Aumentano le adesioni per una rapida entrata in vigore al massimo entro il 2017, al fine di raggiungere il picco entro il 2020 se si vuole raggiungere l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro i +1.5 °C.
Appello dei leader religiosi e spirituali per una ratifica immediata, per un aumento dei flussi di finanziamento per le azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, per abolire i sussidi alle fonti fossili e per disinvestire dai combustibili fossili e reinvestire nelle energie rinnovabili e in soluzioni low carbon.
Il 22 aprile 2016, in concomitanza con il 46° anniversario della Giornata della Terra, si svolgerà a New York presso la sede dell’ONU, nel corso di una cerimonia ad alto livello, la firma dell’Accordo di Parigi, adottato alla COP21 del dicembre scorso, che prevede, tra l’altro, il raggiungimento dell’obiettivo di mantenere i cambiamenti climatici ben al di sotto dei +2 °C e di proseguire negli sforzi verso l’obiettivo di +1,5 °C.
L’Accordo entrerà in vigore il 30° giorno successivo a quello in cui sarà ratificato (periodo di firma dal 22 aprile 2016 al 21 aprile 2017) da almeno il 55% delle Parti della Convenzione UNFCCC, rappresentative di almeno il 55% delle emissioni globali.
Inizialmente era previsto che la data di inizio dell’Accordo avvenisse nel 2020, ma il testo definitivo predisposto dalla Presidenza francese dell’UNFCC e approvato dalle Parti, “inspiegabilmente” ha lasciato cadere la clausola senza che i vari rappresentanti degli altri Paesi si “accorgessero” di tale omissione.
Per cui, a differenza del Protocollo di Kyoto che di fatto ha impiegato 4 anni prima di avere attuazione, il Paris Agreement potrebbe entrare in vigore prima del previsto.
La Segretaria esecutiva dell’UNFCCC Christiana Figueres ha ribadito recentemente che le emissioni globali devono raggiungere il picco entro il 2020 se si vuol avere qualche possibilità di limitare il riscaldamento globale entro +1,5 °C, mentre nel frattempo siamo già oltre 1 °C.
A New York sono attese le delegazioni di 155 Paesi, tra cui 40 Capi di Stato, suddivisi in due gruppi:
– Membri che hanno indicato la loro intenzione di firmare l’Accordo alla cerimonia;
– Membri che hanno indicato la loro intenzione a siglare l’accordo e depositare i loro strumenti di ratifica alla cerimonia stessa.
Ci sono Paesi grandi emettitori che stanno spingendo per la ratifica entro l’anno, tra cui USA, Cina e Canada. In particolare, il Presidente USA Barack Obama vuole conseguire tale obiettivo prima che l’eventuale vincita di un candidato del Partito Repubblicano per la Casa Bianca possa bloccarlo per 4 anni. Altri grandi inquinatori come India e Giappone avranno bisogno di più tempo per avere il via libera dai rispettivi Parlamenti.
Anche l’Unione europea non sarà in grado probabilmente di aderirvi in tempi rapidi. Trattandosi di un Accordo misto, è necessario che il Parlamento europeo confermi il suo sostegno al testo, ma prima la Commissione, su indicazione degli Stati membri, deve presentare una proposta allo stesso Parlamento, che dovrà essere discussa anche in seno al Consiglio, con il rischio che venga ratificato dopo la sua entrata in vigore, con buona pace della sua declamata “leadership climatica”.
In vista dell’evento, il 18 aprile 2016 un gruppo di 270 leader religiosi e spirituali hanno rivolto un appello per sollecitare i capi di Stato a firmare tempestivamente e ratificare l’Accordo di Parigi.
“Ognuno di noi ha una ‘responsabilità morale ad agire’, come è stato potentemente affermato nell’Enciclica di Papa Francesco e nelle dichiarazioni sui cambiamenti climatici di leader religiosi buddisti, cristiani, indù, ebrei, musulmani, sikh e altri – si legge nella Dichiarazione – Il pianeta ha già superato i livelli di sicurezza di gas serra in atmosfera. A meno che questi livelli non vengano rapidamente ridotti, si rischia di creare impatti irreversibili che mettono a grave rischio centinaia di milioni di vite umane e di tutte le specie. Le sfide che ci attendono richiedono onestà e coraggio e che tutti intraprendano azioni per ridurre le emissioni”.
Pertanto:
– si sollecitano i Governi a firmare rapidamente, a ratificare e ad attuare l’Accordo di Parigi, aumentando gli impegni di riduzione delle emissioni, in linea per mantenere l’aumento della temperatura globale a 1,5 °C al di sopra dei livelli pre-industriali;
– di insistere nella rapida riduzione delle emissioni che raggiungano un picco entro il 2020, affinché il limite 1,5 °C sia a portata di mano;
– di sostenere fortemente maggiori flussi di finanziamento, in particolare per l’adattamento e le perdite e danni;
– di interrompere rapidamente tutti i sussidi ai combustibili fossili e avviare la transizione al 100% di energie rinnovabili entro il 2050;
– di incoraggiare le comunità religiose affinché riducano le emissioni dei loro edifici, dei luoghi di lavoro e dei centri di culto e di sostenere e essere solidali con le comunità già colpite dai cambiamenti climatici;
– di invitare al disinvestimento dai combustibili fossili e di reinvestire nelle energie rinnovabili e in soluzioni low carbon.