Il Governo italiano ha trasmesso alle Camere in vista delle comunicazioni del Presidente Draghi il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che dovrà essere inviato entro il 30 aprile 2021 alla Commissione UE.
Dopo il Consiglio dei Ministri, slittato alla tarda serata del 24 aprile 2021 per il colloquio intervenuto tra il Premier Mario Draghi e Ursula von der Leyen che ha di fatto superato le difficoltà nelle interlocuzioni con la Commissione UE, che ha dato il via libera al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il Governo ha trasmesso oggi (25 aprile) il relativo corposo testo al Parlamento, per essere poi inviato entro il 30 aprile 2021 a Bruxelles.
Il Piano italiano, che si inserisce all’interno del Programma Next Generation EU (NGEU), il pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dall’UE in risposta alla crisi pandemica, prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF), lo strumento chiave del NGEU.
Ulteriori 30,6 miliardi sono parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei Ministri del 15 aprile.
Il totale degli investimenti previsti è pertanto di 222,1 miliardi di euro.
Il Piano include inoltre un corposo Pacchetto di riforme, che toccano, tra gli altri, gli ambiti della pubblica amministrazione, della giustizia, della semplificazione normativa e della concorrenza.
Nel complesso, il 27% del Piano è dedicato alla digitalizzazione, il 40% agli investimenti per il contrasto al cambiamento climatico, e più del 10% alla coesione sociale.
“Per l’Italia il NGEU rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme – afferma il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi nella Premessa – L’Italia deve modernizzare la sua pubblica amministrazione, rafforzare il suo sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze. Il NGEU può essere l’occasione per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni”.
“L’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del NGEU, il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU) – prosegue Draghi – Il solo RRF garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto. L’Italia intende inoltre utilizzare appieno la propria capacità di finanziamento tramite i prestiti della RRF, che per il nostro Paese è stimata in 122,6 miliardi. Il dispositivo RRF richiede agli Stati membri di presentare un pacchetto di investimenti e riforme – il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”.
Il Piano si organizza lungo 6 missioni.
– La Prima missione, “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”, stanzia complessivamente 49,2 miliardi – di cui 40,7 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo.
I suoi obiettivi sono promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura.
Gli investimenti previsti nel piano assicurano la fornitura di banda ultra-larga e connessioni veloci in tutto il Paese.
In particolare, portano la connettività a 1 Gbps in rete fissa a circa 8,5 milioni di famiglie e a 9.000 edifici scolastici che ancora ne sono privi, e assicurano connettività adeguata ai 12.000 punti di erogazione del Servizio Sanitario Nazionale.
Viene avviato anche un Piano Italia 5G per il potenziamento della connettività mobile in aree a fallimento di mercato.
Il Piano prevede incentivi per l’adozione di tecnologie innovative e competenze digitali nel settore privato, e rafforza le infrastrutture digitali della pubblica amministrazione, ad esempio facilitando la migrazione al cloud.
Per turismo e cultura, sono previsti interventi di valorizzazione dei siti storici e di miglioramento delle strutture turistico-ricettive.
– La Seconda missione, “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, stanzia complessivamente 68,6 miliardi – di cui 59,3 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 9,3 miliardi dal Fondo.
I suoi obiettivi sono migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva.
Il Piano prevede investimenti e riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, per raggiungere target ambiziosi come il 65% di riciclo dei rifiuti plastici e il 100% di recupero nel settore tessile.
Il Piano stanzia risorse per il rinnovo del trasporto pubblico locale, con l’acquisto di bus a bassa emissione, e per il rinnovo di parte della flotta di treni per il trasporto regionale con mezzi a propulsione alternativa.
Sono previsti corposi incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica di edifici privati e pubblici. Le misure consentono la ristrutturazione di circa 50.000 edifici l’anno.
Il Governo prevede importanti investimenti nelle fonti di energia rinnovabile e semplifica le procedure di autorizzazione nel settore.
Si sostiene la filiera dell’idrogeno, e in particolare la ricerca di frontiera, la sua produzione e l’uso locale nell’industria e nel trasporto.
