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Mercato elettrico in Italia: come cambia tra Covid e comunità energetiche

Energy & Strategy Group del POLIMI ha presentato il Rapporto 2020 sul Mercato elettrico in Italia, che fa il punto sulla sua attuale evoluzione, con particolare attenzione al nuovo assetto regolatorio e alle nuove configurazioni per la condivisione dell’energia, a partire dalle Comunità energetiche delle quali si traccia le potenzialità di positive ricadute in termini economici, energetici e ambientali, con un focus sui modelli di business.

Nel corso del Convegno “Decentralizzazione, Elettrificazione, Digitalizzazione: quali prospettive per comunità energetiche ed aggregazioni virtuali?”, tenuto in modalità online il 25 novembre 2020, è stata presentata la IV edizione dell’Electricity Market Report, l’analisi sull’evoluzione dei mercati elettrici in Italia di Energy & Strategy Group del POLIMI, con focus sul processo di apertura del Mercato per i Servizi di Dispacciamento (MSD), sulle sperimentazioni volte ad ampliare la platea di soggetti che possono offrire servizi di regolazione, e, in secondo luogo, sulle nuove configurazioni per la condivisione dell’energia (quali le Comunità energetiche rinnovabili e gli Autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente) che stanno emergendo nell’ambito dell’iter di recepimento delle Direttive comunitarie sul tema, analizzate dal punto di vista “tecnologico”, “regolatorio” e “di mercato”.

In occasione dell’edizione digitale di Key Energy 2020, una ricerca presentata da Althesys sottolineava la necessità di pensare ad una trasformazione dell’attuale mercato elettrico sia per adeguarlo ai nuovi obiettivi di decarbonizzazione europei sia per effetto della forte crescita delle rinnovabili non programmabili nel mix energetico.

Dal Rapporto sul mercato elettrico di E&S Group emerge che lo “choc” dovuto alla pandemia da Covid-19 si è abbattuto anche sul sistema elettrico. Da un lato nei mesi del primo “lockdown”, da marzo a maggio, la domanda nazionale di energia elettrica è calata del 12% rispetto allo stesso periodo del 2019, con un dimezzamento dei prezzi. Inoltre, la minore quantità di energia elettrica generata ha anticipato in maniera improvvisa uno scenario che era atteso più avanti: ovvero, il maggiore utilizzo all’interno del mix energetico di impianti alimentati da fonti rinnovabili non programmabili. Basti pensare che solo il fotovoltaico ha coperto il 13% della produzione nazionale nel mese di aprile 2020.  Al contrario, la produzione da fonti fossili è scesa dal 52% al 44% della produzione totale.

Una ricerca di aggiornamento di EMBER ha rilevato che nell’UE-27 durante la prima metà del 2020 le energie rinnovabili – eolico, solare, idroelettrico e bioenergia – hanno generato il 40% dell’elettricità, mentre i combustibili fossili il 34%

In Italia nel corso della primavera 2020, sottolinea E&S Group, sono molto aumentate le quantità scambiate all’interno del Mercato dei Servizi di Dispacciamento, dove il gestore della rete di trasmissione nazionale (Terna) si approvvigiona di parte dei servizi necessari per il corretto funzionamento del sistema elettrico, e nonostante il calo dei prezzi si è così determinato un incremento del 54% (sul 2019) del costo di gestione del sistema nel periodo marzo-maggio 2020.

