Nel pacchetto di infrazioni del mese di settembre adottato dalla Commissione UE, l’Italia trova 5 procedure relative alle norme sui contratti di concessione autostradale, sul funzionamento del sistema dell’IVA, sulla discriminazione dei “lettori” stranieri, sulle norme in materia di telecomunicazioni e su quelle in materia di audiovisivi.
La Commissione UE ha adottato il 23 settembre 2021 il pacchetto di infrazioni del mese, dal quale emerge che nei confronti dell’Italia sono state avviate 5 procedure: 2 lettere di costituzione in mora (appalti pubblici e mobilità del lavoro) e 3 pareri motivati (fiscalità; economia digitale; media audiovisivi).
Appalti pubblici
La Commissione ha inviato al nostro Paese una lettera di costituzione in mora affinché garantisca la corretta attuazione delle norme dell’UE in materia di appalti pubblici e contratti di concessione. L’Italia ha prorogato la durata delle concessioni autostradali senza l’avvio di procedure di gara. Secondo il diritto dell’UE, la proroga di un contratto di concessione equivale a una nuova concessione che può essere aggiudicata solo mediante l’indizione di una procedura di gara competitiva. Al riguardo, la Commissione UE ricorda che la Corte di giustizia europea aveva emesso nel settembre 2019 una sentenza con cui si stabiliva che, prorogando la durata della concessione autostradale alla Società Autostrada Tirrenica p. A. senza prima indire una procedura di gara, l’Italia ha violato la Direttiva 2004/18/CE sugli appalti pubblici. A 2 anni dalla constatazione della Corte, pare che l’Italia non abbia ancora adottato le misure per garantire la tempestiva esecuzione della sentenza. Ora l’Italia dispone di due mesi per rispondere alle argomentazioni avanzate dalla Commissione. In caso contrario, la Commissione potrà decidere di deferire l’Italia alla Corte di giustizia europea.
Fiscalità
La Commissione ha inviato al nostro Paese un parere motivato per mancata notifica delle misure di recepimento nel diritto nazionale della Direttiva 2018/1910/UE sull’armonizzazione e la semplificazione di determinate norme nel sistema d’imposta sul valore aggiunto di imposizione degli scambi tra Stati membri ( Direttiva “riparazioni rapide” sull’IVA che fornisce chiarimenti e intende “risolvere rapidamente” alcune situazioni che sono state trattate in modo diverso dagli Stati membri al fine di evitare possibili doppie imposizioni o non imposizioni e rafforzare la certezza del diritto per le imprese. Le nuove disposizioni semplificano gli scambi tra Stati membri e si basano sul principio dell’imposizione nello Stato membro di destinazione. Gli Stati membri avrebbero dovuto adottare e pubblicare le disposizioni nazionali necessarie entro il 31 dicembre 2019. Se l’Italia non si attiverà entro i prossimi due mesi, la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia europea.
Mobilità del lavoro
La Commissione ha deciso di inviare all’Italia una lettera di costituzione in mora per mancato rispetto delle norme dell’UE sulla libera circolazione dei lavoratori (Regolamento (UE) n. 492/2011). Ai sensi del diritto europeo, i cittadini dell’UE che esercitano il loro diritto alla libera circolazione non devono essere discriminati a causa della loro nazionalità per quanto riguarda l’accesso al lavoro e le condizioni di lavoro. La sentenza del 2006 della Corte di giustizia europea ha affermato che la legge italiana del 2004 fornisce un quadro accettabile per la cosiddetta ricostruzione delle carriere dei docenti stranieri (‘Lettori’) nelle università italiane. Ciò significa che la legge consente di adeguare la retribuzione, l’anzianità e le relative prestazioni previdenziali a quelle di un ricercatore con contratto a tempo parziale, e gli conferisce il diritto alla restituzione a partire dall’inizio del rapporto di lavoro. Tuttavia, la legge italiana richiede la sottoscrizione di un contratto collettivo che la maggior parte delle università non ha firmato con il risultato che la maggior parte dei docenti stranieri non ha ancora ricevuto i soldi a cui ha diritto. L’Italia continua a discriminare i docenti stranieri. Il nostro Paese ha ora due mesi per affrontare le carenze individuate dalla Commissione.
Economia digitale
La Commissione ha deciso oggi di inviare un parere motivato all’Italia, e ad altri 17 Paesi membri, per non aver notificato il pieno recepimento del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche, le nuove regole che modernizzano il quadro normativo europeo, valorizzano le scelte e i diritti dei consumatori, incentivano gli operatori ad investire in reti ad altissima capacità e a favorire la diffusione della fibra e del 5G. Gli Stati membri avrebbero dovuto recepire tali norme nelle legislazioni nazionali entro il 21 dicembre 2020. Nonostante la Commissione avesse inviato lettere di costituzione in mora nel febbraio 2021, 18 Paesi membri, tra cui l’Italia, non hanno ancora notificato il completo recepimento. In caso di mancata risposta, la Commissione può deferire il caso alla Corte di giustizia europea.
Media audiovisivi
La Commissione ha inviato all’Italia, e ad altri 8Paesi membri, un parere motivato per non aver fornito informazioni sull’attuazione della Direttiva 2018/1808/UE relativa alla fornitura di servizi di media audiovisivi (AVMSD) nelle leggi nazionali. Le nuove norme che si applicano a tutti i media audiovisivi, sia alle emittenti televisive tradizionali sia ai servizi on demand, nonché alle piattaforme per la condivisione di video, mirano a creare un quadro normativo adatto all’era digitale, portando a un panorama audiovisivo più sicuro, più equo e più diversificato. Gli Stati membri avevano tempo fino al 19 settembre 2020 per recepire la direttiva e comunicare alla Commissione le misure di recepimento. A novembre 2020, aveva inviato lettere di costituzione in mora a a 23 Stati membri per non aver notificato il completo recepimento, ma 9 Paesi, tra cui l’Italia, non hanno ancora notificato il completo recepimento. Ora se entro 2 mesi la Commissione non avrà risposte, potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia europea.
Eleonora Giovannini