Salute

Attività fisica: il Rapporto OMS sull’adozione del GAPPA

L’OMS ha presentato il Rapporto sullo stato globale dell’attività fisica che presenta per la prima volta una sintesi dei progressi raggiunti a livello globale e regionale verso l’attuazione delle raccomandazioni politiche delineate nel Piano d’azione globale sull’attività fisica 2018-2030 (GAPPA) per il miglioramento della quantità e la qualità dell’attività fisica di tutta la popolazione, utilizzando un quadro di monitoraggio e una serie di 29 indicatori. Il profilo dell’Italia.

Tra il 2020 e il 2030, quasi 500 milioni di persone svilupperanno malattie cardiache, obesità, diabete o altre malattie non trasmissibili (NCD) attribuibili all’inattività fisica, per un costo di 27 miliardi di dollari all’anno, qualora i Governi se i governi non intraprendano misure urgenti per incoraggiare una maggiore attività fisica tra le loro popolazioni.

È l’allarme lanciato il 19 ottobre 2022 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con la pubblicazione del Rapporto Global status report on physical activity 2022”, la prima valutazione globale dedicata ai progressi nell’attuazione delle raccomandazioni politiche del Piano d’azione globale sull’attività fisica 2018-2030 (GAPPA) per aiutare le nazioni ad avere delle Linee guida in grado di migliorare la quantità e la qualità dell’attività fisica di tutta la popolazione.

Il GAPPA è strutturato in 4 obiettivi strategici:
Costruire società attive (norme e comportamenti sociali)
Promuovere un cambio di paradigma in tutta la società attraverso l’informazione completa e incisiva, lo scambio delle conoscenze, e la maggior consapevolezza, sui molteplici benefici dell’attività fisica praticata con costanza, in base alle capacità di ciascun individuo, per tutte le età. 
Costruire ambienti di vita attivi (spazi e luoghi)
Realizzare e mantenere spazi e luoghi che permettano a tutte le persone di ogni età e status socio-economico di accedere a luoghi e spazi sicuri nelle loro città e comunità, dove poter fare attività fisica regolarmente, in base alle proprie capacità. 
– Promuovere stili di vita attivi (programmi e opportunità)
Progettare e proporre, in più contesti (scuola, lavoro, comunità…) programmi e opportunità, adatti alle diverse esigenze di vita e di età, per incoraggiare individui, famiglie e i gruppi più a rischio di inattività fisica, a sperimentarsi in stili di vita attivi e a consolidarli.  
Orientare i sistemi di governo alla promozione dell’attività fisica e della salute (leve politiche e di governo)
Garantire gli investimenti necessari per rafforzare il lavoro di gestione e di coordinamento di azioni efficaci di promozione dell’attività fisica; lavoro definito a livello internazionale, nazionale e locale.

I dati provenienti da 194 Paesi mostrano che, nel complesso, i progressi sono lenti e che si deve accelerare su sviluppo e attuazione di politiche per aumentare i livelli di attività fisica e quindi prevenire le malattie e ridurre il carico sui sistemi sanitari già sopraffatti.

Meno del 50% dei Paesi ha una politica nazionale sull’attività fisica, di cui meno del 40% è operativa.
Solo il 30% dei Paesi ha linee guida nazionali per tutte le fasce d’età.
Mentre quasi tutti i paesi segnalano un sistema per il monitoraggio dell’attività fisica negli adulti, solo il 75% la monitora tra gli adolescenti e meno del 30% quella nei bambini di età inferiore a 5 anni.
Nelle aree politiche che potrebbero incoraggiare un trasporto attivo e sostenibile, solo poco più del 40% dei Paesi dispone di standard di progettazione stradale che rendano più sicuri gli spostamenti a piedi e in bicicletta.  

Abbiamo bisogno che più Paesi aumentino l’attuazione delle politiche per aiutare le persone ad essere più attive attraverso passeggiate, ciclismo, sport e altre attività fisiche – ha affermato durante il webinar di presentazione del Rapporto, il Direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom GhebreyesusI benefici sarebbero enormi, non solo per la salute fisica e mentale degli individui, ma anche per le società, gli ambienti e le economie. Ci auguriamo che Paesi e partner utilizzino questo rapporto per costruire società più attive, più sane e più giuste per tutti“.  

Secondo l’OMS, l’onere economico dell’inattività fisica è significativo e il costo del trattamento di nuovi casi di malattie non trasmissibili (NCD) prevenibili raggiungerà quasi 300 miliardi di dollari entro il 2030, circa 27 miliardi di dollari all’anno.

Sebbene le politiche nazionali per affrontare le malattie non trasmissibili e l’inattività fisica siano aumentate negli ultimi anni, attualmente il 28% delle politiche risulta non essere finanziato o attuato. Considerato che motivare le popolazioni a combattere le malattie non trasmissibili è il “migliore acquisto”, il rapporto evidenzia che solo poco più del 50% dei Paesi ha condotto una campagna di comunicazione nazionale o organizzato eventi di attività fisica a partecipazione di massa negli ultimi due anni. La pandemia di COVID-19 non solo ha bloccato queste iniziative, ma ha anche influito sull’attuazione di altre politiche, ampliando le disuguaglianze nell’accesso e nelle opportunità di impegnarsi nell’attività fisica per molte comunità.

Il Rapporto ha rilevato è l’esistenza di lacune significative nei dati globali per tenere traccia dei progressi su importanti azioni politiche, come la fornitura di spazi pubblici aperti, la fornitura di infrastrutture per passeggiate a piedi e in bicicletta, la fornitura di sport ed educazione fisica nelle scuole.   

Ci mancano indicatori approvati a livello globale per misurare l’accesso a parchi, piste ciclabili, percorsi pedonali, anche se sappiamo che i dati esistono in alcuni Paesi – ha affermato Fiona Bull, capo dell’Unità attività fisica dell’OMS – Di conseguenza, non possiamo segnalare o tracciare la fornitura globale di infrastrutture che faciliteranno l’aumento dell’attività fisica. Può essere un circolo vizioso, nessun indicatore e nessun dato porta ad alcuna tracciabilità e responsabilità, e poi troppo spesso, a politica e investimenti. Ciò che viene misurato viene fatto e abbiamo una strada da percorrere per monitorare in modo completo e solido le azioni nazionali sull’attività fisica“.

Il rapporto invita i Paesi a dare priorità all’attività fisica come chiave per migliorare la salute e affrontare le malattie non trasmissibili, integrare l’attività fisica in tutte le politiche pertinenti e sviluppare strumenti, guida e formazione per migliorarne l’attuazione.

Fa bene alla salute pubblica e ha senso dal punto di vista economico promuovere una maggiore attività fisica per tutti – ha sottolineato Ruediger Krech, Direttore Dipartimento per la promozione della salute dell’OMS – Dobbiamo facilitare programmi inclusivi per l’attività fisica per tutti e garantire che le persone vi abbiano accesso più facilmente. Questo rapporto lancia un chiaro appello a tutti i paesi per un’azione più forte e accelerata da parte di tutte le parti interessate affinché lavorino meglio insieme per raggiungere l’obiettivo globale di una riduzione del 15% della prevalenza dell’inattività fisica entro il 2030“.

Il Rapporto è correlato dai profili dei singoli Paesi, tra cui ovviamente quello dell’Italia in cui viene riassunto lo stato di implementazione delle politiche per raggiungere gli obiettivi del GAPPA.

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