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Mercato elettrico: da ripensare per gli obiettivi di decarbonizzazione

Nel corso di un webinar svolto sulla Piattaforma digitale di Ecomondo-Key Energy, Althesys ha presentato i risultati di uno studio secondo cui, sia per conseguire i nuovi obiettivi di decarbonizzazione al 2030 dell’UE, sia per i prezzi previsti a medio-lungo termine da eolico e fotovoltaico che non sosterrebbero gli investimenti necessari, mettendo così a rischio l’obiettivo del 55% da rinnovabili previsto nel PNIEC, sarebbe opportuno che in Italia venisse avviato quanto prima  un vero e proprio ripensamento dell’ attuale mercato elettrico

La trasformazione in atto nel settore elettrico e gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 rischiano di mettere in crisi il funzionamento del mercato elettrico come lo conosciamo oggi. Il mix delle fonti energetiche attuali e di quelle in prospettiva futura, con le fonti rinnovabili non programmabili in forte crescita per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, richiede un nuovo e diverso disegno del mercato.

È l’allarme lanciato da Althesys, la Società professionale indipendente specializzata nella consulenza strategica e nello sviluppo di conoscenza, che opera con competenze di eccellenza nei settori chiave di ambiente, energia, infrastrutture e utility, nel corso del webinar “Ripensare il mercato elettrico per la transizione energetica. Il market design alla prova della decarbonizzazione” che si è svolto il 6 novembre 2020 sulla Piattaforma digitale di Ecomondo-Key Energy.

Secondo uno studio condotto da Althesys, il nuovo market design dell’UE uscito dal Pacchetto legislativo di implementazione della Strategia “Clean Planet for All”, con le nuove regole per il mercato elettrico che saranno attuate dal 1° gennaio 2021, non risolve alcune criticità come il sostegno agli investimenti verdi, la competizione tra le diverse fonti, la presenza di incentivi, l’adeguatezza del sistema, il raccordo tra mercato a pronti e mercato a termine, la ripartizione degli oneri di sistema tra i soggetti partecipanti.

La riforma proposta dall’UE è un passo in avanti, ma non è sufficiente per evitare che i prezzi in discesa del chilowattora verde mettano a rischio gli investimenti nelle rinnovabili e la possibilità di raggiungere il 55% di energia elettrica da rinnovabili entro il 2030, obiettivo previsto dal PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima).

I dati raccolti dagli analisti di Althesys mostrano che l’incertezza sui prezzi futuri delle rinnovabili pesa fortemente sugli investimenti necessari, di durata almeno ventennale nel settore energetico. Le proiezioni sulle prospettive di medio-lungo periodo del mercato elettrico italiano, condotte con i modelli di forecast elaborati da NET – New Electricity Trends di Althesys, in collaborazione con l’Università di Pisa, mostrano dei prezzi elettrici “catturati” da eolico e fotovoltaico incompatibili con i costi prevedibili.

“I risultati delle nostre analisi – ha spiegato Alessandro Marangoni, Amministratore delegato di Althesys evidenziano che, in assenza di un nuovo market design e di adeguate policy per rinnovabili e accumuli, decarbonizzazione, sicurezza e adeguatezza del sistema elettrico sono difficilmente compatibili. I prezzi ottenibili da fotovoltaico ed eolico non sosterrebbero gli investimenti necessari. Oltre a rivedere la configurazione e i meccanismi di funzionamento del mercato, è necessario intervenire in modo deciso sul sistema di governance e sull’intera filiera delle procedure autorizzative.”

I deludenti risultati delle ultime aste FER1 – ha proseguito l’economista – mostrano chiaramente che esse sono uno dei maggiori freni agli investimenti e quindi alla decarbonizzazione. C’è uno scollamento tra la narrazione politica e la realtà con la quale gli operatori devono fare i conti tutti i giorni”.

l timore è che l’attuale disegno del mercato elettrico, figlio delle liberalizzazioni di fine anni ’90, e pensato per un mercato centralizzato con grandi impianti programmabili, porti al collasso del sistema, con prezzi sul Mercato del Giorno Prima non più in grado di remunerare le fonti intermittenti, e che il Mercato dei Servizi non sia sufficiente ad assicurare la necessaria capacità flessibile e di backup.

Sarebbe quindi a rischio l’obiettivo per il 2030 del PNIEC, che punta a soddisfare il 55% del fabbisogno elettrico da rinnovabili, con un contributo fondamentale da eolico e, soprattutto, fotovoltaico. Tanto meno, secondo Althesys, il sistema italiano sarebbe in grado di cogliere il nuovo target di decarbonizzazione del 55% al 2030 annunciato dalla Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen nel recente discorso sullo Stato dell’Unione e poi formalizzato nella Comunicazione, “Un traguardo climatico 2030 più ambizioso per l’Europa. Investire in un futuro a impatto climatico zero nell’interesse dei cittadini”, la cui valutazione di impatto (parte II) di accompagnamento della proposta indica che per raggiungere tale obiettivo bisogna “andare oltre il 60% di rinnovabili nella produzione di elettricità”.

“Ormai – ha concluso Marangoni – non si tratta più di disegnare una nuova strategia energetica nazionale (dopo SEN e PNIEC), bensì di ripensare completamente il sistema, tanto del market design elettrico che dell’assetto di governance e della catena del permitting del nostro Paese”.

Insomma, par di capire che bisogna riaprire in Italia il dibattito per una nuova riforma che guardi al lungo termine, tenendo conto delle prerogative che emergono dallo sviluppo delle tecnologie di accumulo, dalle opportunità offerte dal sector coupling e dalle comunità energetiche, nonché dalle nuove tecnologie digitali.

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