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Rapporto di Sintesi AR6: il tempo sta per scadere ma non le opzioni

È stato rilasciato dall’IPCC il Rapporto di Sintesi per i decisori politici del VI Rapporto di Valutazione (AR6) sui Cambiamenti Climatici che riepiloga in poche pagine i risultati chiave dei 6 Rapporti pubblicati durante l’attuale ciclo iniziato nel 2015, che dimostra chiaramente come sia possibile limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C con riduzioni rapide e profonde delle emissioni in tutti i settori dell’economia globale, fornendo le opzioni di mitigazione e adattamento fattibili, efficaci e a basso costo per implementarle in tutti i settori e paesi.

Le opzioni per ridurre le emissioni di gas serra e adattarsi ai cambiamenti climatici causati dall’uomo sono molteplici, fattibili ed efficaci, e sono disponibili ora.

A sottolinearlo sono gli scienziati dell’IPCC, il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici dell’ONU, che hanno presentato il 20 marzo 2023 nel corso di una Conferenza stampa online il Rapporto di sintesi (SYR) del VI Rapporto di Valutazione (AR6), approvato dopo una sessione di lavori di una settimana a Interlaken (Svizzera), che Integra e riassume i risultati dei 6 rapporti pubblicati durante l’attuale ciclo iniziato nel 2015:
– i 3 contributi dei rispettivi Gruppi di Lavoro (Le basi scientifiche; Impatti adattamento e vulnerabilità; Mitigazione dei cambiamenti climatici);
– i 3 Rapporti Speciali (Riscaldamento Globale di 1.5; Cambiamenti Climatici e Territorio; Oceani e Criosfera in un clima che cambia).

L’integrazione di un’azione climatica efficace ed equa non solo ridurrà le perdite e i danni per la natura e le persone, ma fornirà anche benefici più ampi – ha dichiarato il Presidente dell’IPCC, Hoesung LeeQuesto Rapporto di sintesi sottolinea l’urgenza di intraprendere azioni più ambiziose e dimostra che, se agiamo ora, possiamo ancora garantire un futuro sostenibile e vivibile per tutti“.

Nonostante non ci siano novità dal punto di vista scientifico, il Rapporto di sintesi si rivolge direttamente ai decisori politici per indicare la roadmap da seguire per contrastare i cambiamenti climatici e costituisce il Documento base per la Conferenza sul Clima (COP28) di Dubai (30 novembre – 12 dicembre 2023).

Nel 2018, l’IPCC aveva evidenziato la portata senza precedenti della sfida necessaria a contenere il riscaldamento entro 1,5 °C, obiettivo dell’Accordo di Parigi. Cinque anni dopo, sottolinea l’IPCC nel Comunicato – questa sfida è diventata ancora più grande a causa del continuo aumento delle emissioni di gas serra. Il ritmo e la portata di ciò che è stato fatto finora, e i piani attuali, sono insufficienti per affrontare i cambiamenti climatici. Più di un secolo di utilizzo di combustibili fossili e di uso iniquo e non sostenibile dell’energia e del suolo ha portato a un riscaldamento globale di 1,1 °C rispetto ai livelli preindustriali. Da questa situazione sono scaturiti eventi meteorologici estremi più frequenti e più intensi che hanno causato impatti sempre più pericolosi sulla natura e sulle persone in ogni regione del mondo.

Ogni aumento del riscaldamento comporta una rapida escalation di questi fenomeni. Ondate di calore più intense, precipitazioni più violente e altri fenomeni meteorologici estremi aumentano ulteriormente i rischi per la salute umana e gli ecosistemi. In ogni regione, le persone muoiono a causa di estremi di calore. L’insicurezza alimentare e idrica legata al clima è destinata ad aumentare con l’aumento del riscaldamento. Quando i rischi si combinano con altri eventi avversi, come pandemie o conflitti, diventano ancora più difficili da gestire.

Il Rapporto fornisce un focus deciso sul tema delle perdite e dei danni che stanno colpendo in modo particolare le persone e gli ecosistemi più vulnerabili, e che l’adozione di azioni corrette ora potrebbe portare a un cambiamento trasformativo essenziale per un mondo sostenibile ed equo.

 “La giustizia climatica è fondamentale perché coloro che hanno contribuito meno al cambiamento climatico sono colpiti in modo sproporzionato – ha dichiarato Aditi Mukherji, uno dei 93 autori di questo Rapporto di sintesi – Quasi la metà della popolazione mondiale vive in regioni altamente vulnerabili ai cambiamenti climatici. Nell’ultimo decennio, i decessi per inondazioni, siccità e tempeste sono stati 15 volte superiori nelle regioni altamente vulnerabili“.

