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Banca del Clima: via libera della BEI alla roadmap per la trasformazione

La Banca Europea degli Investimenti metterà a disposizione 1.000 miliardi di euro, attraverso la Banca del Clima, da spendere entro il 2030, per progetti incentrati su clima, biodiversità e sostenibilità, allineando le attività di finanziamento dopo il 2020 all’Accordo di Parigi sul clima e all’obiettivo della neutralità climatica dell’UE entro il 2050.

Il Consiglio di Amministrazione  (un membro per ogni Paese dell’UE, più uno per la Commissione UE) della Banca Europea degli investimenti (BEI) ha dato il via libera alla tabella di marcia per trasformarsi in “Banca del Clima” (CBR).

La Banca del Clima sosterrà le azioni del Green Deal europeo e della Legge europea sul clima per rendere l’UE climaticamente neutra al 2050.

La Banca del Clima metterà a disposizione 1.000 miliardi di euro, da spendere entro il 2030, per progetti incentrati su clima, biodiversità e sostenibilità.
Tutte le attività di finanziamento dopo il 2020 saranno allineate all’Accordo di Parigi sul clima.
Oltre il 50% del finanziamento annuale entro il 2025 sarà dedicato agli investimenti verdi.
Dopo il 2022 non saranno più finanziati progetti che coinvolgono i combustibili fossili.
Saranno finanziate le tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio, le azioni di adattamento ai cambiamenti climatici e progetti per la transizione giusta.

L’attuale Strategia della BEI sul clima era stata annunciata alla Conferenza di Parigi sul clima nel 2015, ed aggiornata per allinearla con l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura globale al fine del secolo entro 1,5 °C.

Il 2021-2030 è il decennio decisivo per mobilitare i trilioni di investimenti necessari per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi e proteggere l’ambiente e la biodiversità – ha dichiarato il Vicepresidente della BEI Ambroise Fayolle, responsabile per l’azione climatica e l’ambiente – Come richiesto dal Consiglio europeo e dagli Stati membri dell’UE, sono orgoglioso di annunciare che il Gruppo BEI ha raggiunto un’importante pietra miliare nella sua trasformazione per diventare la vera e propria Banca del Clima europea. La decisione unanime dei nostri azionisti invia un segnale incoraggiante sulla capacità dell’Europa di portare avanti l’azione per il clima e la sostenibilità ambientale. La BEI si basa su un track record molto solido. È stato per anni il principale strumento europeo per il finanziamento dell’azione per il clima e siamo sulla buona strada per mantenere il nostro impegno di investire 100 miliardi di dollari tra il 2016 e il 2020. Ora il Gruppo BEI sarà la prima Banca multilaterale di sviluppo ad essere allineata a Parigi. La tabella di marcia della Banca del Clima garantisce che il Gruppo BEI fornirà un contributo decisivo a una ripresa verde dalla crisi del COVID-19, sostenendo gli obiettivi del Green Deal europeo, inclusa una transizione giusta per le regioni che dipendono da industrie ad alta intensità di carbonio e, a livello globale, sostenendo le attività di sviluppo sostenibile attraverso tutti i progetti che finanzieremo. La cooperazione è fondamentale e non vediamo l’ora di lavorare con partner in tutto il mondo. Voglio ringraziare i nostri azionisti per la cooperazione costruttiva, i miei colleghi del Gruppo BEI per il loro duro lavoro e le centinaia di parti interessate che hanno partecipato allo sviluppo della tabella di marcia della Banca del Clima”.

La tabella di marcia della Banca del Clima si concentra su 4 aree chiave:  

1) Accelerare la transizione: la tabella di marcia della banca del clima prevede il sostegno nelle aree di interesse delineate nel Green Deal europeo, dalla costruzione di una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici fino alla protezione della natura, anche al fine di rafforzare il dialogo con gli Stati membri dell’UE, nonché con i Paesi in via di sviluppo ed emergenti, e per modellare lo sviluppo del business e l’innovazione dei prodotti. Nel 2021, la BEI presenterà un Piano di adattamento (a sostegno della futura strategia di adattamento dell’UE) e una nuova politica di prestito per i trasporti (in risposta alla nuova strategia di trasporto più intelligente e sostenibile della Commissione europea).

2) Garantire una transizione giusta per tutti: il sostegno alla coesione era uno dei principi fondanti della BEI quando fu istituita nel 1958 e continua ad essere una priorità fondamentale. Il meccanismo per una transizione giusta è la pietra angolare della risposta dell’UE a questa sfida. La BEI presenterà un piano dettagliato per una transizione giusta nel 2021.

3) Sostenere le operazioni allineate a Parigi: la tabella di marcia della Banca del Clima si allineerà agli obiettivi e ai principi dell’Accordo di Parigi. Non saranno più sostenuti Investimenti specifici che espandono l’attività agricola in aree ad alto stoccaggio di carbonio, la capacità aeroportuale e nuovi impianti convenzionali ad alta intensità energetica. Inoltre, nel contesto della valutazione delle ragioni economiche per gli investimenti, la Banca utilizzerà un costo ombra rivisto e aumentato del carbonio. Ciò costituisce parte integrante di un test economico rafforzato verso nuovi progetti di infrastrutture stradali. 

4) Costruire coerenza strategica e responsabilità: l’approccio del Gruppo BEI si baserà su tre aspetti trasversali: (1) politico, per stabilire come le attività legate al clima si inseriscono nel più ampio contesto della finanza sostenibile e della sostenibilità ambientale e sociale complessiva – compreso l’allineamento con la tassonomia dell’UE; (2) trasparenza, responsabilità e garanzia della qualità; (3) sostegno istituzionale alle attività del gruppo BEI

C’è da osservare che rispetto alla proposta preliminare dello scorso anno, la roadmap allunga di un anno i tempi di interruzione dei finanziamenti ai combustibili fossili e i progetti relativi presentati riceveranno ancora sostegno fino al 2022, come pure quelli per la costruzione delle autostrade.

Anche al vertice “Finance in Common“, convocato dalla Francia, 10 Associazioni che rappresentano circa 400 banche pubbliche per lo sviluppo, oltre 2 trilioni di dollari di capacità collettiva, hanno firmato il 12 novembre 2020 una Dichiarazione con cui si impegnano a sostenere “alternative agli investimenti in combustibili fossili e a considerare modi e mezzi per ridurre questi investimenti“, ma non ci sono i tempi entro i quali saranno eliminati gli investimenti ai combustibili fossili.

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