Agroalimentare

PAC: divario tra piani dei Paesi membri e obiettivi climatici UE

Una relazione della Corte dei conti europea (ECA) che ha valutato se i piani strategici della PAC 2023-2027 degli Stati membri costituiscano una base solida per conseguire l’obiettivo strategico di una PAC più verde, conclude sono più verdi rispetto alla precedente PAC, ma non corrispondono alle ambizioni dell’UE per il clima e l’ambiente e che mancano elementi chiave per la valutazione delle prestazioni verdi. 

Esiste un divario evidente tra gli obiettivi ambientali e climatici dell’UE e i piani agricoli elaborati dai paesi dell’UE.

È la lapidaria conclusione della Relazione speciale Common Agricultural Policy. Plans Greener, but not matching the EU’s ambitions for the climate and the environment”, pubblicata il 30 settembre 2024 dalla Corte dei conti europea (ECA) che ha valutato se i piani strategici della PAC 2023-2027 costituiscano una base solida per conseguire l’obiettivo strategico di una PAC più verde.

L’agricoltura è essenziale per garantire la sicurezza alimentare ed è vitale per l’economia delle zone rurali. Tuttavia, pur fornendo tali benefici, ha un impatto significativo sul clima e sull’ambiente. I cambiamenti climatici e le condizioni meteorologiche più estreme richiedono inoltre che gli agricoltori adattino le loro pratiche a tali condizioni. Il settore rappresenta il 13,1 % delle emissioni totali di gas a effetto serra (GES) dell’UE-27, con oltre la metà di tali emissioni che proviene dal metano emesso dal settore zootecnico, il 31 % da fertilizzanti e letame e l’11 % da cambiamenti nella destinazione dei terreni.

Emissioni nette di GES prodotte dall’agricoltura dell’UE-27 nel 2021 (Fonte: Corte dei conti europea sulla base degli inventari dei gas a effetto serra dell’UE-27 nel 2021 – EEA greenhouse gas data viewer).

La politica agricola comune (PAC) è un’area politica fondamentale dell’Unione europea, che costituisce il 31% del bilancio dell’UE. La nuova PAC 2023-2027 ha dato agli Stati maggiore flessibilità nell’applicazione di determinate norme. Ha aggiunto eco-schemi, che premiano pratiche benefiche per il clima, l’ambiente e il benessere degli animali, e ha riconfermato misure di sviluppo rurale. Entrambe erano accompagnate da requisiti per assegnare una percentuale minima di fondi a misure ambientali e climatiche, un’area in cui tutti gli Stati membri si sono conformati.

I 378,5 miliardi di euro erogati nell’ambito della PAC 2021-2027 mirano a garantire un equo sostegno al reddito degli agricoltori, la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza nelle zone rurali, ma anche a difendere l’ambiente dai danni e dai cambiamenti climatici, che possono anch’essi influire direttamente sulla produzione agricola (ad esempio a causa di condizioni meteorologiche estreme.

L’UE si è inoltre fissata obiettivi per la spesa che contribuisce a invertire il declino della biodiversità, con lo scopo di destinare agli obiettivi in materia di biodiversità il 7,5 % del bilancio totale dell’UE per il 2024, per poi raggiungere il 10 % nel 2026 e nel 2027. Sebbene non esista un obiettivo specifico di spesa della PAC per la biodiversità, la Commissione ha stimato che a quest’ultima nel 2024 verranno destinati quasi 9 miliardi di euro, pari al 17 % della spesa per la PAC.

La Corte ha esaminato approfonditamente i Piani di Irlanda, Spagna, Francia e Polonia. La selezione si è basata su: rilevanza del bilancio, equilibrio tra piani gestiti a livello nazionale e regionale e importanza delle principali sfide climatiche/ambientali in questi paesi, nonché sulla valutazione di temi specifici a livello dell’UE (ad esempio condizionalità).

La Corte ha valutato in che modo, durante il processo di approvazione, i 4 Stati membri selezionati abbiano dato seguito alle osservazioni della Commissione che invitavano a accrescere in misura sostanziale l’ambizione verde.

