È stata definitivamente approvata la nuova Direttiva sulla tariffazione del trasporto stradale a carico degli autoveicoli pesanti, il cui obiettivo è la riduzione dell’inquinamento e della congestione che esso genera, in particolare nelle aree urbane, e il finanziamento delle infrastrutture stradali
Con il voto del 17 febbraio 2022 del Parlamento europeo, si è concluso l’iter legislativo della nuova Direttiva relativa alla tassazione a carico di autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada per l’uso di alcune infrastrutture (Direttiva Eurobollo o Eurovignette), presentata nel 2017 dalla Commissione UE con l’obiettivo di migliorare gli incentivi per un trasporto stradale più efficiente e sostenibile.
Nell’ambito degli obiettivi del Green Deal europeo, la Commissione UE ha presentato la Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente che prevede la fissazione di un prezzo del carbonio e fornire migliori incentivi agli utenti, come le misure per garantire una tariffazione equa ed efficiente in tutti i trasporti.
Fissare il prezzo del carbonio e fornire migliori incentivi agli utenti, ad esempio perseguendo una serie completa di misure per garantire una tariffazione equa ed efficiente in tutte le modalità di trasporto devono diventare più sostenibili, con alternative verdi ampiamente disponibili e i giusti incentivi per guidare la transizione.
Nell’UE la tariffazione stradale è una scelta nazionale e gli Stati membri possono decidere se introdurla o meno sul loro territorio. Tuttavia, se decidono di riscuotere diritti di utenza devono attenersi ad alcune norme comuni stabilite nella nuova Direttiva Eurobollo. L’obiettivo è garantire che l’imposizione degli oneri stradali non risulti discriminatoria nei confronti del traffico internazionale e non provochi distorsioni della concorrenza tra gli operatori dei trasporti.
Entro il 2030 saranno eliminati gradualmente i tachigrafi per gli automezzi pesanti sulla principale rete transeuropea, a favore di mezzi di controllo basati sulla distanza, verranno introdotte norme a livello dell’UE per adeguare la tassazione dei mezzi pesanti alle emissioni di CO2 e diventerà obbligatoria per i veicoli pesanti, dopo un periodo di transizione di 4 anni, l’imposizione di oneri per i costi esterni per l’inquinamento atmosferico, a meno che ciò non comporti deviazioni involontarie del traffico.
“La nuova direttiva rappresenta un passo avanti verso un moderno sistema europeo di tariffazione stradale per finanziare e mantenere infrastrutture di buona qualità, e al contempo rispecchia meglio il principio ‘chi inquina paga’ –ha dichiarato la Commissaria UE per i Trasporti, Adina Vălean – La tariffazione stradale fa parte della nostra strategia per ridurre le emissioni dei trasporti. Le nuove norme prevedono oneri per l’uso e l’infrastruttura differenziati in base alle emissioni di CO2 e introducono un onere obbligatorio per i costi esterni per i veicoli pesanti al fine di incentivare gli utenti, gli operatori e i costruttori a scegliere soluzioni più pulite. Contribuiranno inoltre ad attenuare altri effetti del trasporto su strada costosi per la società, come gli ingorghi”.
Le norme attuali, che si applicano solo agli autocarri di peso superiore a 3,5 tonnellate, con la possibilità di esentare gli autocarri di peso inferiore a 12 tonnellate, verranno estese a tutti i veicoli pesanti e leggeri, garantendo nel contempo che gli oneri siano proporzionati all’uso e alle prestazioni ambientali a seconda del tipo di veicolo.
I sistemi di pedaggio dovrebbero includere anche l’opzione dei bolli giornalieri, evitando in tal modo discriminazioni nei confronti degli utenti stranieri. Gli Stati membri avranno la possibilità di applicare un’imposta supplementare nelle zone congestionate e sensibili, destinando le entrate derivanti da tali imposte aggiuntive allo sviluppo di alternative di trasporto sostenibili. Sono previste esenzioni dai pedaggi stradali per casi specifici, come le zone scarsamente popolate o le persone con disabilità.
La Direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione. Gli Stati membri avranno due anni di tempo dall’entrata in vigore per recepirne le disposizioni nei rispettivi diritti nazionali.