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Al 2018 il mercato delle Bioplastiche crescerà del 400%

mercato bioplastiche

Nel corso dell’European Bioplastics Conference (2-3 dicembre 2014) sono stati presentati i dati e i trend di forte espansione del settore, ma è stato anche sottolineato il rischio che l’Unione europea, pur avendo grandi potenzialità di crescita, rimanga ai margini del mercato, specialmente se il Pacchetto sull’Economia Circolare dovesse rimanere  fuori del Programma di lavoro della Commissione Juncker, come si paventa, e la revisione degli obiettivi per i rifiuti non procedesse secondo l’iter legislativo previsto.

Si è svolta a Bruxelles (2-3 dicembre 2014) IX European Bioplastics Conference che ha avuto per tema “Driving a Resource Efficient Europe” e che è stata introdotta da una key-note di Helmut Maurer della Direzione Generale Ambiente della Commissione UE, che ha sottolineato la necessità di prodotti intelligenti che facciano un uso efficiente delle risorse e che mostrino consapevolezza della necessità di ridurre la produzione dei rifiuti.

Nel corso della Conferenza, European Bioplastics, l’Associazione che rappresenta le industrie del settore in forte espansione delle plastiche biodegradabili o derivanti da materie prime rinnovabili, ha presentato i dati raccolti in collaborazione con prestigiosi partner scientifici (IFBB – Istituto per Bioplastiche e Biocompositi dell’Università delle Scienze e Arti Applicate di Hannover e la nova-Institute di Hürth – Germania) che confermano la positiva tendenza alla crescita del mercato delle bioplastiche con una previsione di aumento da circa 1,6 milioni di tonnellate nel 2013 a circa 6,7 milioni di tonnellate entro il 2018, pari ad un incremento del 400%.

L’incremento maggiore interesserà le plastiche non biodegradabili (bio-based), come il PE biobased e biobased PET (polietilene da bioetanolo), le cui capacità passeranno da 1 milione di tonn. a 5,6 milioni di tonn/an; mentre tra le plastiche a base biologica e biodegradabili (da 670.000 tonn. a 1,12 milioni di tonn/an), come principali motori di crescita, si segnalano il PLA (acido polilattico) e i biopolimeri amidacei (p.e. Mater-Bi). Inoltre, le plastiche rinnovabili e compostabili di produzione locale beneficeranno della nuova direttiva UE sulla riduzione delle borse per la spesa (shopper).

Al riguardo segnaliamo che all’indomani dell’accordo raggiunto tra Parlamento europeo e Consiglio Ue, sulla proposta per la riduzione del consumo di sacchetti leggeri in plastica, che impone ai Paesi membri di introdurre entro il 31.12.2018 una tassa sugli shopper o di ridurre entro il 31.12.2019 il consumo dei sacchetti sotto i 50 micron di spessore a 90 unità per abitante e a 40 al 31.12.2025, con una riduzione rispettivamente del 50% e del 90% rispetto ai livelli del 2010, l’European Bioplastics in un Comunicato stampa del 25 novembre 2014, pur plaudendo alle nuove misure legislative definite, ha dichiarato di condividere il giudizio espresso dal capo negoziatore del Parlamento Margrete Auken che aveva giudicato negativamente la mancata messa al bando anche degli shopper di plastica oxo-biodegradabile (polimeri a cui sono aggiunti addittivi che ne aumentano la naturale degradazione), per la quale “Questi sacchetti di plastica peggiorano il problema dei rifiuti, frammentandosi in micro plastiche che inquinano l’ambiente e ostacolano il compostaggio e il riciclaggio”.
Sarebbe stato inviato un chiaro segnale che tali sacchetti non dovrebbero essere immessi sul mercato con indicazioni fuorvianti circa la biodegradabilità – ha dichiarato François de Bie – È solo una questione di tempo. La relazione [ndr: quella sugli effetti dei sacchetti oxo-biodegradabili sull’ambiente, che la Commissione UE dovrà presentare al Parlamento europeo entro 2 anni dall’entrata in vigore della nuova Direttiva] mostrerà chiaramente che le plastiche oxo-biodegradabili non sono biodegradabili e, quindi, non si possono qualificare come una soluzione ecologica”.

Gli imballaggi, sia rigidi che flessibili, rimarranno di gran lunga il campo di applicazione migliore per le bioplastiche, ma si registra “una decisa crescita nel settore tessile, nelle applicazioni automobilistiche – ha spiegato de Bie – Le bioplastiche si stanno costantemente diffondendo nei nuovi mercati, dagli indumenti sportivi per essere maggiormente traspirabili ai tubi per carburanti”.

Per quel che attiene le aree di produzione, dai dati presentati si evidenzia che l’Asia, dove oggi si concentra il 52% dei prodotti bioplastici, salirà nel 2018 ad una quota di mercato di circa il 75%, mentre all’Europa rimarrà meno dell’8% (oggi è al 17%), il Nord America passerà dall’attuale 18% al 4,3% e il Sud America manterrà la sua quota del 12%.

Vogliamo sollecitare i legislatori europei affinché considerino e facciano buon uso dell’immenso potenziale ambientale, economico e lavorativo rappresentato dalla nostra industria – ha concluso il Presidente dell’European Bioplastics – Per questo, il Pacchetto sull’Economia Circolare deve rimanere presente all’interno del Programma di lavoro della Commissione per il 2015, e l’Analisi degli obiettivi per i rifiuti deve procedere come previsto“.

Il riferimento è evidentemente agli inviti ad accantonare il pacchetto proposto in luglio dalla Commissione Barroso sulla revisione delle 6 Direttive sui Rifiuti rivolti da BusinessEurope (la Confindustria europea guidata da Emma Marcegaglia) alla nuova Commissione Juncker, peraltro dichiaratasi già programmaticamente intenzionata a rivederlo.

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