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Emergenza climatica: l’invito dell’ONU ai giovani a mantenere alta l’attenzione

Negli ultimi giorni il Segretario ONU e la Segretaria UNFCCC hanno ribadito l’importante ruolo che i giovani rivestono in questa fase per mantenere alto il livello di attenzione dei Governi sulla emergenza climatica.

Le generazioni più anziane hanno omesso di affrontare correttamente la emergenza climatica, mentre i giovani stanno affrontando la sfida ed assumono l’iniziativa per rallentare il ritmo distruttivo del riscaldamento globale”.

Così si è espresso il Segretario delle Nazioni Unite António Guterres intervenendo alla Giornata conclusiva della Conferenza mondiale dei Ministri responsabili della gioventù 2019 e del Forum della gioventù Lisboa +21 ( Lisbona, 21-23 giugno 2019).

Il summit si è svolto a 21 anni dall’adozione della Dichiarazione di Lisbona sulle politiche e i programmi giovanili e ha offerto ai Governi nazionali la possibilità di parlare dei progressi realizzati direttamente con i giovani, nonché di introdurre nuovi approcci per responsabilizzare i giovani nella politica e nel processo decisionale.

Basandosi sul dibattito che si sta svolgendo da alcuni mesi circa la minaccia esistenziale posta dai cambiamenti climatici, peraltro evidenziata dall’impegno assunto dai Governi alla Conferenza sul Clima di Parigi (2015), dove è stato siglato l’Accordo per fare ogni sforzo per mantenere l’aumento della temperatura media globale alla fine del secolo al di sotto di 1,5 °C, il Segretario generale ONU ha affermato che “non è sufficiente ascoltare i giovani e dar loro un posto al tavolo, abbiamo bisogno di prendere posto al loro tavolo“.

Attraverso le azioni ispirate da giovani leader come la svedese Greta Thunberg che ha tenuto discorsi sulla necessità di un’azione immediata per il clima, Guterres ha affermato che “gli studenti hanno compreso questa emergenza meglio dei leader globali. Sanno che la finestra delle opportunità si sta chiudendo e sono determinati a combattere questa minaccia e stanno già facendo una grande differenza“.

Proprio sabato 22 giugno 2019 a New York dove si è svolta la manifestazione di Extinction Rebellion per protestare contro i media che non informerebbero adeguatamente sulla “emergenza climatica” in modo che “le persone possano iniziare a sollecitare risposte più radicali“, la polizia ha fermato 67 attivisti e tratto in arresto altri 3, responsabili di aver appeso triscioni sul palazzo del New York Times a Midtown Manhattan e sul capolinea degli autobus della Port Authority.

Gli agenti di polizia di New York prendono in custodia gli attivisti che si sono arrampicati sulla veranda del palazzo del New York Times. (Julio Cortez / Associated Press)

Extinction Rebellion (XR) movimento socio-politico non violento fondato in Gran Bretagna lo scorso anno che si prefigge di evitare i cambiamenti climatici, arrestare la perdita di biodiversità e minimizzare il rischio di estinzione umana e il collasso ecologico, che in pochi mesi si è diffuso in altri Paesi, tra cui in Italia.

In Gran Bretagna, dove il movimento aveva paralizzato il centro di Londra per alcuni giorni, l’attivismo dei giovani aveva indotto il Parlamento ad approvare il 1° maggio 2019 una mozione con cui si dichiara la “emergenza climatica”. Proprio la Thumberg si era rivolta al Parlamento britannico con le parole “Non possiamo risolvere un’emergenza se non la cominciamo a trattare come tale”.

Successivamente altri Paesi (Svezia, Irlanda, Canada) e molte Regioni e Amministrazioni locali, anche italiane, ne seguivano le orme.

Il Segretario ONU ha detto che i Governi stanno ascoltando, e che “le aziende stanno iniziando a rendersi conto che l’impronta del carbonio fa male alla loro immagine e, soprattutto, ai loro profitti“.

Tra le varie iniziative, lo scorso maggio, in vista del Vertice UE di Sibiu, gli Amministratori delegati di oltre 50 aziendegruppi di investimenti reti di imprese, tra cui alcuni giganti multinazionali quali Unilever, IKEA e DSM, avevano inviato un appello per sollecitare i Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri a sostenere la Strategia di decarbonizzazione a lungo termine per raggiungere “la neutralità climatica” entro il 2050.

Questo è solo l’inizio”, ha aggiunto Guterres, affermando che l’energia e l’impegno dei giovani, come i delegati del pubblico a Lisbona, hanno reso l’azione una priorità, “accelerando la sfida“.

Abbiamo bisogno di creare un ambiente favorevole per i giovani, in cui non siano visti come soggetti da proteggere, ma come cittadini con pari diritti, voci e influenza, come membri a pieno titolo delle nostre società e potenti agenti di cambiamento“.

Anche Patricia Espinosa, Segretaria esecutiva della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (UNFCCC), nella Conferenza stampa di presentazione della 50ma sessione di SBSTA, l’ “organo sussidiario” di consulenza scientifica e tecnica, e di SBI, l’organo sussidiario per l’attuazione (Bonn, 17-27 giugno) ha plaudito “all’inequivocabile messaggio” inviato dai giovani di tutto il mondo, consapevoli che stiamo affrontando una “emergenza climatica“, promettendo ai molti di loro presenti alla Conferenza che “le loro voci sarebbero state ascoltate nel processo UNFCCC”.

Nell’ambito dell’importante compito di educare l’opinione pubblica sui cambiamenti climatici, la Espinosa ha annunciato che nel gruppo di lavoro Action for Climate Empowerment (ACE) sarà chiesto “un maggiore contenuto sul clima nelle aule scolastiche”.

 

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