Malattie e cure Salute

Il sistema sanitario e la diversa aspettativa di vita in Italia

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di Nicoletta Canapa

Che l’aspettativa di vita non dipenda solo da fattori genetici è risaputo: alimentazione, attività fisica, istruzione e vita sociale sono fattori secondari fortemente incidenti.

L’Osservatorio sulla salute nelle regioni italiane dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma ha focalizzato l’attenzione su un altro indicatore che nel 2018 sembra essere determinante nell’analisi dell’aspettativa di vita: il sistema sanitario.

Premesso che vive più a lungo e con una migliore qualità di vita chi ha studiato di più e chi ha maggiore disponibilità economica, l’efficienza del sistema sanitario è fondamentale per poter vivere meglio e più a lungo.

A parità di istruzione e di reddito, infatti, dal Dossier dell’Osservatorio emerge quanto la diversità dell’aspettativa di vita degli italiani sia frutto delle disuguaglianze sociali.

Una parte di merito o colpa, pertanto, può essere imputabile ai sistemi sanitari regionali, dal momento che un italiano che vive al Nord e al Centro vive più a lungo di quello che risiede nel Meridione.

La sanità nel Mezzogiorno, pur con le dovute eccezioni, risulta la più costosa e la meno efficiente: per una visita oncologica a Palermo bisogna attendere 94 giorni, mentre a Venezia e Mestre non si va oltre le due settimane. Picchi in negativo e in positivo si registrano nel nostro Paese rispettivamente in Calabria Toscana. Ne deriva una differenza di aspettativa di vita addirittura di tre anni: la media si attesta infatti a 84,1 anni a Firenze e 80,7 a Caserta.

Il dato allarmante rilevato dall’Osservatorio, tuttavia, è il 69% degli italiani con un basso titolo di studio basso che sarebbe costretto a rinunciare alle prestazioni sanitarie per motivi economici.

La regione Marche è la più longeva, attestandosi al 1° posto nella classifica regionale, con una media di 83,36 anni (media nazionale 82,8), seguita dalla limitrofa Umbria (83,31) e dal Veneto (83,30).

La provincia più longeva, invece, è quella di Firenze (84,1). Pur esistendo anche al nord province con aspettativa di vita inferiore alla media nazionale (per es. Alessandria e Pavia), è innegabile che la fotografia scattata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore mostra un bel Paese spaccato in due: da una parte l’aspettativa di vita crescente di una società istruita che, godendo di un certo benessere economico, fa prevenzione e si cura; dall’altra un sistema sanitario lento e costoso, con stili di vita scorretti degli utenti a cui manca un’adeguata informazione.

Confrontando i fattori esterni, la laurea sembrerebbe essere l’elemento che allunga la vita, dal momento che sono stati individuati stretti legami tra disuguaglianze di salute e livello di istruzione: a bassi livelli di istruzioni corrisponde aspettative inferiori di vita. Semplificando, si potrebbe affermare che dove c’è povertà la salute peggiora.

Alessandro Solipaca, Direttore Scientifico dell’Osservatorio Nazionale, ha sottolineato come l’attuale società italiana, sedentaria, che abusa di alcool e fumo e con un’alimentazione per lo più sbagliata, si curi in base alla propria disponibilità economica.

Dal Dossier emerge, infatti, che l’ aspettativa di vita maggiore si registra nelle donne con laurea o diploma di scuola superiore, capaci di raggiungere gli 85,9 anni, mentre gli uomini sprovvisti della licenza media inferiore non arriverebbero a 78 anni (77,2 anni).

A parte i fanalini di coda come Campania o Sicilia – ha affermato Solipaca –abbiamo disparità innegabili anche in regioni come il Lazio o il Piemonte. Nel Lazio il deficit dipende dal numero eccessivo di ospedali a Roma: costosi e difficili da razionalizzare. I letti costano più degli ambulatori, la riconversione non decolla”.

Dati scientifici alla mano, sembra proprio che al DNA, da sempre visto come chiave di lettura della nostra longevità, debbano essere affiancati ben altri fattori che dipendono anche condizioni sociali: abitudine ad un corretto stile di vitabenessere economicolivello di istruzione e consapevolezza dell’importanza della prevenzione.

In copertina: Fonte http://goo.gl/images/kaJD6w

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