Cambiamenti climatici Clima Scelti per voi

IPCC: le mezze misure sul clima non sono più un’opzione

Il Rapporto del II Gruppo di Lavoro dell’IPCC relativo agli impatti dei cambiamenti climatici su ecosistemi, biodiversità e comunità umane a livello globale e regionale, nonché a vulnerabilità, capacità e limiti del mondo naturale e delle società umane di adattarsi ai cambiamenti climatici, è un ulteriore campanello d’allarme sulle conseguenze dell’inazione.

I cambiamenti climatici indotti dall’uomo stanno causando pericolosi e diffusi sconvolgimenti nella natura e colpiscono la vita di miliardi di persone in tutto il mondo, nonostante gli sforzi per ridurre i rischi. Le persone e gli ecosistemi con minori possibilità di farvi fronte sono maggiormente colpiti.

È l’ulteriore monito che proviene dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) che, nel corso di un evento virtuale svoltosi oggi (28 febbraio 2022), ha presentato la Sintesi per i Decisori politici  del contributo del II Gruppo di Lavoro al Sesto Rapporto di Valutazione (AR6) dal titolo “Cambiamenti Climatici 2022: Impatti, Adattamento e Vulnerabilità, approvata il giorno precedente da 195 governi membri dell’IPCC, al termine di una sessione di due settimane, che valuta gli impatti dei cambiamenti climatici, esaminando gli ecosistemi, la biodiversità e le comunità umane a livello globale e regionale, nonché le vulnerabilità e le capacità e i limiti del mondo naturale e delle società umane di adattarsi ai cambiamenti climatici.

Alla sua redazione hanno contribuito 270 autori (47 autori coordinatori, 184 autori principali, 39 editori di revisione) di 67 Paesi, sono stati citati 34.000 riferimenti e sottoposti a revisione 64.418 commenti di esperti e governi.

Questo rapporto è un terribile avvertimento sulle conseguenze dell’inazione – ha affermato Hoesung Lee, Presidente dell’IPCC – Mostra che i cambiamenti climatici sono una minaccia grave e crescente per il nostro benessere e per un pianeta sano. Le nostre azioni di oggi determinano il modo in cui le persone si adattano e la natura risponde ai crescenti rischi connessi ai cambiamenti climatici. Questo rapporto riconosce l’interdipendenza tra clima, biodiversità e persone e integra le scienze naturali, sociali ed economiche in modo più forte rispetto alle precedenti valutazioni dell’IPCC. Il rapporto sottolinea l’urgenza di un’azione immediata e più ambiziosa per affrontare i rischi climatici. Le mezze misure non sono più un’opzione”.

Con un riscaldamento globale di 1,5 °C, nei prossimi due decenni il mondo affronterà molteplici rischi climatici inevitabili. Anche il superamento temporaneo di questo livello di riscaldamento provocherà ulteriori gravi impatti, alcuni dei quali saranno irreversibili. Aumenteranno i rischi per la società, inclusi quelli relativi a infrastrutture e insediamenti costieri.

L’aumento di ondate di calore, siccità e inondazioni sta già superando le soglie di tolleranza di piante e animali, causando mortalità di massa in alcune specie tra alberi e coralli. Questi eventi meteorologici estremi si stanno verificando simultaneamente, causando impatti a cascata che sono sempre più difficili da gestire. Gli eventi estremi hanno esposto milioni di persone a grave insicurezza alimentare e idrica, soprattutto in Africa, Asia, America centrale e meridionale, nelle piccole isole e nell’Artico. Per evitare una crescente perdita di vite umane, biodiversità e infrastrutture, è necessaria un’azione ambiziosa e accelerata per adattarsi ai cambiamenti climatici e, allo stesso tempo, ridurre rapidamente e profondamente le emissioni di gas serra. Ad oggi, si legge nel rapporto, i progressi sull’adattamento non sono uniformi ed è sempre più ampio il divario tra le azioni intraprese e ciò che è necessario fare per affrontare i crescenti rischi connessi ai cambiamenti climatici. Questo divario è maggiormente accentuato tra le popolazioni a basso reddito.

Ci sono soluzioni per adattarsi a un clima che cambia. Il rapporto fornisce nuovi approfondimenti sul potenziale della natura non solo per ridurre i rischi climatici, ma anche per migliorare la vita delle persone. “Ecosistemi in salute sono più resilienti di fronte ai cambiamenti climatici e forniscono servizi essenziali per la vita, come cibo e acqua – ha dichiarato il Co-presidente del Gruppo di lavoro II dell’IPCC, Hans-Otto PörtnerRipristinando gli ecosistemi degradati e conservando efficacemente ed equamente il 30-50% degli habitat terrestri, d’acqua dolce e marini, le società umane possono trarre beneficio dalla capacità della natura di assorbire e immagazzinare carbonio. In questo modo possiamo accelerare il progresso verso lo sviluppo sostenibile, ma sono essenziali finanziamenti adeguati e sostegno politico“.

