Agroalimentare

Cambiare l’agricoltura europea: è possibile quanto necessario

Con un Comunicato congiunto 14 Associazioni italiane ambientaliste, per il benessere animale, dell’agricoltura biologica e dell’agroecologia hanno commentato positivamente le conclusioni del Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura UE e sottolineano che ora serve coerenza con le strategie del Green deal e con il futuro budget dell’Unione.

Una transizione agroecologica che veda uniti agricoltori e consumatori è necessaria e non più rimandabile, a beneficio di tutti, ambiente, animali, società e aziende.

È il commento espresso in un Comunicato stampa da 14 Associazioni (AIAB, Associazione italiana di agroecologia – AIDA, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, CIWF Italia, FederBio, Greenpeace, ISDE, Legambiente, Lipu, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Slow Food Italia, Terra!, WWF Italia) sui contenuti del Documento finale dal titolo  “Una prospettiva condivisa per l’agricoltura e l’alimentazione in Europa”  che è stato consegnato alla Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen dal Presidente del Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura nella UE, il gruppo di lavoro di 29 membri, tra i principali portatori di interessi del settore agroalimentare europeo, della società civile, delle comunità rurali e del mondo accademico, che ha avviato i suoi lavori la scorsa primavera in seguito alle proteste degli agricoltori con l’obiettivo di definire una comprensione e una visione comuni per il futuro dei sistemi agricoli e alimentari dell’UE.

Le conclusioni, condivise da tutti i partecipanti, ribadiscono come sia necessario trasformare il sistema agroalimentare europeo affinché diventi più sostenibile, resiliente ed equo, attribuendo le risorse disponibili a quegli agricoltori che ne hanno davvero bisogno e che si impegnano maggiormente nel processo di cambiamento attraverso diversi dispositivi economici tra cui un fondo specifico per la transizione ecologica.

Un ruolo chiave in questo senso è attribuito all’agricoltura biologica che è riconosciuta come un modello di produzione agroecologico che già garantisce la protezione dell’ambiente e del clima, e come esempio di un sistema di produzione alimentare che concilia la protezione della natura e il reddito degli agricoltori.

Il rapporto individua come guida per la transizione delle produzioni e dell’intero food system i 13 principi dell’agroecologia e, in particolare, raccomanda lo sviluppo di una rete indipendente di formatori, così come richiesto anche dalle associazioni italiane nel corso dei negoziati sulla Politica agricola comune (PAC).

Il documento, inoltre, riconosce la centralità dei sistemi naturali per la sostenibilità ambientale a lungo termine, come da noi da sempre sostenuto con forza – dichiarano le 14 Associazioni – Per questo auspichiamo un aumento delle risorse economiche per finanziare iniziative per la protezione e il ripristino degli ecosistemi europei, ad iniziare dall’istituzione di un fondo per sostenere l’attuazione del Regolamento UE 2024/1991 sul ripristino della natura, entrato in vigore dal 18 agosto scorso”.

Il Documento di raccomandazioni presentato dalle autorità europee dovrebbe essere la base per la costruzione della futura PAC post 2027, che dovrà dunque cambiare radicalmente ad iniziare dall’abbandono dei pagamenti diretti basati sulla superficie agricola utilizzata, come avviene oggi. Tutto questo non potrà accadere se non si accompagna la transizione a livello produttivo con un cambio dei consumi, ad iniziare dal riequilibrio delle diete verso una maggiore quantità di proteine di origine vegetale ed una sostanziale revisione della zootecnia intensiva, per garantire una maggiore sostenibilità ambientale e il benessere degli animali allevati.

L’ampia condivisione dei contenuti del documento europeo da parte del mondo agricolo e ambientalista è un segnale importante e fa ben sperare in un superamento della fittizia contrapposizione tra agricoltura e ambiente che ha caratterizzato il termine dell’ultima Legislatura europea. Auspichiamo che le conclusioni di questo dialogo siano fatte proprie dal Governo Italiano e che il Ministro Lollobrigida apra un analogo confronto nel nostro Paese sul futuro del sistema agroalimentare italiano”, dichiarano le Associazioni che da tempo denunciano su questi temi il silenzio del Ministero che fino ad ora ha portato solo nel nome il concetto di “sovranità alimentare” che in origine si ispira proprio ai princìpi richiamati nel documento del Dialogo Strategico europeo.

Il documento del Dialogo Strategico rappresenta un buon punto di partenza per la nuova Legislatura europea – concludono le Associazioni – Adesso la Commissione e il Parlamento dovranno dimostrare di essere capaci di tradurre in azioni concrete e coerenti i princìpi indicati a conclusione del processo partecipato con tutti gli attori sociali ed economici per guidare gli Stati membri dell’Unione, ma anche il resto del mondo, verso una giusta transizione ecologica dell’agricoltura in grado di contrastare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità”.

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