In Italia si muore di meno per il cancro. Merito di prevenzione e ricerca. In aumento la sopravvivenza dopo la diagnosi, anche nei pazienti over 65.
di Nicoletta Canapa
Buone notizie dal mondo della salute. Per la prima volta in Italia si registra un calo di casi tumorali. I dati diffusi dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) nel Rapporto “I numeri del cancro 2019” affermano a chiare lettere che dal 2018 al 2019 si sono ammalate 2.000 persone in meno. Si stima infatti che per l’anno corrente siano 371.000 le persone affette da cancro, per la maggior parte uomini (196.000 maschi, 175.000 donne). Ad essere diagnosticati maggiormente sono stati i tumori al seno (53.500), al colon-retto (49.000, in diminuzione rispetto ai 51.300 dell’anno precedente) e ai polmoni (42.500).
“Il tumore della mammella – ha affermato Stefania Gori, Presidente Nazionale AIOM e Direttore dipartimento oncologico – IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria-Negrar – si conferma il più frequente nella popolazione, in crescita soprattutto nelle aree del Centro-Nord per l’estensione dei programmi di screening e della popolazione target (da 50-69 anni a 45-74): quest’ultimo però non costituisce un fenomeno negativo, perché vengono individuati in fase iniziale e con alte probabilità di guarigione molti tumori che, senza lo screening, sarebbero stati scoperti in stadio avanzato”.
L’incidenza tumorale più alta si registra in Friuli Venezia Giulia (716 casi per 100.000 abitanti), mentre la più bassa in Calabria (559 casi per 100.000 abitanti).
E se da una parte aumenta l’intercettazione del cancro, dall’altra aumenta la sopravvivenza dopo aver scoperto la malattia: ad oggi quasi 3,5 milioni di italiani vivono dopo la diagnosi di cancro, cifra che risulta in costante crescita grazie agli screening di prevenzione oncologica. Ne risulta che il 63% delle donne ed il 54% degli uomini è in vita a distanza di cinque anni dalla diagnosi. La miglior sopravvivenza nel quinquennio si registra in Valle D’Aosta (61%), Emilia Romagna e Toscana (56%) per gli uomini, mentre per le donne le regioni favorevoli sono Emilia Romagna e Toscana (65%).
L’aspetto della sopravvivenza dopo la diagnosi è fondamentale ed è sorprendente l’ultimo dato, specie se paragonato al dato del 2006. In tredici anni, infatti, i pazienti in vita sono aumentati del 54.2%. In altre parole una persona su quattro, pari a quasi un milione di persone, è tornata ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale, e pertanto può dirsi guarita.
“Il costante incremento delle persone che vivono dopo la diagnosi richiede un’attenta valutazione dell’impatto sanitario e sociale, potendo diventare un punto di riferimento in sanità pubblica per le programmazioni future che dovranno tener conto della necessità di investimenti importanti in termini di prevenzione primaria, per poter ridurre il rischio di ammalarsi di tumore – ha sottolineato Fabrizio Nicolis, Presidente Fondazione AIOM – Il cancro è, infatti, la patologia cronica potenzialmente più prevenibile e, oggi, anche più curabile in termini di programmazione del follow-up e della riabilitazione”.
Fra gli over 65 che hanno avuto una diagnosi di tumore resta non trascurabile la quota di persone che continua ad essere fumatore abituale (11%), mentre il 18% fa ancora un uso rischioso dell’alcool all’interno della propria dieta.
Il calo di tumori, seppur positivo, non deve far distogliere l’attenzione daii numerosi problemi connessi all’ambiente ed alla salute. Una sezione del Rapporto è dedicata a rischi legati alle esposizioni ambientali che questo quest’anno si incentra sui SIN (Siti di Interesse Nazionale).
Rifacendosi al V Rapporto del Progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) che aveva confermato come chi vive nei siti con presenza di impianti chimici, petrolchimici e raffinerie, e nelle aree nelle quali vengono abbandonati rifiuti pericolosi, abbia un rischio di morire del 4-5% rispetto alla popolazione in generale, nel Rapporto AIOM si sottolinea che “Dalla lettura sistematica del Quinto Rapporto emergono numerosi elementi a supporto dell’utilità di un sistema permanente di sorveglianza epidemiologica nei Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche”.
Intanto, è notizia recente che la Commissione UE a ha autorizzato la commercializzazione del trattamento oncologico di precisione noto come “larotrectinib”. Il farmaco che è un inibitore orale, non ha indicazioni per uno specifico tumore, ma è indicato per i trattamenti di tumori solidi per i quali la resezione chirurgica comporterebbe morbilità grave o non ci sono opzioni di trattamento soddisfacenti, agendo sul difetto molecolare che ne è alla base.