Si svolgerà alla Fiera di Pordenone (15-16 febbraio 2018) la seconda edizione di AquaFarm, l’unica Manifestazione dedicata alla filiera dell’acquacoltura, che anche quest’anno abbina le tematiche del vertical farming e dell’algocoltura con un ricco programma di Conferenze, Convegni e Workshop, per far conoscere le tendenze del settore, le ricerche più innovative e le politiche attive per un comparto strategico.
Con 26 chilogrammi annui a persona di consumo di prodotti ittici pro-capite, l’Italia rimane abbondantemente sopra la media mondiale (20,3Kg) e quella europea (22,5Kg).
Lo attestano gli ultimi dati della FAO, che registrano una crescita del 2% tra il 2015 ed il 2016 e un trend positivo che prosegue, dopo la flessione corrispondente agli anni peggiori della crisi. In parallelo, prosegue l’aumento della dipendenza dall’estero.
Il WWF calcola ogni anno il momento in cui ogni Paese europeo smette di essere autosufficiente per i propri consumi ittici. Nel 2017 il campanello d’allarme per l’Italia ha suonato il 1° aprile, nel 2016 lo aveva fatto tre giorni più tardi. È un fenomeno comune a molti Paesi europei, nel complesso la UE2-8 ha esaurito la produzione interna il 6 luglio (il 13 luglio un anno prima).
La produzione da pesca continua a scendere nella UE nel suo complesso (le diverse specie di tonno e le sardine crollano a due cifre), l’acquacoltura invece continua a crescere, anche se per ora non riesce a compensare. In Italia (dati Confagricoltura) il settore cresce come numero di aziende, sono ormai 3.007 con una crescita del 2,7% rispetto al 2016. La produzione si è stabilizzata nel corso degli ultimi due anni tra le 140mila e le 150mila tonnellate, all’inizio degli anni Duemila era molto più alta.
Ci sarebbe quindi spazio per diminuire la dipendenza dall’estero, almeno per le specie allevabili nelle nostre acque. La chiave per una crescita decisa sta nella domanda interna, che per i prodotti da acquacoltura nazionale ha sempre avuto un andamento erratico. Spesso a guadagnarci sono state le importazioni da Paesi dove l’allevamento di specie ittiche non è sottoposto agli stessi controlli vigenti da noi, ma che costano all’importatore decisamente meno (quanto costino al cittadino è altro discorso).
La filiera nazionale è pronta però alla sfida, e ha scelto anche quest’anno AquaFarm come suo appuntamento di riferimento.
In programma presso Pordenone Fiere (15-16 febbraio 2018), la seconda edizione della Manifestazione è organizzata con le partnership, rinnovate ed estese, di API (Associazione Piscicoltori Italiani), AMA (Associazione Mediterranea Acquacoltori).
Soprattutto, il Programma di Conferenze, Convegni e Workshop, curato dallo Studio Comelli, struttura di professionisti specializzati nella comunicazione della sostenibilità, si avvia a rinnovare e superare in ricchezza e qualità quello già largamente lodato della prima edizione.
Aquafarm 2018 sarà caratterizzata dalla usuale tripartizione delle tematiche generali tra acquacoltura marina e d’acqua dolce, vertical farming e colture fuori suolo e alghe.
Rispetto alla scorsa edizione, sebbene le tematiche abbiano una propria chiara identità, si sono ricercate le intersezioni e le sinergie tra di esse. Per fare qualche esempio: l’acquaponica è un argomento trattato sia nell’acquacoltura che nel vertical farming; le alghe sono anche esaminate come fonte di olio, integratori e proteine per la mangimistica ittica; diversi interventi illustrano le applicazioni dl vertical farming per l’allevamento sussidiario di insetti per la produzione di farine, sempre per la mangimistica.
Maggiori dettagli su AquaFarm, sulle possibilità di partecipazione e sul programma delle conferenze, sono disponibili su www.aquafarm.show .