In questo decennio, secondo l’IPCC, un’azione accelerata di adattamento ai cambiamenti climatici è essenziale per colmare il divario tra l’adattamento esistente e quello necessario. Nel frattempo, per contenere il riscaldamento entro 1,5 °C al di sopra dei livelli preindustriali, è necessario ridurre le emissioni di gas serra in tutti i settori in modo profondo, rapido e significativo. Le emissioni dovrebbero già diminuire e dovranno essere ridotte di quasi la metà entro il 2030, se si vuole raggiungere l’obiettivo.

La soluzione sta in uno sviluppo resiliente al clima. Ciò comporta l’integrazione di misure di adattamento ai cambiamenti climatici con azioni volte a ridurre o evitare le emissioni di gas serra, in modo da fornire benefici più ampi. Ad esempio, l’accesso all’energia e alle tecnologie pulite migliora la salute, soprattutto di donne e bambini; l’elettrificazione a basse emissioni di carbonio, gli spostamenti a piedi e in bicicletta e i trasporti pubblici migliorano la qualità dell’aria, la salute e le opportunità di lavoro e garantiscono l’equità. I benefici economici per la salute delle persone derivanti dal solo miglioramento della qualità dell’aria sarebbero all’incirca uguali, o forse addirittura superiori, ai costi per ridurre o evitare le emissioni.

Lo sviluppo resiliente al clima diventa progressivamente più impegnativo ad ogni aumento del riscaldamento. Ecco perché le scelte che verranno fatte nei prossimi anni avranno un ruolo cruciale nel decidere il nostro futuro e quello delle generazioni a venire. Per essere efficaci, queste scelte devono essere radicate nella diversità di valori, visioni del mondo e conoscenze, comprese quelle scientifiche, indigene e locali. Questo approccio faciliterà lo sviluppo resiliente al clima e consentirà di trovare soluzioni appropriate a livello locale e socialmente accettabili.

I maggiori i guadagni in termini di benessere potrebbero derivare dalla priorità di ridurre i rischi climatici per le comunità a basso reddito ed emarginate, comprese le persone che vivono negli insediamenti informali – ha sottolineato Christopher Trisos, un altro  degli autori del rapporto – L’accelerazione dell’azione per il clima sarà possibile solo se i finanziamenti aumenteranno in modo considerevole. Finanziamenti insufficienti e disallineati frenano i progressi“.

Didascalia: I percorsi di sviluppo illustrativi (dal rosso al verde) e i risultati associati (riquadro a destra) mostrano che esiste una finestra di opportunità che si restringe rapidamente per garantire un futuro vivibile e sostenibile per tutti.  (Fonte: IPCC)

Il capitale globale disponibile è sufficiente per ridurre rapidamente le emissioni di gas serra qualora fossero ridotte le barriere esistenti. Aumentare i finanziamenti agli investimenti per il clima è importante per raggiungere gli obiettivi climatici globali. I governi, attraverso finanziamenti pubblici e segnali chiari agli investitori, sono fondamentali per ridurre queste barriere. Anche gli investitori, le banche centrali e le autorità di regolamentazione finanziaria possono fare la loro parte.

Esistono misure politiche sperimentate e collaudate che possono funzionare per ottenere riduzioni profonde delle emissioni e resilienza climatica, se vengono ampliate e applicate più diffusamente. L’impegno politico, le politiche coordinate, la cooperazione internazionale, la gestione degli ecosistemi e la governance inclusiva sono tutti elementi importanti per un’azione climatica efficace ed equa.

Se la tecnologia, il know-how e le misure politiche adeguate vengono condivise e se si rendono disponibili finanziamenti adeguati, ogni comunità può ridurre o evitare i consumi ad alta intensità di carbonio. Allo stesso tempo, con investimenti significativi nell’adattamento, possiamo evitare rischi crescenti, soprattutto per i gruppi e le regioni vulnerabili.

Clima, ecosistemi e società sono interconnessi. Una conservazione efficace ed equa di circa il 30-50% del suolo terrestre, delle acque dolci e dell’oceano Terra contribuirà a garantire un pianeta sano. Le aree urbane offrono un’opportunità su scala globale per un’azione ambiziosa sul clima che contribuisca allo sviluppo sostenibile.

I cambiamenti nel settore alimentare, nel settore dell’energia elettrica, nei trasporti, nell’industria, negli edifici e nell’uso del territorio possono ridurre le emissioni di gas serra. Allo stesso tempo, possono rendere più facile per le persone condurre stili di vita a basse emissioni di carbonio, migliorando così anche la salute e il benessere. Una migliore comprensione delle conseguenze del consumo eccessivo può aiutare le persone a fare scelte più consapevoli.

I cambiamenti trasformativi hanno maggiori probabilità di successo quando c’è fiducia, quando tutti collaborano per dare priorità alla riduzione dei rischi e quando i benefici e gli oneri sono condivisi in modo equo – ha concluso Lee – Viviamo in un mondo eterogeneo in cui ognuno ha responsabilità diverse e diverse opportunità di apportare cambiamenti. Alcuni possono fare molto, mentre altri avranno bisogno di sostegno per gestire il cambiamento“.

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