Energia Sostenibilità

WEO 2020: picco del petrolio vicino, inarrestabile l’ascesa del solare

Tra i profondi sconvolgimenti e l’incertezza causati dalla pandemia di Covid-19, il World Energy Outlook (WEO) di quest’anno indica che per mettere il mondo sulla buona strada per un sistema energetico resiliente in grado di soddisfare gli obiettivi climatici è necessaria un’ondata di politiche energetiche ben progettate. In caso contrario, gli obiettivi climatici internazionali saranno fuori portata.

La domanda globale di energia nel 2020 è destinata a diminuire del 5%, le emissioni di CO2 legate all’energia si ridurranno del 7% e gli investimenti energetici saranno tagliati del 18%

È questa in estrema sintesi quanto emerge dal World Energy Outlook, il Rapporto (sintesi in inglese) di punta dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), che fornisce ogni anno una visione completa di come il sistema energetico globale si è realizzato e quali sono le tendenze che potrebbero svilupparsi nei prossimi decenni.

Ogni anno il WEO viene analizzato nei contenuti con grande attenzione da responsabili politici ed esperti del settore energetico per decidere quale percorso seguire nelle politiche o di cogliere le tendenze sul futuro delle imprese energetiche. Quest’anno, a seguito della comparsa del “cigno nero”, parafrasando Nassim Nicholas Taleb, ovvero dell’evento imprevedibile dall’enorme impatto che si è materializzato nella pandemia di Covid-19, il Rapporto costituisce un punto di riferimento indispensabile per mettere il mondo sulla buona strada di un sistema energetico resiliente e che sia in grado di soddisfare gli obiettivi climatici.

Le circostanze eccezionali di quest’anno richiedono un approccio eccezionale – ha sottolineato l’Agenzia – I consueti orizzonti di modellizzazione a lungo termine vengono mantenuti, ma il focus del WEO 2020 è decisamente incentrato sui prossimi 10 anni, esplorando in dettaglio gli impatti della pandemia di Covid-19 sul settore energetico e le azioni a breve termine che potrebbero accelerare le transizioni verso l’energia pulita”.

Ecco quindi che accanto agli scenari consueti di analisi del Rapporto compare per la prima volta lo Scenario Delayed Recovery (DRS), in cui l’Agenzia delinea le conseguenze sul settore energetico di un eventuale prolungamento della pandemia e di una correlata più profonda recessione.

Il rallentamento della crescita della domanda abbassa le prospettive per i prezzi di petrolio e gas rispetto alle tendenze pre-crisi. Tuttavia, forti cali degli investimenti aumentano il rischio di futura volatilità del mercato.

Le energie rinnovabili assumono un ruolo da protagonista in tutti i nostri scenari, con il solare al centro della scena. Politiche di sostegno e tecnologie in fase di maturazione consentono un accesso molto economico al capitale nei principali mercati. Il solare fotovoltaico è ora costantemente più economico delle nuove centrali elettriche a carbone o gas nella maggior parte dei Paesi e i progetti solari ora offrono l’elettricità con il costo più basso mai visto.

Lo Scenario delle politiche dichiarate (Stated Policies Scenario – STEPS), quello che nelle precedenti edizioni del WEO era indicato come Scenario delle Politiche esistenti (Current Policies Scenario), riflette tutte le intenzioni e gli obiettivi politici annunciati finora, a condizione che siano supportati da misure dettagliate per la loro realizzazione e che il Covid-19 venga gradualmente portato sotto controllo nel 2021 e l’economia globale torni ai livelli pre-crisi nello stesso anno. In tale scenario, le energie rinnovabili soddisfaranno l’80% della crescita della domanda globale di elettricità nel prossimo decennio, con l’energia idroelettrica che rimarrà la principale fonte, ma il solare sarà la tecnologia con la crescita maggiore, seguito dall’eolico onshore e offshore.

Vedo il solare diventare il nuovo re dei mercati elettrici mondiali – ha affermato Fatih Birol, Direttore esecutivo dell’IEA, presentando il Rapporto – Sulla base delle attuali politiche, è sulla buona strada per stabilire nuovi record di diffusione in ciascun anno dopo il 2022. Se Governi e investitori intensificassero i loro sforzi per l’energia pulita in linea con il nostro scenario di sviluppo sostenibile, la crescita sia dell’energia solare che di quella eolica sarebbe ancora più spettacolare e estremamente incoraggiante per superare la sfida climatica globale”.

Il WEO-2020 dimostra che la forte crescita delle energie rinnovabili deve essere accompagnata da solidi investimenti nelle reti elettriche. Senza investimenti sufficienti, le reti si dimostreranno un anello debole nella trasformazione del settore energetico, con implicazioni per l’affidabilità e la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico.

Secondo l’IEA, i combustibili fossili devono affrontare sfide diverse. La domanda di carbone non tornerà più ai livelli pre-crisi nello scenario STEPS, con la sua quota nel mix energetico al 2040 che è destinata a scendere al di sotto del 20%, per la prima volta dalla rivoluzione industriale. Ma la domanda di gas naturale crescerà in modo significativo, principalmente in Asia, mentre il petrolio rimarrà vulnerabile alle maggiori incertezze economiche derivanti dalla pandemia.

L’era della crescita della domanda mondiale di petrolio finirà nel prossimo decennio – ha aggiunto Birol – Ma senza un grande cambiamento nelle politiche governative non c’è segnale di un suo rapido declino. Sulla base delle attuali politiche, un rimbalzo dell’economia globale spingerebbe presto la domanda di petrolio ai livelli pre-crisi“.