Il Piano investe nelle infrastrutture idriche, con l’obiettivo di ridurre le perdite nelle reti per l’acqua potabile del 15%, e nella riduzione del dissesto idrogeologico.
– La Terza missione, “Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile”, stanzia complessivamente 31,4 miliardi – di cui 25,1 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 6,3 miliardi dal Fondo.
Il suo obiettivo primario è lo sviluppo razionale di un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile e estesa a tutte le aree del Paese.
Il Piano prevede un importante investimento nei trasporti ferroviari ad alta velocità. A regime, vengono consentiti significativi miglioramenti nei tempi di percorrenza, soprattutto nel centro-sud.
Ad esempio, si risparmierà 1 ora e 30 minuti sulla tratta Napoli-Bari, 1 ora e 20 minuti sulla tratta Roma-Pescara, e 1 ora sulla tratta Palermo-Catania.
Il Governo investe inoltre nella modernizzazione e il potenziamento delle linee ferroviarie regionali, sul sistema portuale e nella digitalizzazione della catena logistica.
– La Quarta missione, “Istruzione e Ricerca”, stanzia complessivamente 31,9 miliardi di euro – di cui 30,9 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 1 miliardo dal Fondo.
Il suo obiettivo è rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico.
Il Piano investe negli asili nido, nelle scuole materne, nei servizi di educazione e cura per l’infanzia. Crea 152.000 posti per i bambini fino a 3 anni e 76.000 per i bambini tra i 3 e i 6 anni.
Il Governo investe nel risanamento strutturale degli edifici scolastici, con l’obiettivo di ristrutturare una superficie complessiva di 2.400.000 m2.
Inoltre, si prevede una riforma dell’orientamento, dei programmi di dottorato e dei corsi di laurea, ad esempio con l’aggiornamento della disciplina dei dottorati e un loro aumento di circa 3.000 unità.
Si sviluppa l’istruzione professionalizzante e si rafforza la filiera della ricerca e del trasferimento tecnologico.
– La Quinta missione, “Inclusione e Coesione”, stanzia complessivamente 22,4 miliardi – di cui 19,8 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,6 miliardi dal Fondo.
Il suo obiettivo è facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione, rafforzare le politiche attive del lavoro e favorire l’inclusione sociale.
Il Governo investe nello sviluppo dei centri per l’impiego e nell’imprenditorialità femminile, con la creazione di un nuovo Fondo Impresa Donna.
Si rafforzano i servizi sociali e gli interventi per le vulnerabilità, ad esempio con interventi dei Comuni per favorire una vita autonoma alle persone con disabilità.
Sono previsti investimenti infrastrutturali per le Zone Economiche Speciali e interventi di rigenerazione urbana per le periferie delle città metropolitane.
– La Sesta missione, “Salute”, stanzia complessivamente 18,5 miliardi, di cui 15,6 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,9 miliardi dal Fondo.
Il suo obiettivo è rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure.
Il Piano investe nell’assistenza di prossimità diffusa sul territorio e attiva 1.288 Case di comunità e 381 Ospedali di comunità.
Si potenzia l’assistenza domiciliare per raggiungere il 10% della popolazione con più di 65 anni, la telemedicina e l’assistenza remota, con l’attivazione di 602 Centrali Operative Territoriali.
Il Governo investe nell’aggiornamento del parco tecnologico e delle attrezzatture per diagnosi e cura, con l’acquisto di 3.133 nuove grandi attrezzature, e nelle infrastrutture ospedaliere, ad esempio con interventi di adeguamento antisismico.
Il Piano rafforza l’infrastruttura tecnologica per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati, inclusa la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico.
Il Piano prevede un ambizioso programma di riforme, per facilitare la sua attuazione e contribuire alla modernizzazione del Paese e all’attrazione degli investimenti.
La riforma della Pubblica Amministrazione affronta i problemi dell’assenza di ricambio generazionale, di scarso investimento sul capitale umano e di bassa digitalizzazione.
Il Piano prevede investimenti in una piattaforma unica di reclutamento, in corsi di formazione per il personale e nel rafforzamento e monitoraggio della capacità amministrativa.
La riforma della giustizia interviene sull’eccessiva durata dei processi e intende ridurre il forte peso degli arretrati giudiziari.
