Con oltre un milione di partecipanti, il 3° sciopero per il clima degli studenti ha mostrato che i giovani, e non solo, sono preoccupati per gli impatti che il riscaldamento globale avrà sulla loro vita e si aspettano che i politici adottino senza indugi le misure di adattamento e mitigazione in modo da limitare i danni che inevitabilmente ci saranno, come affermano gli scienziati.
“Incredibili le immagini da tutta Italia” ha twittato Greta Thumberg dopo aver osservato sui social le foto postate sul Global Strike for Future, lo sciopero scolastico ispirato dalla giovane attivista svedese per chiedere a Governi e Imprese azioni forti e immediate per rispondere alla crisi climatica, che, secondo gli organizzatori, in Italia ha coinvolto 180 città e ha visto la partecipazione di oltre un milione di persone.
Si è trattato del 3° Global Strike, dopo quelli del 15 marzo e del 24 maggio 2019 ed anche in quelle occasioni l’adesione dei giovani italiani era stata la più alta a livello mondiale.
“Sono straordinarie le immagini delle piazze di #fridaysforfuture, con così tanti giovani che partecipano con tale passione – ha twittato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte – Da parte mia e del Governo c’è il massimo impegno a tradurre questa richiesta di cambiamento in soluzioni concrete. Abbiamo tutti una grande responsabilità”.
Ma non tutti i Capi di Stato la pensano in questo modo. Il Vicepremier ungherese Gergely Gulya dopo l’imponente manifestazione che si è svolta a Budapest, replicando alle accuse di indifferenza dei politici nei confronti del clima, avrebbe dichiarato che “l’ambientalista Thumberg è una bambina malata, sfruttata da alcuni”, aggiungendo che il riscaldamento climatico è sovrastimato.
Nell’intervista rilasciata a “L’Avvenire” e pubblicata oggi (28 settembre 2019), alla domanda “ Sei stata attaccata da uomini potenti. L’ultimo, ieri, il vice premier ungherese, ti ha definita «una bambina malata». Perché pensi che succeda?”, la Thumberg ha risposto: “ Non so e non capisco perché lo facciano, quando potrebbero usare il loro tempo per fare qualcosa di buono. Forse perché sentono che il loro mondo, la loro visione del mondo è minacciata. Ma è un complimento per noi, sapere che abbiamo un tale impatto. La nostra voce è diventata troppo forte perché la possano ignorare e allora cercano di farla tacere”.
In una nota stampa comparsa sul sito del Ministero dell’Ambiente, il Ministro Sergio Costa ha così commentato le manifestazioni italiane al 3° Global Climate Strike: “Diamo ai giovani lo spazio che meritano e che si sono guadagnati, senza mettere alcun cappello sui loro messaggi, e consapevoli che le loro proteste sono rivolte verso di noi, verso le scelte della politica nazionale e internazionale, dobbiamo ascoltarli e agire subito”.
“Non possiamo più permetterci di agire seguendo la logica dell’emergenza – ha aggiunto il Ministro – Dobbiamo avere una visione di lungo spettro e costruirla insieme alla classe dirigente del futuro: i ragazzi e le ragazze che oggi sono in piazza a manifestare. Questa ondata, questa loro voglia di osare, mette ancor più noi rappresentanti delle istituzioni dinanzi all’urgenza di agire subito, di farlo prima che sia troppo tardi, perché non abbiamo un pianeta B”.
Con la Manifestazione del 27 settembre 2019 si è formalmente chiusa la Climate Action Week, la settimana di mobilitazione indetta in coincidenza con lo svolgimento all’ONU del Vertice sul Clima dei Capi di Stato e di Governo, voluto dal Segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres, le cui conclusioni, non sono state all’altezza delle aspettative e, soprattutto, delle richieste degli scienziati.
Prima e durante l’evento il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’ONU (IPCC) avevano pubblicato due Rapporti speciali:
– Cambiamenti climatici e territorio (SRCCL), un rapporto che valuta il contributo ai cambiamenti climatici determinato dai modi con cui utilizziamo il territorio e come i cambiamenti climatici a loro volta influiscano sul pianeta che abitiamo;
– Oceano e criosfera in un clima che cambia (SROCC), un rapporto completo sui cambiamenti osservati negli oceani e nelle riserve di acqua ghiacciata del Pianeta sotto la spinta dei cambiamenti climatici.
In entrambi si evidenzia in modo inequivocabile la causa antropica dell’uomo e gli impatti a cui sono destinate le future generazioni se quelle attuali continuano a sottostimare il fenomeno, continuando business-as-usual a tenere in piedi un modello economico che è ormai giunto al capolinea.
In copertina: La Manifestazione a Roma (Fonte: Ansa)