Il 2019 è l’Anno Internazionale della Tavola Periodica per sottolineare come la scoperta sia stata uno dei successi più significativi in campo scientifico e per sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo che la chimica può svolgere per gli obiettivi dell’Agenda ONU al 2030, che presuppongono anche la necessità del riuso e riciclaggio di quegli elementi naturali che stiamo velocemente consumando.
“Che vincere la materia è comprenderla, e comprendere la materia è necessario per comprendere l’universo e noi stessi: e che quindi il Sistema Periodico di Mendeleev, che proprio in quelle settimane imparavamo laboriosamente a dipanare, era una poesia, più alta e più solenne di tutte le poesie digerite in liceo: a pensarci bene aveva perfino le rime!”
(Primo Levi, “Ferro” in “Il sistema periodico” – 1975)
Nel dicembre 2017, l’Assemblea delle Nazioni Unite ha proclamato il 2019 Anno Internazionale della Tavola Periodica (IYPT2019), presentata alla Società Chimica Russa centocinquanta anni fa (6 marzo 1869) dal chimico russo Dmitri Mendeleev che fu il primo a scoprire la periodicità delle proprietà degli elementi chimici.
Mendeleev ordinò i 61 elementi chimici allora conosciuti in gruppi in cui ogni elemento ha proprietà simili ordinati in base alla loro massa atomica crescente. Talvolta questa regolarità era interrotta e pertanto Mendeleev lasciò spazi vuoti in attesa che questi elementi venissero scoperti.
La Tavola periodica di Mendeleev era predittiva, tant’è che più tardi, altri elementi vennero scoperti, andando a riempire gli spazi vuoti. Solo nel 1913 si capì che il parametro ordinatore non era la massa atomica, bensì il numero atomico, permettendo di capire che tali proprietà sono dovute al fatto che gli atomi sono costituti da elettroni, protoni e neutroni, particelle al tempo di Mendeleev non ancora conosciute.
Oggi siamo arrivati a 118 elementi (l’ultimo scoperto e inserito nel 2016 l’Oganesson dal nome del Direttore scientifico del Laboratorio dove è stato scoperto, Youri Oganessian), ma solo 92 sono naturali, quelli con numero atomico successivo sono di sintesi artificiale: fino al 103 sono denominati transuranici e quelli oltre il 103 sono detti “superpesanti”.
Nella decisione delle Nazioni Unite di celebrare il 2019 come Anno Internazionale della Tavola Periodica, non c’è solo il riconoscimento che tale scoperta è stata uno dei successi più significativi in campo scientifico, racchiudendo non solo l’essenza della chimica, ma anche della fisica e della biologia, ma anche la consapevolezza del contributo fondamentale che la chimica oggi può dare per conseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030 e per la ricerca di soluzioni alle sfide globali in svariati settori (energia, agricoltura, salute, ecc.).
Purtroppo per il dissennato sperpero di risorse, come ha messo in evidenza il Rapporto dell’International Resource Panel, e per lo scarso riuso e riciclaggio di quelle utilizzate (solo il 9% secondo l’ultimo Rapporto di Circle Economy, presentato il mese scorso al WEF di Davos), anche alcuni elementi naturali cominciano a scarseggiare, destando preoccupazioni negli anni.
Al fine di accrescere tra le giovani generazioni la consapevolezza delle limitate risorse del nostro Pianeta, l’European Chemical Society ha realizzato una Tavola periodica degli elementi naturali attualmente conosciuti, disegnati in modo che l’area occupata da ciascun elemento dia un’indicazione della quantità di quell’elemento presente nella crosta terrestre e nell’atmosfera.
Il colore mostra il consumo degli elementi, dal rosso che indica quelli che stiamo divorando con maggior velocità al nero che sottolinea quelli che provengono da aree dove sono in corso guerre. Sono contrassegnati poi con il simbolo dello smart phone (ben 31!) gli elementi quelli utilizzati nei telefonini e in altri strumenti tecnologici di largo consumo, che per la scarsa disponibilità e per l’elevato utilizzo potrebbero esaurirsi in poco tempo, se non vengono adottate adeguate misure per il loro recupero dagli apparecchi sostituiti od obsoleti.