Presentato il Forum Disuguaglianze e Diversità promosso da Associazioni e mondo accademico per produrre e promuovere proposte in grado di interrompere la crescita dirompente delle disuguaglianze in Italia e delle relative negative conseguenze sullo sviluppo.
La scorsa settimana è stato presentato a Roma presso la Fondazione Lelio Basso il Forum Disuguaglianze e Diversità , promosso da 8 Associazioni (ActionAid, Caritas italiana, Cittadinanzattiva, Dedalus cooperativa sociale, Fondazione Basso, Fondazione di comunità di Messina, Legambiente, UISP, Università e Ricerca) e da 32 studiosi e ricercatori, con l’obiettivo di avviare processi virtuosi per ridurre le disuguaglianze di ricchezza, di reddito e di lavoro, nell’accesso e nella qualità dei servizi essenziali e nella partecipazione alle decisioni.
“Di fronte alla crescita smisurata delle diseguaglianze in Italia siamo convinti che è possibile sgretolare il senso comune di rassegnazione – ha spiegato il Presidente della Fondazione Basso, Franco Ippolito – Le alternative ci sono. Le disuguaglianze nascono da scelte politiche fatte negli anni passati, ma noi insieme possiamo costruire un progetto diverso”.
Le crescenti disuguaglianze hanno costituito uno degli argomenti più dibattuti all’annuale World Economic Forum di Davos (23-26 gennaio 2018) e sono state inserite tra i principali rischi che potrebbero compromettere la stabilità politica globale.
Tant’è che nell’occasione ha avuto grande risalto l’annuale Rapporto di Oxfam International che ha indicato come l’1% dei più ricchi detengano nelle loro mani il 99% della ricchezza globale, puntando il dito contro un sistema economico che remunera la ricchezza di pochi e non il lavoro… quando c’è.
Anche la Direttrice del Fondo Monetario internazionale (FMI), Christine Lagarde, riassumendo le analisi e le conclusioni del Rapporto “Inequality and Poverty across Generations in the EU”, aveva ammonito i policy makers europei presenti all’esclusivo summit svizzero sulle conseguenze di questa crescente disuguaglianza, delle quali, peraltro, si evidenziano già gli effetti con la più grande crisi politica che l’UE sta vivendo dalla sua nascita.
Se il tema delle disuguaglianze è un fenomeno crescente a livello globale ed europeo, in Italia negli ultimi anni si è acuito. L’ultimo Rapporto “Social Justice in the EU. Index Report 2017”, pubblicato a fine novembre dalla Fondazione germanica Bertelsmann, che si basa su un indice composto da 6 dimensioni (prevenzione della povertà; equità nell’istruzione; accesso al mercato del lavoro; coesione sociale e non-discriminazione; salute; giustizia intergenerazionale), pone il nostro Paese al 25° posto (ha perso una posizione rispetto allo scorso anno), al di sopra solo di Bulgaria, Romania e Grecia.
“Le diseguaglianze economiche, sociali e di riconoscimento che sono assai elevate nel nostro Paese – affermano le organizzazioni che sostengono il Forum – colpiscono in maniera particolare le donne e minacciano il futuro dei giovani. Le disuguaglianze hanno una forte dimensione territoriale, con faglie fra periferie e centri delle città, fra aree interne e urbane. Il rischio è che diseguaglianze e degrado inneschino la trappola del sottosviluppo”.
Tra i promotori del Forum Disuguaglianze Diversità, anche il Portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo sostenibile (ASviS),l’economista Enrico Giovannini, ex Presidente dell’Istat ed ex Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’economista Flavia Terribile, Presidente del Comitato per le politiche di sviluppo regionale dell’OCSE e referente del Segretariato ASviS per l’Obiettivo 10. Ridurre le disuguaglianze, e Fabrizio Barca, economista ed ex Ministro per la Coesione territoriale e coordinatore del Gruppo di lavoro per l’Obiettivo 10.
L’ASviS, alla quale aderiscono 180 organizzazioni, istituzioni e reti, è nata nel 2016 per far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza della realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, e per mobiliarli alla loro realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS).
“Bisogna smettere di pensare che l’aumento delle disuguaglianze sia l’effetto inevitabile di cambiamenti fuori del nostro controllo. Piuttosto è il risultato di scelte politiche, culturali ed economiche – ha sottolineato Barca – Abbiamo impiegato un anno a capire se eravamo d’accordo su alcuni temi fondamentali legati alla lotta alle diseguaglianze. Attraverso un confronto aperto, acceso, informato e ragionevole consideriamo uno dei nostri punti di forza la continua messa in discussione del nostro stesso operato, nella convinzione che la differenza di vedute ed esperienze sia un importante arricchimento per tutti”.
Il Forum vuole approfondire alcune tematiche più rilevanti per il contesto italiano, individuando alcuni precisi obiettivi. Ad esempio, anticipare e governare il cambiamento tecnologico, affinché i processi di automazione e robotizzazione non creino disoccupazione e mortificazione della dignità umana; oppure il ribilanciamento del potere negoziale del lavoro nel suo rapporto con gli imprenditori e la creazione di forme di partecipazione dei lavoratori al controllo delle imprese, ma anche una ridistribuzione di ricchezza nel trasferimento generazionale, grazie a misure che prevedano per ogni cittadino, al passaggio all’“età adulta”, una dotazione finanziaria che verrà ricavata dalla tassazione di eredità e donazioni oltre una certa soglia. Infine, la tutela dei piccoli risparmi, con sistemi che permettano di remunerare adeguatamente anche capitali più ridotti, che invece spesso non vedono congrui rendimenti, oltre all’istituzione di un’Agenzia per la protezione dei risparmiatori.
Le Fondazioni Charlemagne, Enel, Con il Sud, Unipolis e la LegaCoopsociali, sono i partner sostenitori, grazie ai quali il Forum avvierà i lavori con un particolare focus su quattro manifestazioni delle disuguaglianze: di ricchezza; di reddito e lavoro; nell’accesso e nella qualità dei servizi essenziali; nella partecipazione alle decisioni.