Il gas naturale va meglio degli altri combustibili fossili, ma i contesti politici diversi possono produrre forti variazioni. Nello scenario STEPS, un aumento del 30% della domanda globale di gas naturale entro il 2040 si concentrerebbe nel Sud e nell’Est asiatico. Al contrario, questo è il primo WEO in cui le proiezioni dello scenario delle politiche dichiarate mostrano che la domanda di gas nelle economie avanzate calerà leggermente entro il 2040.

Gli effetti peggiori della crisi si fanno sentire tra i più vulnerabili, sottolinea l’IEA. La pandemia ha invertito il trend in calo da diversi anni del numero di persone nell’Africa subsahariana senza accesso all’elettricità. E un aumento dei livelli di povertà potrebbe aver reso i servizi elettrici di base inaccessibili per oltre 100 milioni di persone in tutto il mondo che avevano il collegamento alla rete elettrica.

Le emissioni globali dovrebbero aumentare più lentamente di quanto avvenuto dopo la crisi finanziaria del 2008-2009, ma il mondo è ancora lontano da una ripresa sostenibile. Un cambiamento radicale negli investimenti nell’energia pulita offre l’opportunità per stimolare la crescita economica, creare posti di lavoro e ridurre le emissioni. Ma questo approccio non ha ancora avuto un posto di rilievo nei piani proposti fino ad oggi, tranne che nell’Unione europea, nel Regno Unito, in Canada, in Corea, in Nuova Zelanda e in una manciata di altri Paesi.

Lo Scenario di recupero ritardato (DRS) è concepito con le stesse ipotesi politiche dello STEPS, prevedendo però che pandemia si prolunghi e causi danni perduranti alle prospettive economiche. In tal caso l’economia globale ritornerebbe alle dimensioni pre-crisi solo nel 2025, e la pandemia inaugurerebbe un decennio con il tasso di crescita della domanda di energia più basso dagli anni ’30.

Nello Scenario di sviluppo sostenibile (SDS), un’impennata nelle politiche e negli investimenti per l’energia pulita metterebbe il sistema energetico sulla buona strada per la completa attuazione del Piano di ripresa sostenibile dell’IEA per raggiungere pienamente gli obiettivi di energia sostenibile, inclusi quelli dell’Accordo di Parigi, dell’accesso all’energia per tutti e della qualità dell’aria. Le ipotesi sulla salute pubblica e sull’economia sono le stesse dello STEPS.

Oltre alla rapida crescita delle tecnologie solari, eoliche e di efficienza energetica, i prossimi 10 anni vedrebbero un forte aumento del CCUS (cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio) e dell’idrogeno, oltre che un nuovo slancio dell’energia nucleare.

Una parte significativa di questi sforzi dovrebbe concentrarsi sulla riduzione delle emissioni delle infrastrutture energetiche esistenti, come centrali a carbone, e acciaierie e cementifici che fanno tuttora grande uso di fonti fossili. In caso contrario, gli obiettivi climatici internazionali saranno fuori della nostra portata, indipendentemente dalle azioni intraprese in altri settori. Una nuova analisi dettagliata nel WEO 2020 mostra che se le infrastrutture energetica continuassero a funzionare come ha fatto finora, bloccherebbero la temperatura a +1,65 °C.

Nonostante il calo record delle emissioni globali di quest’anno, il mondo è lontano dal fare abbastanza per metterle sulla strada di declino decisivo – ha sottolineato il Direttore dell’Agenzia – La recessione economica ha temporaneamente soppresso le emissioni, ma la bassa crescita economica non è una strategia a basse emissioni, servirebbe solo a impoverire ulteriormente le popolazioni più vulnerabili del mondo. Solo modifiche strutturali più rapide nel modo in cui produciamo e consumiamo energia possono interrompere definitivamente il trend delle emissioni. I Governi hanno la capacità e la responsabilità di intraprendere azioni decisive per accelerare la transizione verso l’energia pulita e mettere il mondo sulla strada per raggiungere i previsti obiettivi climatici, comprese le emissioni nette zero”.

Nonostante queste grandi sfide, la visione di un mondo a emissioni nette zero è sempre più al centro dell’attenzione. L’ambizioso percorso tracciato nello scenario di sviluppo sostenibile si basa sul fatto che Paesi e imprese raggiungano i loro obiettivi annunciati di emissioni nette zero in tempo e integralmente, portando il mondo intero a zero netto entro il 2070.

Raggiungere tale obiettivo due decenni prima, come nello Scenario Emissioni nette zero entro il 2050 (NZE2050), richiederebbe una serie di massicce azioni aggiuntive nei prossimi 10 anni, oltre a quelle previste nello scenario SDS. Per ottenere una riduzione delle emissioni di circa il 40% entro il 2030, è necessario, ad esempio, che le fonti a basse emissioni forniscano quasi il 75% della produzione globale di elettricità nel 2030, rispetto a meno del 40% nel 2019 e che oltre il 50% delle autovetture vendute in tutto il mondo nel 2030 siano elettrice, rispetto ad un aumento del solo 2,5% nel 2019.

Elettrificazione, innovazione, cambiamenti di comportamento e massicci incrementi nell’efficienza energetica giocherebbero tutti un ruolo significativo. Nessuna settore dell’economia energetica dovrebbe restare indietro, poiché è improbabile che un altro sia in grado di progredire abbastanza velocemente da compensare il ritardo di un settore.

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