Nel contesto della nuova Politica Agricola Comune (PAC) e del Regolamento sul ripristino della Natura, un briefing dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) presenta esempi di opzioni chiave per aiutare a ripristinare gli agroecosistemi e i servizi ecosistemici dell’Europa, migliorando al contempo la resilienza e la produttività agricola.
L’adozione di pratiche agricole rispettose della biodiversità può contribuire a creare sostenibilità e resilienza nel settore agricolo.
Lo sottolinea l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) che il 22 ottobre 2024 ha pubblicato il briefing “Solutions for restoring Europe’s agricultural ecosystems”, che presenta esempi basati su prove di opzioni chiave a disposizione degli agricoltori per contribuire a ripristinare gli ecosistemi europei e migliorare la capacità del settore agricolo di far fronte ai crescenti impatti dei cambiamenti climatici, come siccità e inondazioni, nonché di aumentare la produttività.
Nello Studio si sottolinea che l’introduzione di alcune pratiche agricole fondamentali può rivelarsi una soluzione vantaggiosa sia per gli agricoltori che per la natura locale, garantendo una migliore resilienza e ripristinando gli ecosistemi locali come praterie, siepi o ruscelli.
Queste pratiche possono migliorare le condizioni degli habitat semi-naturali, rimettere in atto paesaggi agricoli multifunzionali e ricchi di biodiversità e ridurre le pressioni sulla biodiversità, gestendo al contempo il suolo e l’acqua in modo sostenibile, azioni tutte che possono essere utili per gli impollinatori, le specie e i loro habitat, oltre ad aiutare a rafforzare la resilienza locale contro gli impatti del cambiamento climatico.
Sebbene i Piani strategici degli Stati membri dell’UE nell’ambito della politica agricola comune (PAC) includano misure di sostegno alle pratiche rispettose della biodiversità, l’EEA afferma che sono necessari incentivi politici rafforzati e coerenti, combinati con finanziamenti adeguati, per ripristinare in modo efficiente gli ecosistemi che sostengono la produzione alimentare e le comunità rurali forti.
La produzione alimentare è una delle attività umane vitali che interagisce più direttamente con la natura e a sua volta la influenza. L’agricoltura si basa su processi naturali essenziali come l’impollinazione e la formazione del suolo. La biodiversità supporta la resilienza dell’agricoltura e la sicurezza alimentare. Anche gli ecosistemi funzionanti e sani contribuiscono in modo importante alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici.
Tuttavia, a causa del degrado della natura europea, la capacità degli ecosistemi di supportare l’agricoltura è diminuita, mentre la domanda di servizi ecosistemici in molti casi ha superato l’offerta.
L’intensificazione della produzione agricola ha portato alla perdita di biodiversità. L’agricoltura è la principale fonte di pressione sulle specie e sugli habitat, con due terzi di quelli semi-naturali dell’UE, dipendenti da una gestione agricola rispettosa della biodiversità, sono classificati come in “cattivo” stato di conservazione.
L’agricoltura è diventata altamente dipendente da irrigazione su ampia scala, da pesticidi chimici, e fertilizzanti minerali, il cuiuso eccessivo ha degradato ecosistemi, biodiversità e suoli, e inquinato i bacini di acqua dolce, portando all’eutrofizzazione di almeno un quarto degli ecosistemi marini europei.
La crescente scarsità d’acqua è, inoltre, fonte di preoccupazione. La siccità e i cambiamenti nei modelli meteorologici mettono pressione sugli ecosistemi e danneggiano l’agricoltura, mentre l’estrazione di acqua rimane insostenibile in gran parte d’Europa. L’inquinamento ha anche un impatto sulla disponibilità di acqua pulita in alcune parti d’Europa. Se l’agricoltura è uno dei settori più pesantemente colpiti da queste pressioni, il settore stesso esercita pressioni diffuse sia sulle acque superficiali che su quelle sotterranee.
I rischi economici e finanziari derivanti dal degrado della natura stanno guadagnando attenzione e le istituzioni finanziare stanno sviluppando strategie per affrontarli. L’agricoltura e gli agricoltori sono significativamente esposti a rischi legati alla natura, come la perdita di rendimento e reddito dovuta all’erosione del suolo e al calo dell’impollinazione, con costi legati alla perdita di produttività dovuta all’erosione del suolo stimati in 1,2 miliardi di euro all’anno e il contributo degli impollinatori al valore di mercato delle colture agricole nell’UE è stimato in oltre 15 miliardi di euro all’anno.
