Biodiversità e conservazione

Ecosistemi montani: ripristinare per le persone e il clima

Un Rapporto della FAO e dell’UNEP, i due organismi ONU che coordinano il Decennio per il ripristino degli ecosistemi (2021-2039, hanno presentato alla COP28 di Dubai nella Giornata Internazionale della Montagna un Rapporto che evidenzia 10 casi studio esemplari di come il ripristino di ecosistemi montani sia fondamentale non solo per il sostentamento degli individui che vi vivono, ma anche, più in generale, per l’adattamento ai cambiamenti climatici, poiché le foreste e le praterie montane raffreddano le temperature locali, aumentano la ritenzione idrica, forniscono un deposito vitale di carbonio e riducono il rischio di erosione e frane.

In occasione della Giornata Internazionale della Montagna (11 dicembre 2023) che quest’anno ha per tema “‘Ripristinare gli ecosistemi montani’, presso il Padiglione della FAO alla COP28 di Dubai, si è svolto un incontro di alto livello per celebrare la Giornata, nel corso del quale è stato lanciato il Rapporto Restoring Mountain Ecosystems”, realizzato da FAO e UNEP (Programma Ambiente delle Nazioni Unite), con la collaborazione del Segretariato del Partenariato per la Montagna, che testimonia la inclusione  piena delle montagne nell’ambito del nel Decennio delle Nazioni Unite per il ripristino degli ecosistemi 2021-2030.

L’evento di oggi è un’opportunità per la COP28 di riflettere su come possiamo invertire la tendenza della crisi climatica ripristinando gli ecosistemi montani – ha affermato Qu.Dongyu, Direttore generale della FAO – Mentre celebriamo la Giornata internazionale della montagna, esorto tutte le parti interessate, dai governi e dalle ONG alle comunità locali e agli individui, a unirsi in un rinnovato impegno per ripristinare le nostre montagne e includere le regioni montane nell’agenda politica”.

Le montagne ricoprono circa il 27% della superficie terrestre e ospitano una varietà di ecosistemi che forniscono servizi vitali direttamente a 1,1 miliardi di persone e a miliardi di altre persone che vivono nelle aree pianeggianti collegate. Solo per la fornitura di acqua dolce, la metà dell’umanità dipende dalle montagne.

Gli ecosistemi montani raffreddano le temperature locali, aumentano la ritenzione idrica, forniscono lo stoccaggio del carbonio e riducono il rischio di erosione e smottamenti. Le foreste montane, le zone umide e le praterie ospitano e sostengono la metà degli hot spot della biodiversità mondiale

Ciò nonostante, gli ecosistemi montani del mondo soffrono gli effetti dei cambiamenti climatici e dello sviluppo insostenibile, aumentando i rischi per le persone e per il pianeta. I cambiamenti climatici minacciano il flusso dell’acqua e il rapido aumento delle temperature sta costringendo le specie montane e le persone che dipendono da questi ecosistemi ad adattarsi o a migrare. Pendii ripidi implicano che il disboscamento delle foreste per l’agricoltura, gli insediamenti o le infrastrutture possono causare l’erosione del suolo e la perdita di habitat. L’erosione e l’inquinamento danneggiano la qualità dell’acqua che scorre a valle. 

Secondo uno Studio di sintesi condotto da un gruppo internazionale di ricercatori con un riscaldamento globale di oltre 3 °C alla fine del secolo, l’84% degli animali e delle piante endemiche di montagna sarebbe a rischio di estinzione.

Il Quadro Globale sulla Biodiversità Kunming-Montreal (GBF), adottato lo scorso anno, prevedendo di proteggere il 30% delle terre, degli oceani, delle aree costiere e delle acque interne della Terra entro il 2030, fornisce uno slancio per rilanciare e proteggere i paesaggi montani.

Anche l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA-76) ha recentemente proclamato il periodo 2023-2027 “Cinque anni di azione per lo sviluppo delle regioni montane” nella sua Risoluzione triennale sullo sviluppo sostenibile delle montagne. I suoi obiettivi sono attrarre sovvenzioni e investimenti per le montagne, sviluppare economie e tecnologie “verdi”, creare meccanismi per rafforzare la cooperazione tra i Paesi montani e sviluppare la scienza e l’istruzione nel campo dello sviluppo sostenibile delle montagne.

Il Rapporto FAO-UNEP evidenzia come le migliori pratiche per il ripristino degli ecosistemi possano essere applicate agli ecosistemi montani, analizzando in particolare 10 progetti di ripristino degli ecosistemi montani, sviluppati in vari continenti., in linea con le azioni previste dalla Strategia del Decennio ONU.

Ad esempio, gli sforzi di ripristino nella Repubblica Democratica del Congo, in Ruanda e in Uganda hanno fatto aumentare la popolazione dei gorilla di montagna, attirando turisti e generando entrate per le comunità locali.
In Kirghizistan, la microriserva Baiboosun, che copre 14.000 ettari di pascoli e ghiacciai, è stata istituita per proteggere la biodiversità e regolamentare attività come la caccia e il pascolo. Ex cacciatori e pescatori sono ora ranger della comunità che pattugliano l’area protetta e gestiscono trappole fotografiche per monitorare la fauna selvatica, mentre i pastori locali utilizzano moderne tecniche di pascolo, migliorando la vegetazione e la vitalità dei pascoli. Questo cambiamento non ha solo aumentato le popolazioni di leopardi delle nevi e stambecchi, ma ha anche creato nuovi mezzi di sussistenza.

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