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Diabete: bevande zuccherate di qualsiasi tipo aumentano il rischio

Diabete

Secondo un nuovo Studio condotto da ricercatori della Scuola di salute pubblica dell’Università di Harvard, bere qualunque tipo di bibita zuccherata, compresi i succhi 100% frutta, aumenta il rischio di diabete, che si riduce  con la sostituzione con acqua, tè o caffè. 

Le persone che aumentano il loro consumo bevande zuccherate (Sugar-Sweetnened Beverages-SSB), indipendentemente dal fatto che contengano zuccheri aggiunti (Artificially Sweetened Beverage-ASB) o presenti in natura come i succhi di frutta, possono affrontare un rischio moderatamente più alto di sviluppare diabete di tipo 2, secondo un nuovo Studio della Harvard TH Chan School of Public Health, la scuola di specializzazione in sanità pubblica dell’Università di Harvard, considerata una delle più importante scuole do formazione degli operatori sanitari degli Stati Uniti, pubblicato online il 3 ottobre 2019 sulla rivista Diabetes Care dell’American Diabetes Association.

Lo studio – ha affermato Jean-Philippe Drouin-Chartier, borsista post-dottorato presso il Dipartimento di Nutrizione e principale autore – fornisce ulteriori prove che dimostrano i benefici per la salute associati alla riduzione del consumo di bevande zuccherate e alla loro sostituzione con alternative più salutari come acqua, caffè o tè”.

Lo studio ha esaminato i dati relativi a oltre 192.000 uomini e donne che partecipavano a tre studi a lungo termine svolti nell’arco di 25 anni (1986-2012; 1991-2013; 1986-2012). I ricercatori hanno rilevato i cambiamenti nel consumo di bevande zuccherate dei partecipanti sulla base delle risposte offerte ai questionari somministrati ogni quattro anni.

Dopo aver modulato i dati in base a variabili come l’indice di massa corporea, i cambiamenti nella dieta alimentare e le abitudini di vita, i ricercatori hanno scoperto che un aumento dell’assunzione totale di bevande zuccherate, inclusi SSB e succhi di frutta al 100%, di oltre un quarto di litro al giorno per un periodo di quattro anni è stato associato con un rischio di diabete del 16% più elevato nei quattro anni seguenti. L’aumento del consumo di ASB di oltre 125 ml al giorno per quattro anni è stato collegato con un rischio di diabete del 18% più elevato, anche se gli autori hanno affermato che i risultati relativi agli ASB dovrebbero essere interpretati con cautela a causa della possibilità di causalità inversa (soggetti già ad alto rischio per il diabete che decidono di sostituire bevande zuccherate con bevande dietetiche) e pregiudizi di sorveglianza (è più probabile che gli individui ad alto rischio vengano sottoposti a screening per il diabete e quindi diagnosticati più rapidamente).

Lo studio ha anche scoperto che la sostituzione di una porzione giornaliera di una bevanda zuccherata con acqua, caffè o tè, anziché con un ASB, era correlata con un rischio inferiore del 2-10% di diabete.

I risultati dello studio sono in linea con le attuali raccomandazioni per sostituire le bevande zuccherate con bevande non caloriche prive di edulcoranti artificiali – ha dichiarato Frank Hu, Professore di nutrizione ed epidemiologia presso l’Harvard T.H. Chan School of Public Health e Professore di Medicina presso la Harvard Medical School, che ha coordinato lo Studio – Sebbene i succhi di frutta contengano alcuni nutrienti, il loro consumo dovrebbe essere moderato”.

In un commento rilasciato all’ANSA, il Professor Francesco Purrello, Diabetologo  dell’Università di Catania e Presidente della Società Italiana di Diabetologia ha sottolineato come continuino ad accumularsi le evidenze scientifiche che dimostranol’assoluta necessità di tenere sotto controllo il consumo di bibite zuccherate.

Nel contesto in cui ci troviamo – ha affermato Purrello – questo zucchero ‘nascosto’ contribuisce all’aumento fuori controllo dei casi di obesità e diabete, anche nei giovani. Mi sembrano maturi i tempi per l’inserimento anche in Italia della ‘sugar tax’. Dovrebbe inoltre essere maggiormente visibile in ogni confezione la quantità di zucchero presente“.

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