Energia Fonti fossili

Dopo anni di indecisioni, Obama dice no al petrolio “sporco” del Canada

Obama dice no al petrolio sporco del Canada

Dopo 7 anni di stop and go, l’Amministrazione Obama ha deciso di chiudere definitivamente il Dossier XL Keystone il progetto del controverso oleodotto di 2.700 km, che avrebbe dovuto trasportare 500.000 barili al giorno di petrolio estratto dalle sabbie bituminose dell’Alberta (Canada) alle raffinerie texane sul Golfo del Messico.

È stato lo stesso Presidente statunitense ad annunciare la decisione il 6 novembre 2015, nel corso di una Conferenza stampa, assieme al Vicepresidente Joe Biden e al Segretario di Stato John Kerry.

Obama ha affermato che il gasdotto “non darebbe alcun significativo contributo alla nostra economia…non avrebbe contribuito alla nostra indipendenza energetica…avrebbe minato la nostra leadership in tema di contrasto ai cambiamenti climatici”.

Con la COP21 di Parigi alle porte, il Presidente USA ha voluto mandare un forte messaggio agli altri leader mondiali di un maggior impegno nel ridurre le emissioni climalteranti, visto che il recente Rapporto UNEP ha confermato che gli impegni sottoscritti all’UNFCCC non sono sufficienti per allontanare dalle prossime generazioni gli impatti devastanti del global warming che, come affermato di recente dal climatologo James Hansen, “non è una previsione, ma l’evidenza”.

La notizia era nell’aria, dal momento che TransCanada, la Società che avrebbe voluto costruire l’oleodotto, qualche giorno prima aveva chiesto di sospendere il processo di revisione del progetto, in attesa che si concludesse l’iter oppositivo sul percorso, avanzato dallo Stato del Nebraska.

In realtà, si era trattato di un estremo tentativo di evitare una bocciatura che avrebbe precluso la possibilità di ritentare l’iniziativa in condizioni più favorevoli, se alle prossime elezioni presidenziali vincesse il candidato repubblicano, visto che la favorita per le primarie del Partito Democratico, Hillary Clinton, che nel 2010 aveva appoggiato il progetto, con una clamorosa giravolta in settembre ha cambiato atteggiamento, anche perché uno dei suoi avversari, il Senatore del Vermont Bernie Sanders, ben visto dalle Associazioni ambientaliste statunitensi, si era dichiarato, viceversa, fermamente contrario fin dall’inizio.

L’endorsement del mondo ambientalista per Sanders si è fatto sentire in modo esplicito all’indomani delle rivelazioni di InsideClimate News che ha pubblicato in settembre una serie di relazioni scientifiche commissionate dalla ExxonMobile Corp. che correlavano fin dagli anni ’70 le emissioni di CO2 in atmosfera ai cambiamenti climatici e la loro potenziale pericolosità.
Sanders, infatti, ha inviato al Dipartimento della Giustizia una lettera con la quale chiede di indagare su possibili frodi compiute dal colosso petrolifero che avrebbe taciuto al pubblico e agli azionisti la verità che conoscevano da tempo, ma “hanno diffuso la disinformazione per proteggere il suo modello economico a spese dell’intero pianeta”, paragonando tale comportamento a quello dell’industria del tabacco che ha sottaciuto per decenni i rapporti scientifici che indicavano i rischi sulla salute umana derivanti dal fumo.

In precedenza, subito dopo “Forward on Climate”, la grande Manifestazione di Washington contro l’oleodotto del febbraio 2013, Sanders aveva presentato due disegni di legge: uno contro il riscaldamento globale; l’altro per la diffusione delle energie rinnovabili.

Il fondatore di 350.org (350 ppm è il limite di concentrazione dei gas ad effetto serra per mantenere entro i +2 °C l’innalzamento della temperatura media globale alla fine del secolo) Bill McKibben, uno degli ambientalisti più influenti negli USA e che proprio a seguito della Manifestazione di Washington era stato arrestato, le aveva giudicate fondamentali perché “stabiliscono un principio molto importante ovvero che l’atmosfera appartiene a tutti e quindi a tutti noi e non all’industria dei combustibili fossili”.

McKibben, conosciuto in Italia per il suo libro “Terraa”, che è uno dei maggiori sostenitori di Sanders quale candidato alle Presidenziali, dopo l’annuncio di Obama ha dichiarato che si è trattato “di una grande vittoria, una decisione storica, un precedente importante che dovrebbe mandare un’onda di shock su tutta l’industria dei carburanti fossili“.

Sempre che alle elezioni Presidenziali non vinca il candidato repubblicano!

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