Un nuovo Rapporto dell’Agenzia Internazionale delle Energie Rinnovabili mostra come sia possibile con le varie tecnologie delle rinnovabili decarbonizzare al più tardi entro il 2060 anche i settori che fanno oggi maggior uso di fonti fossili come le industrie pesanti (ferro/acciaio, alluminio, cemento e chimica/petrolchimica) e i trasporti a lunga distanza (aviazione, navigazione e trasporto di merci su strada).
Per evitare cambiamenti climatici catastrofici il mondo deve raggiungere le emissioni zero al 2050 per essere in linea con l’obiettivo di un aumento di 1,5 °C del riscaldamento globale alla fine del secolo.
La decarbonizzazione energetica efficace rappresenta una sfida notevole, soprattutto in 7 settori chiave dell’industria e dei trasporti pesanti, che da soli rappresenterebbero al 2050 il 38% di tutte le emissioni di CO2 a livello globale e il 43% del consumo finale di energia, a meno che non vi siano cambiamenti significativi rispetto agli attuali approcci.
L’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA), in occasione degli eventi ad alto livello “Clean Energy Ministerial” and “Mission Innovation” (Abu Dabi, 21-23 settembre 2020), ha pubblicato il Rapporto “Reaching Zero with Renewables. Eliminating CO2 emissions in industry and transport” che analizza le possibilità di interventi strutturali nei settori che fanno affidamento sulle fonti fossili nell’industria (ferro/acciaio, alluminio, cemento e chimica/petrolchimica) e nei trasporti (aviazione a lunga distanza, navigazione e trasporto di merci su strada).
Nel suo primo Rapporto “Global Renewables Outlook”, pubblicato lo scorso aprile, IRENA aveva dimostrato come trasformare il sistema energetico globale in linea con l’aumento della temperatura ben al di sotto dei 2 °C, come previsto con l’Accordo di Parigi. Questo nuovo Rapporto esplora in dettaglio come ulteriori misure di “decarbonizzazione più profonda” possano andare oltre per fornire emissioni zero nei settori pesanti al più tardi entro il 2060, coerentemente con la traiettoria per raggiungere l’obiettivo di + 1,5 °C entro la fine del secolo.
“Le opzioni a basse emissioni di carbonio, compresi i veicoli elettrici e i carburanti puliti basati sulle energie rinnovabili sono divenuti familiari in molti Paesi – ha affermato il Direttore generale di IRENA, Francesco La Camera – Ma dobbiamo iniziare a sviluppare e provare immediatamente soluzioni praticabili per tutti i settori ed essere pronti a ridimensionarli in modo massiccio nel 2030 e 2040“.
L’utilizzo delle energie rinnovabili sarà centrale, accelerato dal rapido calo dei costi tecnologici e dell’energia, e le soluzioni per ciascuno dei settori pesanti sono disponibili e potrebbero svolgere un ruolo molto più importante di quanto precedentemente ipotizzato. Tuttavia, osserva IRENA, le opzioni non sono ancora commercialmente mature e pronte per un’ampia adozione, per cui il Rapporto invia un messaggio forte ai responsabili politici e agli investitori del settore per evitare la distrazione su misure parziali e perseguire senza indugio un percorso che aumenti le poche opzioni coerenti con raggiungere l’obiettivo di emissioni zero.
Il conseguimento di questo obiettivo climatico globale finale di zero emissioni richiede l’eliminazione delle emissioni dirette di CO2 dall’uso di energia e dai processi industriali allo stesso modo.

L’industria rappresenta quasi un terzo delle emissioni globali di CO2, con i 4 settori sopranominati che producono oltre il 21% di tutte le emissioni correlate all’energia e ai processi. Tuttavia è possibile ottenere la completa decarbonizzazione con una combinazione di misure, la maggior parte delle quali presuppone l’eliminazione delle emissioni dirette di CO2 nell’uso di energia e nei processi processi industriali (efficienza energetica, elettricità, biocarburanti, idrogeno, combustibili sintetici e sistemi di cattura e rimozione della CO2-CCUS).

I trasporti rappresentano poco meno di un quarto delle emissioni globali di CO2, e i settori dei trasporti pesanti a lunga distanza che producono oltre l’11% di tutte le attuali emissioni correlate all’energia e ai processi. Anche in questo caso le misure sono le stesse, salvo l’assenza del CCUS, seppure variandone il peso percentuale.
Senza tali misure, le emissioni di energia e di processo potrebbero ammontare a 11,4 gigatonnellate dall’industria e 8,6 gigatonnellate dai trasporti a metà del secolo. Insieme alle azioni settoriali, sono necessarie azioni trasversali a livelli più alti.
Il Rapporto contiene 10 Raccomandazioni per i responsabili di governo e delle industrie:
1. Perseguire una strategia basata sulle energie rinnovabili per i settori di utilizzo finale con l’obiettivo di emissioni zero.
2. Sviluppare una visione e una strategia condivise e sviluppare insieme tabelle di marcia pratiche che coinvolgano tutti i principali attori.
3. Creare fiducia e conoscenza tra i decisori.
4. Pianificare e distribuire tempestivamente l’infrastruttura abilitativa.
5. Promuovere la domanda iniziale di prodotti e servizi verdi.
6. Sviluppare approcci su misura per garantire l’accesso ai finanziamenti.
7. Collaborare con i Paesi transfrontalieri.
8. Pensare a livello globale, utilizzando i punti di forza nazionali.
9. Stabilire percorsi chiari per l’evoluzione delle normative e degli standard internazionali.
10.
Sostenere la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione sistemica.
“Per essere in linea con l’obiettivo di 1,5 °C – ha ribadito La Camera – I responsabili delle decisioni sia nel settore pubblico che in quello privato hanno bisogno di una visione più chiara di ciò che deve essere fatto. Questo nuovo Rapporto mostra che l’utilizzazione delle energie rinnovabili fornirebbe almeno la metà dei tagli alle emissioni necessari nei sette settori più difficili“.
Anche il Rapporto di Energy Transitions Commission (ETC), pubblicato il 16 settembre 2020, ha mostrato che un’economia senza emissioni di carbonio al 2050 è possibile, ad un costo totale pari allo 0,49 del PIL globale.