Energia

Energia: prevale l’ottimismo nonostante l’incertezza politica

L’annuale sondaggio tra i professionisti dell’energia di DNV rivela un quadro di generale resilienza del settore nel corso del 2024, anche se l’incertezza politica, con le importanti scadenze elettorali che coinvolgeranno oltre 2 miliardi di persone, rappresenta una minaccia significativa, ed alcuni settori in particolare, come quello elettrico e delle rinnovabili, sono più pessimisti per l’aumento dei costi e le interruzioni della catena di fornitura che pongono ostacoli significativi alla fattibilità dei progetti e al ritmo della transizione energetica.

Secondo i professionisti dell’energia è l’incertezza politica la principale minaccia per la crescita del settore nel 2024, sullo sfondo di un anno record di elezioni politiche con oltre 2 miliardi di persone che si recheranno alle urne. Mentre il settore energetico nel suo insieme mantiene una prospettiva positiva, con l’aumento dei costi e le interruzioni delle catene di approvvigionamento che si stanno attenuando e con un ottimismo a breve termine per l’elettrificazione e le energie rinnovabili. Allo stesso tempo, il costo della transizione energetica rimane il principale ostacolo al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

È la sintesi del nuovo Rapporto Transforming Through Uncertainty” che DNV, uno dei principali Enti di certificazione a livello mondiale e Società di consulenza aziendale per i settori Energia, Petroli & Gas e Assicurazioni, ha pubblicato il 9 aprile 2024 e che analizza le opinioni di quasi 1.300 professionisti senior dell’energia a livello globale nei settori dell’energia, delle energie rinnovabili, del petrolio e del gas e dell’uso dell’energia industriale, per valutare la fiducia, il sentiment e le priorità per il settore nel corso dell’anno, integrato da interviste approfondite con i leader del settore.

La transizione verso un futuro energetico sostenibile non è solo auspicabile, bensì è un imperativo – ha affermato Ditlev Engel, CEO Energy Systems di DNV – I principali fattori di ottimismo includono la marcia incessante verso la decarbonizzazione e l’elettrificazione, che offre chiarezza a lungo termine in un contesto di incertezza a breve termine. Considerare questo cambiamento come una progressione necessaria è in linea con gli impegni del settore nell’ambito dell’Accordo di Parigi, rafforzando la sua determinazione a promuovere cambiamenti significativi. Di conseguenza, l’ottimismo del settore sul percorso da percorrere è ben fondato, soprattutto perché le tecnologie necessarie sono già alla nostra portata“.

Dal Rapporto emerge un ottimismo resiliente del settore energetico, nonostante una prevalente cautela. Secondo il sondaggio annuale Industry Insight di DNV, il 73% dei professionisti senior del settore energetico esprime fiducia nella traiettoria di crescita del settore, una cifra che è rimasta sostanzialmente stabile intorno al 74% dal 2022, riflettendo una posizione decisa pur in mezzo alle turbolenze.

Tuttavia, sotto questa apparente stabilità si nasconde un panorama complesso di dinamiche mutevoli. Mentre l’industria nel suo complesso mantiene una prospettiva positiva, settori specifici, come l’energia elettrica e le energie rinnovabili, hanno assistito a notevoli cali rispetto ai picchi precedenti.

L’ottimismo tra gli intervistati nel settore dell’energia elettrica è sceso dall’87% al 76% e le energie rinnovabili hanno registrato un trend simile al ribasso, dall’87% al 78%. Questo declino rispecchia un cambiamento più ampio nelle aspettative di crescita del settore, con l’aumento dei costi e le interruzioni della catena di fornitura che pongono ostacoli significativi alla fattibilità dei progetti e al ritmo della transizione energetica. In particolare, il settore dell’energia elettrica si trova ad affrontare una grave carenza di talenti qualificati, che ostacola il progresso nella transizione energetica e nelle iniziative digitali. Nel frattempo, le energie rinnovabili sono alle prese con ostacoli normativi e con l’intensificarsi della concorrenza sul mercato.

Il settore del petrolio e del gas, al contrario, sta assistendo a una ripresa della fiducia, passando dal 58% nel 2022 al 68% nel 2024 riflettendo il ruolo centrale del settore nel soddisfare la domanda energetica globale e affrontando, al contempo, la transizione verso carburanti più puliti. Anche le aziende petrolifere e del gas affermate hanno tratto vantaggio dall’espansione verso la decarbonizzazione e le energie rinnovabili.

Il prezzo dell’energia in un dato giorno può essere piuttosto variabile – ha sottolineato Arnaud Le Foll, Vicepresidente senior New business, Carbon neutrality presso TotalEnergies Exploration and ProductionQuesto è uno dei motivi per cui abbiamo mantenuto la nostra visione di business integrati. È attraverso l’integrazione che siamo rimasti forti durante i cicli del petrolio e del gas, e riteniamo che sarà altrettanto importante nel nostro business dell’elettricità”.

Il costo della transizione energetica viene indicato come il principale ostacolo al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, assieme all’incertezza politica, con quasi due terzi (62%) del settore energetico che vedono l’incertezza politica globale come la principale minaccia al successo nel 2024. Nello specifico, lo studio di DNV rivela che i potenziali cambiamenti politici sono percepiti come uno dei principali fattori di rischio. L’incertezza politica, che nel 2022 era la tredicesima preoccupazione principale, è balzata al sesto posto nel 2023.

Il 2024 segnerà un anno record per le elezioni, con oltre due miliardi di persone che si recano alle urne. La preoccupazione è più forte nelle Americhe, con il 71% dei professionisti dell’energia latino-americani e il 67% di quelli nord-americani che evidenziano come le questioni politiche siano importanti per il settore energetico globale, in particolare l’esito delle prossime elezioni negli Stati Uniti avranno un ruolo significativo per il sentiment e la pianificazione strategica del settore energetico.

Per decenni, il settore energetico ha dovuto affrontare rischi politici duraturi, evolvendo da tensioni localizzate a sfide globali che interessano ogni aspetto del settore – ha spiegato Engel – Tra prezzi fluttuanti, interruzioni nelle catene di approvvigionamento, fiducia vacillante degli investitori e regolamenti in evoluzione, le parti interessate sottolineano l’importanza di mantenere una prospettiva a lungo termine, ancorata a contratti di fornitura stabili. In questo clima di incertezza, il settore deve dimostrare resilienza, adattabilità e una visione strategica per il futuro per superare le ambiguità politiche e promuovere la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e la prosperità per tutti. Inoltre, per estendere efficacemente la transizione energetica a vari settori, è imperativo razionalizzare e standardizzare i processi. Una sfida fondamentale è garantire un sostegno normativo duraturo e una chiara visibilità sul futuro per implementare rapidamente le tecnologie esistenti”.

C’è stato anche un calo dell’ottimismo riguardo agli obiettivi di decarbonizzazione organizzativa tra gli intervistati, con la maggioranza (62%) che ritiene che i costi finanziari siano il principale ostacolo al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Il prezzo del carbonio è ancora troppo basso a livello globale, e la difficoltà politica di far sì che i consumatori di energia debbano affrontare il costo del carbonio nelle loro decisioni quotidiane è uno dei motivi per cui la transizione energetica si svilupperà più lentamente di quanto molte persone sperano – ha affermato Eirik Wærness, Vicepresidente senior e capo economista, responsabile dell’analisi esterna globale presso Equinor Quindi sono necessari meccanismi di adeguamento del carbonio alle frontiere per

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