Il sistema elettrico è in rapida evoluzione per via del peso sempre maggiore delle fonti rinnovabili e della progressiva dismissione di una parte del parco termoelettrico – ha dichiarato Simone Franzò di E&S Group, responsabile scientifico della ricerca, che ha presentato il Rapporto – In questo contesto, un nuovo soggetto sta emergendo con grande enfasi: le Energy Community, frutto del percorso normativo europeo avviato sulla scia del Clean Energy Package e che poggia su due direttive, la RED II e la IEM, che l’Italia è chiamata a recepire nei prossimi mesi. Il Report analizza le diverse configurazioni di Energy Community introdotte nel quadro normativo comunitario, dal punto di vista regolatorio e tecnologico ma anche sotto il profilo della sostenibilità economica e delle potenzialità di diffusione in Italia. Anche altre normative si sono perfezionate nel corso del 2020, nell’ottica di assecondare uno sviluppo sostenibile del sistema elettrico verso il 2030, anno target per gli ambiziosi obiettivi che il nostro Paese si è dato, come il 55% di copertura della domanda di elettricità da fonti rinnovabili”.

Una parte significativa della presentazione del Rapporto sul mercato elettrico è stata dedicata a “Il potenziale di sviluppo delle Energy Community in Italia: il ruolo dei player dell’energia”, con l’indicazione dei modelli di business degli operatori nella filiera.

Seppur con differenze significative tra i diversi scenari presi in considerazione, le potenzialità di mercato nel nostro Paese sono ragguardevoli. Si stima infatti che potrebbero essere coinvolte nel prossimo quinquennio (2021-2025) circa 150-300 mila utenze non residenziali ed oltre 1 milione di utenze residenziali, dando vita (nello scenario intermedio) a circa 5-10 mila configurazioni di autoconsumo collettivo e circa 20.000 Comunità Energetiche Rinnovabili.

Le ricadute associate al manifestarsi di tali iniziative fanno riferimento a:
 ricadute di tipo economico (ad esempio il volume d’affari generato per la fornitura delle componenti tecnologiche necessarie) e le ricadute fiscali, generando un volume di affaridi 4 miliardi di euro (con riferimento alle diverse tecnologie abilitanti) supportati da incentivi per 6,5 miliardi su un orizzonte di 20 anni;
ricadute di tipo energetico con il 45% della nuova potenza di fotovoltaico installata necessaria per raggiungere l’obiettivo fissato dal Piano energia e clima che prevede di arrivare al 55% di copertura della domanda da fonti rinnovabili;
ricadute di tipo ambientale, con la riduzione delle emissioni di CO2 cumulate nell’arco della vita utile dei nuovi impianti installati sarebbe intornoai 23 milioni di tonnellate come ad esempio l’incremento della generazione fotovoltaica e la conseguente riduzione delle emissioni.

Dal confronto con gli operatori è emersa una molteplicità di articolazioni del modello di business che potrebbe essere adottato per promuovere le iniziative di autoconsumo collettivo e comunità energetiche.
Sono stati identificati ed analizzati i modelli di business che possono essere adottati dai cosiddetti “soggetti terzi” o “developer” che a vario titolo possono giocare un ruolo nella creazione e gestione di una configurazione di autoconsumatori collettivi di energia rinnovabile e comunità energetiche rinnovabili, a partire dall’identificazione delle macro-attività che sono alla base della loro creazione e gestione:
Ricerca ed aggregazione dei membri;
Installazione degli asset (impianto fotovoltaico nella versione “base”; impianto fotovoltaico, accumulo e colonnine nella versione “premium”);
Fornitura tecnologie hardware e software per la gestione degli asset;
Fornitura servizi di efficienza energetica;
Abilitazione alla partecipazione al MSD.

In un contesto fortemente in divenire, secondo E&S Group,  i principali “punti fermi” appaiono i seguenti:
-tutti i modelli di business che i soggetti terzi intendono implementare coprono le attività di ricerca ed aggregazione dei membri e fornitura delle tecnologie hardware e software di gestione degli asset presenti;
tutti i modelli di business prevedono (almeno) la fornitura di tecnologie base per la generazione in loco di energia (fotovoltaico);in particolare, il modello che prevede la fornitura del solo fotovoltaico può verosimilmente trovare applicazione in una fase iniziale di sviluppo delle configurazioni di autoconsumo collettivo e comunità energetica.

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