Torna con la Festa della Repubblica, “Voler Bene all’Italia”, la Festa dei Piccoli Comuni che quest’anno ha per slogan “riconnettiamo il Paese”, dopo che la pandemia ha posto all’attenzione di tutti la necessità di ripensare l’organizzazione e la fruizione dei territori, e in questo anche il ruolo che i piccoli Comuni hanno nella tenuta delle comunità, nella qualità della vita e delle produzioni, ponendoli come strategici nel percorso di rilancio dell’intero sistema Paese.
Mai come quest’anno la Festa della Repubblica deve essere un’occasione di grande coesione, un momento di unione del Paese con cui segnalare l’urgenza di un percorso condiviso di rinascita, a partire dalle comunità e dai territori rimasti finora ai margini delle politiche ma ricchi di straordinarie risorse, ancora più preziose nella lunga fase di convivenza con il distanziamento sociale e con il rischio che il Covid-19 ci ha imposto.
Con la Festa della Repubblica torna, nonostante i limiti indotti dalle misure di contenimento della pandemia, “Voler Bene all’Italia”, la Festa dei Piccoli Comuni, promossa dal 2004 da Legambiente, Uncem (Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti), Fondazione Symbola, e un vasto comitato nazionale, che si celebra il 2 giugno per valorizzare le piccole municipalità che promuovono il buon governo dei territori e la capacità di innovare e competere.
Durante la pandemia e il lockdown di questi mesi, quattro quinti della popolazione dei piccoli comuni hanno dovuto fare i conti una connessione faticosa e frammentata e ora sono quelli che, per esempio, più rischiano in termini di svantaggio formativo.
Secondo i dati, elaborati per Legambiente dal Centro Studi Caire (Consorzio che opera sui temi della programmazione territoriale e del disegno urbano), tra i piccoli comuni, dove la domanda è servita solo al 17,4% a fronte di una media del Paese del 66,9%, il divario digitale è pesante.
Per questo, “riconnettiamo il Paese” (#riconnettiamoilpaese) è lo slogan, quest’anno, di Voler Bene all’Italia che sarà nel rispetto delle disposizioni di sicurezza previste per gli eventi territoriali ma, soprattutto, trasformando il ponte che va dal 31 maggio al 2 giugno in una grande piazza virtuale accompagnata da una campagna social.
Oltre 100 piccoli comuni hanno sottoscritto un Appello, inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, per evidenziare le pericolose disuguaglianze e fratture sociali che il digital divide comporta.
“Vogliamo segnalare con forza quanto oggi sia ancora più importante valorizzare le connessioni e le interdipendenze tra centri urbani e territori e rompere l’isolamento reale e culturale in cui i piccoli comuni sono stati lasciati da troppi anni di politiche disattente, ma soprattutto quanto sia urgente creare le condizioni per completare il piano per la banda ultralarga, che oggi abbiamo visto essere una condizione per l’esercizio della cittadinanza e l’accesso ai servizi – ha dichiarato Vanessa Pallucchi, Vice-presidente di Legambiente – È necessario realizzare questa infrastruttura leggera in tempi certi, incentivare lo smart working, specialmente per chi risiede nei borghi, defiscalizzare servizi e attività economiche di qualità, così come dare immediata attuazione a tutti quei dispositivi normativi, come la legge Salva Borghi approvata alla fine del 2017 all’ultimo Collegato ambientale, che possono mettere questi luoghi in condizione di competere e di potere esprimere il loro potenziale”.
L’obiettivo auspicabile secondo Legambiente è di arrivare alla copertura del territorio utilizzando la nuova stagione europea di programmazione per sostenere i progetti di sviluppo locale dei piccoli comuni, associati per esercitare la loro potestà di intervento nella “programmazione in materia di sviluppo socio economico” come stabilisce l’articolo 13 della Legge 158/2017.
La pandemia ha posto all’attenzione di tutti la necessità di ripensare l’organizzazione e la fruizione dei territori, si sottolinea nell’Appello, e in questo anche il ruolo che i piccoli Comuni hanno nella tenuta delle comunità, nella qualità della vita e delle produzioni e ponendoli come strategici nel percorso di rilancio dell’intero sistema Paese. Per fare questo è necessaria una grande opera di riconnessione del Paese, nel ricomporre l’originario policentrismo e l’armonico modello di urbanità. Al centro delle infrastrutture per la ripartenza dell’economia dovrà necessariamente esserci la connessione veloce come diritto di cittadinanza, che colmi in tempi certi lo scarto del digital divid.
Ancora oggi oltre 3.900 Comuni sono sprovvisti di linea dati veloce, e 1.200 Comuni non ricevono un segnale adeguato e stabile per la telefonia mobile e 5 milioni di italiani quello per il servizio televisivo. Questa è una precondizione perché i territori e le comunità possano essere protagoniste della rinascita del Paese. La pandemia ha messo in evidenza quanto la connessione fra persone e organizzazioni dipenda anche da infrastrutture tecnologiche particolarmente strategiche per la scuola, il lavoro, i servizi.
Domani (31 maggio 2020, ore 11.00) in diretta web, con la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, saranno raccontate e premiate con il Premio Voler Bene all’Italia diverse storie di piccoli comuni che hanno reagito alla pandemia trovando soluzioni innovative per mantenere vive le connessioni, fra scuole e studenti, fra città e territorio, fra persone e servizi.
Il cuore dell’evento sarà una maratona virtuale sui social di martedì 2 giugno per la Festa della Repubblica, postando sui tanti profili istituzionali l’inno nazionale eseguito da musicisti del posto e foto dei Sindaci o amministratori con la fascia tricolore in un luogo significativo del borgo da mettere sotto il comune hashtag #riconnettiamoilPaese #volerbeneallItalia #amoilmioborgo #nomedelvostroborgo, per offrire ai territori che rappresentano, ancora più decisivi per la ripartenza del nostro Paese, l’attenzione necessaria alle loro specifiche esigenze, celebrando al tempo stesso l’unità nazionale con la Festa della Repubblica.