Gli Stati membri hanno seguito interamente o in larga misura il 57 % di suddette osservazioni, apportando modifiche ai rispettivi piani o fornendo i chiarimenti richiesti dalla Commissione. Per il restante 43 %, hanno seguito solo in parte i suggerimenti della Commissione (8 %) o hanno spiegato perché avevano mantenuto sostanzialmente la loro proposta iniziale (35 %).

Risposta degli Stati membri ai suggerimenti della Commissione per un aumento dell’ambizione verde al di là del requisito di legalità (Fonte: Corte dei conti europea, sulla base dei documenti della Commissione).

I revisori hanno riscontrato che i piani della PAC non sono ben allineati con il Green Deal, nonostante sia una delle principali politiche dell’UE per il clima e l’ambiente. Le norme non richiedono agli Stati membri di includere i contributi stimati della PAC verso gli obiettivi del Green Deal nei loro piani agricoli. Secondo i revisori, solo l’aumento dei terreni coltivati ​​biologicamente è un obiettivo misurabile e il corrispondente obiettivo del Green Deal per il 2030 sembra molto difficile da raggiungere. La loro analisi mostra che il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal dipende in larga misura da azioni esterne alla PAC.

Inoltre, i revisori sottolineano che il quadro di monitoraggio per la verifica delle prestazioni verdi della PAC è stato semplificato, ma mancano elementi chiave (ad esempio, la rendicontazione delle azioni impegnate a ridurre le emissioni non è indicativa di una riduzione effettiva).

I revisori notano che i piani della PAC non sono sostanzialmente più ecologici rispetto al periodo precedente. Inoltre, poiché alcuni requisiti di condizionalità sono stati allentati (ad esempio la rotazione delle colture per migliorare la qualità del suolo, che ora è facoltativa) in risposta alle proteste degli agricoltori nel maggio 2024, l’impatto ecologico dei piani potrebbe essere ulteriormente ridotto.

Il design verde della Politica agricola comune è migliorato -ha affermato Nikolaos Milionis, membro dell’ECA responsabile dell’audit – Tuttavia, rispetto al passato, non abbiamo visto differenze sostanziali nei piani agricoli degli Stati membri. Concludiamo che le ambizioni dell’UE per il clima e l’ambiente non sono soddisfatte a livello nazionale. Pensiamo anche che manchino elementi chiave per la valutazione delle prestazioni verdi.

Pertanto, l’ECA raccomanda alla Commissione UE di:
Promuovere gli scambi di buone pratiche “verdi” nei piani. Per estenderne l’uso nei piani, la Commissione dovrebbe promuovere scambi di buone pratiche nei regimi ecologici e delle pratiche e degli approcci chiave per affrontare meglio le sfide climatiche e ambientali a lungo termine. Raccomandano pertanto di rafforzare il quadro, in particolare stabilendo obiettivi chiari e indicatori di risultato per misurare i progressi.

Stimare il contributo della PAC al conseguimento degli obiettivi ambientali e climatici del Green Deal. Nella relazione al Parlamento europeo e al Consiglio sul contributo dei piani agli impegni dell’Unione in materia di ambiente e clima prevista entro il 31 dicembre 2025, la Commissione dovrebbe includere stime quantificate del contributo dei piani al conseguimento degli obiettivi del Green Deal.

Rafforzare il futuro quadro di monitoraggio della PAC per il clima e l’ambiente. Nel preparare la proposta per il periodo della PAC successivo al 2027, la Commissione dovrebbe tenere conto delle seguenti necessità individuate nella relazione:
a) valutare quali degli obiettivi climatici e ambientali dell’UE potrebbero essere integrati nei valori-obiettivo quantificati per la PAC e in che modo;
b) chiarire in che modo tali valori-obiettivo saranno utilizzati come criteri per valutare i documenti degli Stati membri sulla programmazione della PAC;
c) definire indicatori di risultato per monitorare i progressi compiuti nel conseguimento dei suddetti valori-obiettivo.

Immagine di copertina: foto di James Baltz su Unsplash

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