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UNHCR: agire per invertire la tendenza all’impennata di sfollati

L’Agenzia ONU per i rifugiati (UNHCR) ha pubblicato l’ultimo Rapporto sulle tendenze in materia di sfollamenti forzati di uomini, donne e bambini in fuga da guerre, persecuzioni e violazioni dei diritti umani, alla vigilia, come di consueto, della Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno), giorno in cui durante la partita Italia-Galles allo Stadio Olimpico di Roma verrà proiettato un video per sostenere l’accesso dei rifugiati allo sport e migliorare la loro integrazione nelle comunità ospitanti, frutto del Protocollo con l’UEFA. 

Alla vigilia della Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno 2021) che celebra l’approvazione nel 1951 della Convenzione sui profughi da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR), ha presentato il “Global Trends 2020“, l’annuale Rapporto faro dell’Organizzazione sulle tendenze in materia di spostamenti forzati di uomini, donne e bambini in fuga da guerre, persecuzioni e violazioni dei diritti umani.

Guerra, violenza e persecuzioni hanno costretto più di 80 milioni di persone in tutto il mondo a lasciare le proprie abitazioni, abbandonando tutto per salvare se stessi e i propri cari – ha dichiarato in un videomessaggio per la Giornata Mondiale del Rifugiato, il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio GuterresI rifugiati devono poter ricominciare le proprie vite. Ma per molti la pandemia ha significato distruzione delle proprie famiglie, stigmatizzazione, sproporzionata esposizione al virus. Al contempo, i rifugiati hanno ancora una volta dimostrato il contributo inestimabile che offrono alle loro società di adozione come operatori essenziali in prima linea su molti fronti del lavoro. Abbiamo il dovere di aiutare i rifugiati a ricostruire le proprie vite. Il Covid-19 ci ha dimostrato che possiamo riuscire solo se siamo uniti”.

Sebbene l’impatto definitivo della pandemia di Covid-19 sulla più ampia migrazione transfrontaliera e sugli sfollamenti a livello globale non sia ancora chiaro, i dati dell’UNHCR mostrano che gli arrivi di nuovi rifugiati e richiedenti asilo sono diminuiti drasticamente nella maggior parte delle regioni: circa 1,5 milioni di persone in meno rispetto a quanto sarebbe stato previsto in circostanze non Covid, riflettendo quanti di coloro che cercano protezione internazionale siano sono rimasti bloccati nel 2020.

Nonostante le restrizioni ai movimenti correlate ai block-down per il contenimento della pandemia e i reiterati appelli della comunità internazionale per un cessate il fuoco che facilitasse la risposta al Covid-19, lo sfollamento ha continuato a verificarsi e a crescere. Di conseguenza, oltre l’1% della popolazione mondiale, ovvero 1 persona su 95, è ora forzosamente sfollata, rispetto a 1 su 159 del 2010.

Sulla base dei dati riportati da Governi, Organizzazioni non governative e UNHCR e relativi ad eventi verificatisi entro il 31 dicembre 2020, sono 82,4 milioni gli sfollati forzati in tutto il mondo.

Nel corso del 2020, diverse crisi – alcune nuove, altre di vecchia data e altre riemerse dopo anni – hanno costretto alla fuga 11,2 milioni di persone, rispetto agli 11,0 milioni del 2019, cifra questa che include sia le persone sfollate per la prima volta sia le persone sfollate ripetutamente, sia all’interno che oltre i confini dei Paesi.

Se si tiene conto solo delle situazioni di sfollamento internazionale sotto il mandato dell’UNHCR, la Siria è in cima alla lista con 6,8 milioni di persone, seguita dal Venezuela con 4,9 milioni. Seguono Afghanistan e Sud Sudan, rispettivamente con 2,8 e 2,2 milioni e Myanmar (1,1 milioni).

La Turchia ha continuato ad ospitare il maggior numero di rifugiati con poco meno di 4 milioni, la maggior parte dei quali erano rifugiati siriani (92%). A seguire Colombia che ospitava oltre 1,7 milioni di sfollati venezuelani e Germania che ne ha ospitato quasi 1,5 milioni, con rifugiati e richiedenti asilo siriani come gruppo più numeroso (44%). Pakistan e Uganda hanno completato i primi 5 Paesi ospitanti, con circa 1,4 milioni ciascuno.

Le domande di asilo pendenti a livello globale sono rimaste ai livelli del 2019 (4,1 milioni), ma Stati e UNHCR hanno registrato collettivamente circa 1,3 milioni di domande di asilo individuali, un milione in meno rispetto al 2019 (43% in meno).

Sono soprattutto i bambini ad essere particolarmente colpiti durante le crisi di sfollamento, soprattutto se il loro sfollamento si protrae per molti anni. Rappresentano il 30% della popolazione mondiale, ma si stima che tra gli sfollati forzati rappresentino il 42%.

Per celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato domenica 20 giugno alla Stadio olimpico di Roma durante la partita Italia-Galles e a Baku dove si gioca Svizzera-Turchia, verrà proiettato un video realizzato da UNHCR e UEFA, iniziativa che deriva da un nuovo Protocollo di cooperazione tra i due organismi per sostenere l’accesso dei rifugiati allo sport e migliorare la loro integrazione nelle comunità ospitanti

Per le persone costrette a fuggire, lo sport è molto più di un’attività di svago – ha affermato Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino – È un’opportunità di inclusione e di protezione, un’occasione per guarire, formarsi e crescere. Lo sport favorisce il benessere fisico e mentale, il lavoro di squadra, l’amicizia e il rispetto, e promuove comprensione e relazioni positive tra le persone costrette a fuggire e i membri delle comunità che le accolgono”.

Marcella Garaffa

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