La Commissione UE ha adottato l’attesa Strategia sulla plastica che si inserisce nel processo di transizione verso un’economia più circolare e che si prefigge gli obiettivi di proteggere l’ambiente e la salute dall’inquinamento da plastica e di promuovere la crescita, l’innovazione e la creazione di nuovi posti di lavoro.
La Commissione UE ha adottato il 16 gennaio 2018 la Strategia per le Plastiche nell’ambito dell’Economia Circolare (A European Strategy for Plastics in a Circular Economy”), già preannunciata e attesa da tutti gli stakeholder, dai produttori ai cittadini, e volta a proteggere l’ambiente dall’inquinamento da plastica e a promuovere al contempo la crescita e l’innovazione, trasformando così una sfida in un programma positivo per il futuro dell’Europa.
La Strategia si inserisce nello spirito del Pacchetto sull’economia circolare del dicembre 2015, ed è stata elaborata da un Gruppo di coordinamento all’interno della Commissione UE, che ha contribuito ad individuare gli strumenti di intervento più efficaci in una vasta gamma di ambiti, e al quale hanno parte i Commissari per lo Sviluppo sostenibile, per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, per l’Ambiente, gli affari marittimi e la pesca, per il Mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le piccole e medie imprese.
Ogni anno gli europei generano 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma meno del 30 % è raccolta per essere riciclata.
Nel mondo, le materie plastiche rappresentano l’85 % dei rifiuti sulle spiagge.
Le materie plastiche raggiungono anche i polmoni e le tavole dei cittadini europei con la presenza nell’aria, nell’acqua e nel cibo di microplastiche i cui effetti sulla salute umana restano sconosciuti. Basandosi sui lavori precedenti della Commissione, la nuova Strategia europea sulla plastica affronterà la questione in modo diretto.
“Se non modifichiamo il modo in cui produciamo e utilizziamo le materie plastiche, nel 2050 nei nostri oceani ci sarà più plastica che pesci – ha dichiarato Frans Timmermans, primo Vicepresidente responsabile per lo Sviluppo sostenibile – Dobbiamo impedire che la plastica continui a raggiungere le nostre acque, il nostro cibo e anche il nostro organismo”.
Le iniziative adottate dalla Commissione si articolano come segue:
– una Comunicazione su una strategia europea sulla plastica in un’economia circolare;
– una Comunicazione sull’interazione tra le politiche in materia di sostanze chimiche, prodotti e rifiuti, accompagnata da una Relazione dei servizi della Commissione;
– un Quadro di monitoraggio per l’economia circolare, costituito da una serie di 10 indicatori chiave che coprono tutte le fasi del ciclo, misurerà i progressi compiuti nella transizione verso un’economia circolare a livello nazionale e di UE;
– una nuova Direttiva sugli impianti portuali di raccolta.
Tali misure sono integrate dalla Relazione sulle materie prime essenziali e dalla Relazione sulle oxoplastiche.
Ai sensi dei nuovi piani, gli imballaggi di plastica sul mercato dell’UE saranno riciclati al 100% entro il 2030, l’utilizzo di sacchetti di plastica monouso sarà ridotto e l’uso intenzionale di microplastiche sarà limitato (l’Italia con la Legge di Bilancio 2018 ha vietato dal 1° gennaio 2020 l’immissione in commercio di prodotti cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti microplastiche.
L’unica soluzione a lungo termine è ridurre i rifiuti di plastica riciclando e riutilizzando di più – ha sottolineato Timmermans – Si tratta di una sfida che i cittadini, le imprese e le amministrazioni pubbliche devono affrontare insieme”.
La Commissione sottolinea, inoltre, che c’è un forte interesse commerciale a modificare il modo in cui i prodotti sono progettati, realizzati, utilizzati e riciclati nell’UE e, assumendo un ruolo guida in questa transizione, l’UE potrebbe creare nuove opportunità di investimento e nuovi posti di lavoro.
La Strategia sulla plastica, secondo la Commissione, cambierà la progettazione, la realizzazione, l’uso e il riciclaggio dei prodotti nell’UE: troppo spesso il modo in cui le materie plastiche sono attualmente prodotte, utilizzate e gettate non permette di cogliere i vantaggi economici derivanti da un approccio più circolare e arreca danni all’ambiente.
Il duplice obiettivo è quello di tutelare l’ambiente e, al tempo stesso, di porre le basi per una nuova economia delle materie plastiche, in cui la progettazione e la produzione rispettano pienamente le necessità del riutilizzo, della riparazione e del riciclaggio e in cui sono sviluppati materiali più sostenibili.
L’Europa sarebbe nella posizione migliore per guidare tale transizione e questo approccio dovrebbe costituire la fonte di nuove possibilità di innovazione, competitività e creazione di posti di lavoro.
“Con la strategia sulla plastica stiamo gettando le basi per una nuova economia circolare della plastica e orientando gli investimenti in questo senso – ha concluso Jyrki Katainen, Vicepresidente responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività – In tal modo contribuiremo a ridurre i rifiuti sulla terra, nell’aria e nei mari, offrendo al contempo nuove opportunità per l’innovazione, la competitività e un’occupazione di alta qualità. L’industria europea ha la grande occasione di sviluppare una leadership mondiale nelle nuove tecnologie e materiali e i consumatori hanno la possibilità di compiere scelte consapevoli a favore dell’ambiente: è un’occasione per tutti”.
Ricordiamo che c’è tempo fino al 12 febbraio 2018 per partecipare alla Consultazione pubblica, disponibile anche in Italiano, avviata dalla Commissione UE per raccogliere pareri e dati per la preparazione del seguito da dare alla Strategia sulla plastica, in relazione ai rifiuti marini, in particolare quelli costituiti da plastica monouso e attrezzature da pesca.