Incorporare il ripristino degli ecosistemi agricoli nelle pratiche agricole ha il potenziale per invertire queste tendenze, migliorando la biodiversità e la resilienza nella produzione alimentare sullo sfondo della triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento.
Contesto politico
L’importanza della produzione alimentare agricola per la sicurezza alimentare, il benessere umano, la riduzione dell’inquinamento, la mitigazione dei cambiamenti climatici e la salute ambientale è riconosciuta dal Green Deal europeo e dall’8° Programma d’azione per l’ambiente (8°PAA).
Iniziative globali basate sulla scienza come la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e la Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (CBD) promuovono l’integrazione della conservazione e del ripristino della biodiversità nei sistemi agricoli. In Europa, riportare la natura e passare a pratiche agricole sostenibili sono obiettivi chiave della Strategia dell’UE sulla Biodiversità, allineati con gli impegni del Quadro di Kumming-Montreal, mentre il Regolamento sul ripristino della natura, recentemente approvato, stabilisce obiettivi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri dell’UE permettere in atto misure efficaci di ripristino della natura per tutti gli ecosistemi, compresi quelli agricoli.
Il ripristino degli ecosistemi e l’implementazione di pratiche agricole rispettose della biodiversità sono anche essenziali per rispettare la legge sul clima dell’UE. Se adottate, queste azioni possono aumentare lo stoccaggio e la rimozione del carbonio dall’atmosfera e supportare l’adattamento al cambiamento climatico. Ciò è riconosciuto dal proposto quadro di certificazione a livello UE per la rimozione del carbonio e l’agricoltura del carbonio.
La PAC dell’UE per il periodo 2023-2027, che comprende quasi un terzo del bilancio dell’UE (386,6 miliardi di EUR), è la politica pubblica con il maggiore impatto sul settore agricolo dell’UE. Contribuire ad arrestare e invertire la perdita di biodiversità, migliorare i servizi ecosistemici e preservare habitat e paesaggi è uno degli obiettivi chiave della PAC.
Raggiungere l’obiettivo di biodiversità della politica mitigherebbe i crescenti rischi economici e i danni causati dal cambiamento climatico. Tuttavia, affinché ciò accada, la PAC e la sua attuazione politica a livello nazionale devono migliorare contribuendo in modo economicamente conveniente a invertire la perdita di biodiversità, mantenendo al contempo la redditività economica dell’agricoltura.
Gli Stati membri dell’UE hanno la flessibilità di contribuire agli obiettivi della PAC adattando i loro piani strategici nazionali della PAC. Hanno anche la possibilità di rivedere i loro piani, consentendo potenziali aggiustamenti per rafforzare il supporto alle pratiche rispettose della biodiversità. Parallelamente, gli Stati membri hanno tempo fino al 1° settembre 2026 per preparare i loro piani nazionali di ripristino ai sensi del Regolamento sul ripristino della natura.
Il rapporto redatto dal “Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura dell’UE“, tenutosi nel 2024, hanno gettato le basi per la “Visione per l’agricoltura e l’alimentazione“, che la Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen si è impegnata a presentare entro i primi 100 giorni del nuovo mandato.
Esempi di pratiche agricole rispettose della biodiversità
Alcune pratiche agricole possono essere considerate soluzioni win-win per la biodiversità, la mitigazione del clima, l’adattamento e la riduzione dell’inquinamento.
Tuttavia, è importante che queste pratiche siano adattate alle condizioni socio-ecologiche locali o regionali, alle strutture paesaggistiche e agli obiettivi di biodiversità:
– Mantenere e ripristinare praterie seminaturali mediante pascolo e altre pratiche di gestione;
– Mantenere e stabilire l’agroforestazione;
– Riumidificazione dei terreni organici, ripristino delle condizioni idrologiche, riduzione del drenaggio e applicazione della paludicoltura;
– Stabilire e mantenere le caratteristiche del paesaggio;
– Terreni incolti (aree accantonate);
– Rotazione delle colture;
– Copertura del suolo con residui colturali lasciati sul terreno.