organizzare le celebrazioni a livello globale, ha pubblicato in collaborazione con Mountain Partnership Secretariat e Feminist Hiking Collective, membro della Mountain Partnership e della rete Mountain Women of the World, ha pubblicato “Mountain Women of the World: challenges, resilience and collective power” (Donne di montagna del mondo: sfide, resilienza e potere collettivo) che racconta le storie e dà voce alle donne di montagna, con un focus sulle aree rurali e il turismo di montagna, nell’anno (2022) proclamato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite Anno dello Sviluppo Sostenibile delle Montagne

L’uguaglianza di genere è fondamentale per il mandato della FAO di raggiungere la sicurezza alimentare per tutti aumentando i livelli di nutrizione, migliorando la produttività agricola e la gestione delle risorse naturali e migliorando la vita delle popolazioni rurali – ha dichiarato il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu  – È tempo di valorizzare le donne di montagna e rafforzare il nostro sostegno, fornendo loro l’accesso a ciò di cui hanno bisogno, in particolare alla scienza, all’innovazione, alla digitalizzazione e alla tecnologia“.

Lo Studio si basa su interviste approfondite con 313 donne di montagna di 8 Paesi (Argentina, Bolivia, Cile, Italia, Kenya, Kirghizistan, Nepal e Tanzania), impegnate in varie attività, come l’agricoltura e l’artigianato, oltre che a lavorare nel settore del turismo come guide, addette al trasporto di merci e persone, gestrici di pensioni o cuoche.

In 7 degli 8 Paesi focus si sono svolte le interviste semi-strutturate di persona, fuori o all’interno delle case delle donne di montagna, negli edifici delle organizzazioni alpinistiche nei rispettivi Paesi, o al di fuori degli spazi comunitari. In Italia le interviste sono state condotte tramite video telefonate o tramite questionario scritto.

Ai media e alle reti di comunicazione della comunità internazionale – ha dichiarato Elena Ghizzo, co-fondatrice di “Feminist Hiking Collective” – chiediamo di raccontare le nostre storie di donne di montagna come forza collettiva di resilienza”.

Lo studio ha rilevato che il lavoro delle donne di montagna è socialmente, politicamente ed economicamente invisibile nella maggior parte dei Paesi. Ottenere il riconoscimento del valore del proprio lavoro, retribuito e non, rimane una sfida per molte di loro. Le donne che lavorano in molte regioni montane hanno anche un accesso limitato ai servizi sanitari di base e all’istruzione.

Migliorare la loro vita richiede finanziamenti e una serie di politiche, tra cui garantire alle donne il diritto a risorse e servizi a parità di condizioni rispetto agli uomini e facilitare il loro accesso ai mercati locali, nazionali e internazionali attraverso la formazione e l’accesso prioritario a prestiti e altri servizi finanziari. In Italia, solo il 29% delle 17 partecipanti alla survey, che risiedono e lavorano principalmente a Trento e Belluno, ha dichiarato di avere subito discriminazioni.

Lo studio offre anche motivi di ottimismo. Tecnologie come Internet stanno consentendo alle donne di organizzarsi nelle cosiddette “reti di solidarietà” e questa tendenza è stata accelerata durante COVID-19, con il 61% delle intervistate che ha dichiarato di essersi connessa con altre donne durante la pandemia. Tra queste c’è Marzia Bortolameotti di Trento, giornalista professionista che si occupa principalmente di contenuti digitali e che ha creato un blog con lo scopo di connettere, ispirare e raccontare la montagna in chiave femminile.

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