Cambiamenti climatici Clima

Trasporti marittimi: raggiunto accordo di compromesso per taglio emissioni

trasporti marittimi

Si è conclusa con un compromesso dopo un accesso dibattito la 72ma sessione del Comitato per la protezione dell’ambiente marino (MEPC) dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) delle Nazioni Unite, svoltasi presso la sede di Londra (9-13 aprile, 2018), adottando una Strategia iniziale per la riduzione dei gas ad effetto serra, che comporta un dimezzamento al 2050 delle emissioni, prendendo a riferimento il 2008.

Dopo che l’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO) aveva adottato nell’Assemblea generale di Montreal (2016) un Accordo globale per il contenimento delle emissioni degli aereiil settore dei trasporti marittimi era rimasto l’unico a non avere un piano climatico e le sue emissioni a non essere coperte dall’Accordo di Parigi sui Cambiamenti Climatici.

trasporti marittimi attualmente rappresentano il 2-3% delle emissioni globali di CO2 e potrebbero raggiungere il 10% entro il 2050 se non venisse intrapresa alcuna azione.

Nei giorni che hanno preceduto la riunione, a cui hanno partecipato oltre 100 Paesi, erano insorte polemiche circa la scarsa disponibilità dell’Organizzazione ad intraprendere un percorso di decarbonizzazione, nonostante le tecnologie attualmente disponibili, soprattutto per le resistenze di alcuni Paesi membri per i quali eventuali limiti prescrittivi per la riduzione delle emissioni di CO2 dei trasporti marittimi, ostacolerebbero il commercio mondiale.

Alla fine, anche questi Paesi hanno accettato una “Strategia iniziale che rappresenta un quadro di riferimento per gli Stati membri, definendo la visione futura per il trasporto marittimo internazionale, i livelli di ambizione per ridurre le emissioni di gas serra e i principi guida; e che include ulteriori misure a breve, medio e lungo termine con possibili scadenze e il loro impatto sugli Stati – si legge nel Comunicato conclusivo – La strategia identifica anche gli ostacoli e le misure di supporto, compresi il rafforzamento delle capacità, la cooperazione tecnica e la ricerca e lo sviluppo (R & S)”.

La Strategia poggia su 3 obiettivi iniziali.
1. L’intensità dl carbonio, ovvero la quantità di emissioni relativa a ciascuna tonnellata di merci trasportati, da ridurre attraverso piani per una revisione dei requisiti di progettazione dell’efficienza energetica per le navi, da sviluppare attraverso incentivi per promuovere la ricerca sulle tecnologie e sui combustibili a basso tenore di carbonio.
2. L’intensità di carbonio dovrà ridursi di almeno il 40%, rispetto al 2008, entro il 2030, che sale al 70% entro il 2050.
3. Le emissioni di gas serra prodotte ogni anno dal settore si ridurranno di almeno il 50% entro il 2050 rispetto al 2008, proseguendo nel contempo gli sforzi per eliminarle progressivamente.

L’obiettivo finale di riduzione delle emissioni al 2050 è di gran lunga più debole di quanto avessero richiesto alcune delegazioni, come l’UE che aveva posto sul tavolo delle trattative un taglio delle emissioni tra il 70% e il 100%. L’UE aveva addirittura minacciato di applicare al 2023 i propri obiettivi di emissione sulle navi che fossero entrate nelle acque territoriali della regione, se l’IMO non avesse intrapreso azioni sufficientemente forti. Inoltre, la strategia iniziale definisce un’ambizione generale per il settore, senza alcun obbligo formale per le parti di raggiungere, e la pubblicazione della Strategia finale non avverrà prima del 2023, almeno così ha promesso l’IMO.

Gli esperti avvertono, però, che un obiettivo del 50% non è sufficiente per mantenere il settore in linea con l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale tra +1,5 °C e i + 2 °C, secondo quanto previsto dall’Accordo di Parigi, per conseguire il quale sarebbe necessario che il settore raggiungesse zero emissioni entro il 2050.

Sebbene non fosse così ambizioso come molti delegati e associazioni ambientalisti avrebbero sperato, il compromesso raggiunto è stato accolto favorevolmente da responsabili politici e da rappresentanti dell’industria del settore.

L’accordo raggiunto all’IMO rappresenta un significativo passo in avanti negli sforzi globali per affrontare il cambiamento climatico: il settore marittimo deve contribuire con equità agli obiettivi dell’Accordo di Parigi – hanno affermato in una dichiarazione congiunta il Commissario UE ai Trasporti, Violeta Bulc e quello per l’Energia e l’Azione per il clima Miguel Arias Cañete – Contiene un chiaro obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra almeno del 50% entro il 2050, rispetto ai livelli del 2008, al fine di eliminare gradualmente le emissioni di gas serra del settore il più presto possibile in questo secolo. È inoltre accompagnato da un elenco completo delle possibili misure di riduzione, comprese le misure a breve termine. Quantunque l’UE avesse cercato un livello più alto di ambizione, questo è un buon punto di partenza che consentirà ulteriori revisioni e miglioramenti nel tempo. Affinché questa strategia iniziale abbia successo, è ora cruciale che vengano adottate rapidamente misure efficaci di riduzione e attuate prima del 2023. Dovrebbero iniziare anche i preparativi per azioni a più lungo termine”.

Ora l’IMO dovrà dare attuazione alle misure per raggiungere gli obiettivi, con la speranza che non insorgano divisioni in merito a chi dovrà assumere le maggiori responsabilità, come avviene nei colloqui sul clima delle Nazioni Unite, tra le nazioni più ricche e quelle più povere.

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