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Immigrati e religioni in Italia: i cristiani ortodossi superano i musulmani

immigrati e religioni in Italia

La Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità) un Centro di ricerca indipendente che conduce ricerche e offre consulenza, istruzione e formazione nel settore dell’immigrazione e dell’integrazione, ha diffuso il 27 marzo 2017 uno Studio sulle religioni degli stranieri che vivono nel nostro Paese, dal quale risulta che i più numerosi sono i cristiani ortodossi, seguiti da musulmani, concentrati soprattutto in Lombardia.

Secondo “The Twenty-third italian Report on Migrations, coordinato da Vincenzo Cesareo, Professore emerito dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Segretario generale della Fondazione, gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2017 (pari a circa 6 milioni) che professano la religione cristiana ortodossa si confermano come l’anno precedente i più numerosi (oltre 1,6 milioni, +0,7%), seguiti dai musulmani (poco più di 1,4 milioni, -0,2%) e dai cattolici (poco più di un milione, -0,1%).

Nel comunicato, la Fondazione precisa che nei conteggi non sono compresi né gli stranieri irregolari nel soggiorno o non iscritti in anagrafe, né coloro i quali hanno acquisito la cittadinanza italiana. Sono inclusi, invece, i minorenni di qualsiasi età, neonati compresi, ipotizzando per loro la medesima appartenenza religiosa dei connazionali come appurate dalle più recenti indagini regionali lombarde.

Passando alle religioni di minore importanza quantitativa, i buddisti immigrati sono stimati in 188mila (+3,5% rispetto al 1° gennaio 2016), i cristiani evangelisti in 124mila (+2,3%), gli induisti in 73mila (+0,8%), i sikh in 72mila (+0,9%), i cristiani copti in 19mila +2,1%).   Considerando anche cristiani di altre confessioni non comprese tra le principali (111mila in totale al 1° gennaio 2017, +3,8% rispetto ad inizio 2016), i cristiani (compresi i cattolici) stranieri residenti in Italia risultano in tutto 2,9 milioni, in aumento dello 0,6% nell’ultimo anno.

Anche se non includono gli immigrati non iscritti all’anagrafe, le elaborazioni ISMU mettono in mostra che il panorama delle religioni professate dagli stranieri è variegato e sfata in particolare il pregiudizio secondo cui la maggior parte degli immigrati professa l’Islam. Per quanto riguarda le provenienze, si stima che la maggior parte dei musulmani stranieri residenti provenga dal Marocco (408mila), seguito dall’Albania (206mila), dal Bangladesh (103mila), dal Pakistan (100mila), dall’Egitto (96mila), dalla Tunisia (93mila) e dal Senegal (87mila).

La regione in cui la presenza di stranieri di fede cristiana ortodossa è maggiore è la Lombardia, con 268mila presenze, seguita dal Lazio con 263mila e poi più a distanza da Veneto (174mila), Piemonte (161mila), Emilia Romagna (158mila) e Toscana (117mila).

La regione in cui vivono più stranieri residenti di fede musulmana, minorenni inclusi, è la Lombardia: sono 360mila, pari ad oltre un quarto del totale degli islamici presenti in Italia. Al secondo posto c’è l’Emilia Romagna con 178mila musulmani, al terzo il Veneto dove i musulmani sono 134mila, al quarto il Lazio con 120mila presenze appena davanti al Piemonte (117mila).

La regione italiana in cui vivono più immigrati cattolici è la Lombardia, con 273mila presenze, seguita dal Lazio (153mila), dall’Emilia Romagna (94mila), dalla Toscana (84mila), dal Veneto e dal Piemonte (76mila in entrambe le regioni).

La provincia di Milano è capolista per numero di stranieri residenti sia musulmani (115mila pari all’8,1% del totale nazionale) sia cattolici (143mila pari al 13,8% del totale nazionale), in entrambi i casi leggermente davanti a quella di Roma (che conta 98mila stranieri musulmani e 134mila stranieri cattolici). La provincia di Roma invece primeggia per numero di cristiani ortodossi (211mila, pari al 13,0% del totale nazionale), seguono le provincie di Torino (99mila) e Milano (88mila). Dopo le province di Milano e di Roma, i musulmani si concentrano soprattutto in quelle di Brescia (61mila) e Bergamo (50mila).

Il Rapporto sottolinea, inoltre, come ancora una volta nel 2017 la cosiddetta “crisi dei migranti” sia stata al centro dell’agenda politica e del dibattito in Italia. Se il numero dei migranti irregolari è diminuito drasticamente in seguito all’accordo UE-Turchia che ha fermato di fatto i flussi attraverso la rotta balcanica, la crisi dei migranti è lungi dall’essere risolta. Le profonde crisi che hanno colpito diversi Paesi sia in Africa che Medio Oriente hanno fatto leva sui flussi migratori verso l’Italia che è tornata ad essere la porta principale per l’Europa nel Mediterraneo, nonostante il costante calo degli arrivi nel 2017.

L’acuirsi dei conflitti e dell’instabilità in Paesi dell’Africa e del Medio Oriente, fa peggiorare l’insicurezza alimentare di quelle regioni che subiscono gli impatti dei cambiamenti climatici in atto, con conseguente fenomeni migratori, come ha rilevato il recente Rapporto della FAO sulle crisi alimentari globali.

Oltre alle tradizionali aree di interesse (demografia, legislazione, economia e lavoro, istruzione), il Rapporto dell’ISMU fornisce una panoramica su temi di grande attualità come la relazione tra l’UE e la migrazione, nonché i minori non accompagnati, concludendo infine con un’analisi della migrazione negli Stati Uniti.

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