Secondo un nuovo Rapporto del Centro comune di ricerca (JRC) dell’UE, le foreste “primarie” e “vetuste” che non hanno subito le interferenze dell’uomo sono ancora presenti in Europa, ma dovrebbero essere mappate adeguatamente e rigorosamente protette.
Circa 4,9 milioni di ettari di foreste dell’UE sono “primarie “e “vetuste”, seguono le dinamiche naturali, esistono nella loro condizione originale e sono in gran parte incontaminate dalle interferenze umane.
È il risultato del Studio “Mapping and assessment of primary and old-growth forests in Europe”, pubblicato dal Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione UE in occasione della Giornata Mondiale della Terra (22 aprile 2021).
Il Rapporto contribuisce all’impegno dell’UE assunto nella Strategia sulla biodiversità al 2030, per definire, mappare, monitorare e proteggere rigorosamente tutte le rimanenti foreste primarie e vetuste dell’UE. Si tratta di una raccolta di esercizi di mappatura messi in atto da vari ricercatori e organizzazioni e di informazioni statistiche riportate dagli Stati membri.
“I nostri esperti del Centro comune di ricerca hanno una vasta esperienza nel fornire informazioni rilevanti per le politiche sullo stato e sulle tendenze nelle foreste europee – ha dichiarato il Commissario UE per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Istruzione e la Goventù, Mariya Gabriel – Quest’ultimo rapporto fornisce le prove scientifiche e sottolinea le lacune di conoscenza, in modo che possiamo intraprendere le azioni giuste per proteggere questa parte più preziosa del nostro patrimonio naturale“.
Le foreste primarie e vetuste sono ecosistemi in cui i segni del passato uso da parte dell’uomo sono minimi o assenti e i processi ecologici operano in modo dinamico e con poca compromissione da parte delle influenze antropiche.
Questi ecosistemi Immagazzinano e sequestrano il carbonio, forniscono acqua dolce, regolano il clima, riducono i livelli di stress e ospitano numerose specie in via di estinzione. La loro rarità, i loro valori e la loro unicità li rendono un elemento chiave per la conservazione della natura e la mitigazione del clima. Nell’UE la distribuzione di queste foreste non è omogenea, essendo il 90% situato in Svezia, Bulgaria, Finlandia e Romania.
Sono il patrimonio naturale dell’Europa, come lo sono gli antichi templi per la nostra cultura. Sebbene 4,9 milioni di ettari possano sembrare molti, questi tipi di foreste sono in realtà rari, piccoli e frammentati, e rappresentano solo il 3% della superficie forestale totale dell’UE e l’1,2% del territorio dell’UE. Proteggerli è fondamentale per preservare la biodiversità e mitigare i cambiamenti climatici.
Il Rapporto dimostra come sia necessaria una mappatura più solida e aggiornata delle foreste primarie e antiche per proteggerle meglio, avendo rilevato un significativo “deficit di mappatura” in alcune delle regioni dell’UE, dove non è nota la loro localizzazione. Questa area non mappata ammonta a circa 4,4 milioni di ettari, un’area totale più grande delle dimensioni dei Paesi Bassi.
La maggior parte delle aree di foreste primarie e antiche che sono mappate è già in qualche modo protetta, osserva il JRC, essendo inclusa per circa il 93% nella rete di aree protette Natura 2000 e l’87% è “rigorosamente protetta”.
Lo studio include “riserve naturali rigorose“, “aree wilderness” e “parchi nazionali” e aree “rigorosamente protette”, secondo le corrispondenti categorie di gestione delle aree protette dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUNC). Tuttavia le cifre riportate, sottolineano gli autori, dovrebbero essere considerate con cautela a causa del deficit di mappatura e del quadro giuridico poco chiaro su ciò che si debba intendere per “protezione rigorosa”. Sono necessari ulteriori sforzi di mappatura a livello nazionale per catalogare in modo completo le foreste primarie e quelle di vecchia crescita nell’UE.
“Le foreste incontaminate europee sono tesori naturali che forniscono benefici all’uomo da secoli e sono vitali per la nostra salute, la biodiversità e il clima – ha affermato il Commissario UE per l’Ambiente, gli Oceani e la Pesca, Virginijus Sinkevičius – Contengono anche importanti valori storici e identitari per le comunità locali. Questo è il motivo per cui la mappatura e il monitoraggio delle rimanenti foreste primarie nell’UE è un contributo importante alla fase successiva: la loro protezione rigorosa. Accolgo con favore questa nuova relazione basata su prove che conferma il valore di queste foreste e sottolinea l’urgenza di mappare e proteggere le foreste secolari“.
Inoltre, nel Rapporto si raccomandano:
– misure di conservazione su scala paesaggistica, compresa l’identificazione di zone cuscinetto libere e la garanzia di una connettività sufficiente;
– protezione rigorosa delle rimanenti foreste primarie e vetuste;
– un efficiente sistema di monitoraggio per salvaguardare l’integrità delle foreste primarie e vetuste;
– aumentare la consapevolezza del pubblico del valore di queste foreste per le persone e per il Pianeta;
– ulteriori ricerche sulla caratterizzazione di queste foreste e pratiche di gestione appropriate.
Affinché tutto questo abbia successo, è richiesta una forte partnership fra tutte le parti coinvolte, compresi i proprietari di terreni, le organizzazioni per la conservazione della natura, le autorità locali e regionali e le comunità locali stesse.
La Commissione UE afferma che sta lavorando con esperti e le parti interessate per concordare una definizione comune di “foreste primarie e vetuste” e del regime di “protezione rigorosa” entro la fine di quest’anno.
Ricordiamo che al Consiglio europeo dello scorso marzo, il Ministro austriaco dell’Agricoltura, a nome delle delegazioni austriaca, bulgara, croata, ceca, estone, finlandese, ungherese, lettone, lituana, maltese, polacca e slovacca, ha presentato una nota “Challenges and priorities in preparation of the EU Forest Strategy post 2020” in cui si esprimono preoccupazioni sul modo in cui le diverse iniziative nell’ambito del Green Deal europeo affrontano gli aspetti legati alle foreste, che ha il potenziale per predeterminare la portata della prossima strategia forestale dell’UE dopo il 2020. Nella dichiarazione i 12 Paesi chiariscono che “concentrarsi esclusivamente sull’aumento del sequestro del carbonio e sugli aspetti relativi alla conservazione e al ripristino della biodiversità a breve termine, non è sufficiente“. Nel documento si sottolinea che “concetti e criteri vaghi devono essere evitati a livello dell’UE; aspetti in parte nuovi come ‘silvicoltura più vicina alla natura’, ‘ foreste secolari’ o ‘protezione rigorosa’ devono essere chiari e praticabili“.
In copertina: Foresta primaria nel Parco Nazionale Kalkalpen, Austria. Foto di Matthias Schickhofer, 2018 (Fonte: JRC, “Mapping and assessment of primary and old-growth forests in Europe”, 2021).