Il Piano prevede assunzioni mirate e temporanee per eliminare il carico di casi pendenti e rafforza l’Ufficio del Processo.
Sono previsti interventi di revisione del quadro normativo e procedurale, ad esempio un aumento del ricorso a procedure di mediazione e interventi di semplificazione sui diversi gradi del processo.
Il Piano prevede inoltre interventi di semplificazione per la concessione di permessi e autorizzazioni, e sul codice degli appalti per garantire attuazione e massimo impatto agli investimenti.
Il Piano include anche riforme a tutela della concorrenza come strumento di coesione sociale e crescita economica. I tempi di queste riforme, che vanno dai servizi pubblici locali a energia elettrica e gas, sono stati pensati tenendo conto delle attuali condizioni dovute alla pandemia.
Secondo il Governo, il PNRR avrà un impatto significativo sulla crescita economica e della produttività, con la previsione che nel 2026 il PIL sarà del 3,6% più alto rispetto allo scenario di base. Nell’ultimo triennio dell’orizzonte temporale (2024-2026), l’occupazione sarà più alta del 3,2%.
Il Piano destina 82 miliardi al Mezzogiorno su 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio, per una quota dunque del 40%.
In particolare, gli investimenti nelle infrastrutture e nella mobilità sostenibile al Sud sono pari 14,5 miliardi, il 53% del totale, e intervengono sull’alta velocità, sul sistema portuale e sulla viabilità nell’Italia interna.
Sono stanziati 8,8 miliardi per interventi di inclusione e coesione al Sud, pari al 39% del totale, e 14,6 miliardi per misure nell’istruzione e la ricerca, pari al 46%.
Questi includono la creazione di nuovi asili, un incremento delle infrastrutture sociali, e politiche per il lavoro.
Il PNRR contribuisce a ridurre il divario tra il Mezzogiorno e il resto del Paese.
L’impatto complessivo del PNRR sul PIL nazionale fino al 2026 è stimato in circa il 16%. Per il sud, l’impatto previsto è del 24%.
Il Piano prevede inoltre un investimento significativo sui giovani e le donne.
Una nuova strategia di politiche per l’infanzia è cruciale per invertire il declino di fecondità e natalità.
I giovani beneficiano dei progetti nei campi dell’istruzione e della ricerca; del ricambio generazionale nella pubblica amministrazione; e del rafforzamento del Servizio Civile Universale.
Per i ragazzi e le ragazze, sono stanziati fondi per l’estensione del tempo pieno scolastico e per il potenziamento delle infrastrutture sportive a scuola.
In particolare, è promossa l’attività motoria nella scuola primaria, anche in funzione di contrasto alla dispersione scolastica.
Per quanto riguarda le donne, il Piano prevede misure di sostegno all’imprenditoria femminile e investimenti nelle competenze tecnico-scientifiche delle studentesse.
Inoltre, l’ampliamento dell’offerta di asili, il potenziamento della scuola per l’infanzia e il miglioramento dell’assistenza ad anziani e disabili aiuteranno indirettamente le donne, che spesso devono sostenere la maggior parte del carico assistenziale delle famiglie.
Per perseguire le finalità relative alle pari opportunità – generazionali e di genere – il Governo intende inserire per le imprese che parteciperanno ai progetti finanziati dal NGEU previsioni dirette a condizionare l’esecuzione dei progetti all’assunzione di giovani e donne.
I criteri sono definiti tenendo conto dell’oggetto del contratto; della tipologia e della natura del singolo progetto.
La governance del Piano prevede una responsabilità diretta dei Ministeri e delle Amministrazioni locali per la realizzazione degli investimenti e delle riforme entro i tempi concordati, e per la gestione regolare, corretta ed efficace delle risorse.
È previsto un ruolo significativo degli enti territoriali, a cui competono investimenti pari a oltre 87 miliardi di euro.
Il Ministero dell’economia e delle finanze monitora e controlla il progresso nell’attuazione di riforme e investimenti e funge da unico punto di contatto con la Commissione UE.
“L’Italia deve combinare immaginazione, capacità progettuale e concretezza – conclude il Presidente del Consiglio dei Ministri – per consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale”.
Marcella Garaffa