Gli scienziati sottolineano che i cambiamenti climatici interagiscono con dinamiche globali quali l’uso insostenibile delle risorse naturali, la crescente urbanizzazione, le disuguaglianze sociali, le perdite e i danni da eventi estremi e la pandemia, mettendo in pericolo lo sviluppo futuro.
Il nostro lavoro di valutazione sui cambiamenti climatici mostra chiaramente che affrontare tutte queste diverse sfide coinvolge tutti – governi, settore privato, società civile – per lavorare insieme nell’ambito dei processi decisionali e degli investimenti, dare priorità alla riduzione del rischio, così come a equità e giustizia – ha sottolineato  l’altro Co-presidente del Gruppo di Lavoro II dell’IPCC, Debra RobertsIn questo modo, interessi diversi, valori diversi e visioni del mondo diverse possono essere riconciliati. Le soluzioni saranno più efficaci se sapremo mettere insieme il know-how scientifico e tecnologico e le conoscenze indigene e locali. Ogni fallimento nel raggiungimento di uno sviluppo sostenibile e climaticamente resiliente si tradurrà in un futuro non ottimale per le persone e per la natura“.

Il Rapporto fornisce una valutazione dettagliata degli impatti dei cambiamenti climatici, dei rischi e dell’adattamento nelle città, dove vive più della metà della popolazione mondiale. La salute, la vita e i mezzi di sostentamento delle persone, così come le proprietà immobiliari e le infrastrutture critiche, tra cui i sistemi energetici e di trasporto, sono sempre più colpiti dai pericoli relativi a ondate di calore, tempeste, siccità e inondazioni, così come sono sempre più colpiti dai cambiamenti a insorgenza lenta (slow-onset changes), come l’innalzamento del livello del mare.

Il Rapporto rileva che esistono crescenti evidenze sull’esistenza di iniziative di adattamento che hanno causato conseguenze non volute, per esempio distruggendo la natura, mettendo a rischio la vita delle persone o aumentando le emissioni di gas serra. Questo può essere evitato coinvolgendo tutti nella pianificazione di azioni di adattamento ai cambiamenti climatici, prestando attenzione all’equità e alla giustizia e attingendo alle conoscenze delle comunità indigene e locali.

I cambiamenti climatici costituiscono una sfida globale che richiede soluzioni locali. Per questo motivo, il contributo del Gruppo di lavoro II fornisce un’ampia gamma di informazioni regionali al fine di consentire uno sviluppo resiliente ai cambiamenti climatici., affermando chiaramente che realizzare un modello di sviluppo resiliente al clima è già adesso, agli attuali livelli di riscaldamento, una sfida complessa. Questo obiettivo sarà ancora più difficile da raggiungere se il riscaldamento globale dovesse superare la temperatura di 1,5°C. In alcune regioni, realizzare uno sviluppo resiliente ai cambiamenti climatici sarà una cosa impossibile se il riscaldamento globale dovesse superare i 2°C. Questo è un dato fondamentale del rapporto, che sottolinea l’urgenza di azione climatica, concentrandosi su equità e giustizia.

Finanziamenti adeguati, trasferimento di tecnologia, impegno politico e partnership ci conducono a un più efficace adattamento ai cambiamenti climatici e alla riduzione delle emissioni.
L’evidenza scientifica è inequivocabile: i cambiamenti climatici sono una minaccia al benessere delle persone e alla salute del pianeta – ha concluso Pörtner – Ogni ulteriore ritardo nell’azione concertata a livello globale farà perdere quella breve finestra temporale – che si sta rapidamente chiudendo – per garantire un futuro vivibile“.

In particolare per l’Europa, il Rapporto evidenzia 4 categorie di rischi-chiave, ognuna correlata al livello di riscaldamento globale e alle azioni di adattamento approntate. Se il livello di adattamento ai cambiamenti climatici rimane basso, questi rischi diventano più gravi con un riscaldamento di 2°C rispetto a un innalzamento della temperatura di 1,5°C:
ondate di calore su popolazioni e ecosistemi;
rischi per la produzione agricola;
scarsità di risorse idriche;
rischi prodotti da maggiore frequenza e intensità di inondazioni.

Il Rapporto presentato oggi, è il secondo contributo al 6° Rapporto di Valutazione dell’IPCC, dopo quello sugli aspetti fisici del sistema climatico del Gruppo di Lavoro I pubblicato lo scorso agosto, e sarà seguito in aprile 2022 da quello del Gruppo di Lavoro III sulle opzioni di mitigazione dei cambiamenti climatici.

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.