Dall’annuale Rapporto di WindEurope emerge che nonostante la diminuzione del 32% di capacita lorda installata, il 14% del fabbisogno energetico europeo viene coperto da energia eolica, mentre in Italia solo il 6% della domanda.
Nel 2018 in Europa sono stati installati 11,7 GW (10,1 GW nell’UE) di capacità energetica lorda, il 32% in meno rispetto al 2017.
Con una capacità installata totale netta di 189 GW, l’energia eolica è salita al 14% della produzione di energia in Europa (12% nel 2017), la seconda più grande forma di capacità di generazione, destinata a superare le installazioni di gas nel 2019.
L’UE ha installato più energia eolica rispetto a qualsiasi altra forma di produzione di elettricità nel 2018, con un aumento di capacità di 11,3 GW: 8,6 GW onshore; 2,65 GW offshore.
È stata la Danimarca a fornire la maggior quota di energia eolica nella sua produzione elettrica (41%), seguita da Irlanda (28%) e Portogallo (24%).
La Germania è il Paese che ha installato più impianti eolici nel 2018 (29% delle nuove installazioni), seguita da Regno Unito, Francia, Svezia e Belgio.
Il 2018 è stato un anno record per i finanziamenti per nuova capacità eolica: 16,7 GW di futuri progetti futuri hanno raggiunto la decisione finale di investimento (FID), il 45% in più rispetto all’anno precedente, ma solo il 20% in più in termini di valore per effetto della riduzione dei costi di installazione.
Sono questi alcuni dei dati più significativi che emergono dal Rapporto “Wind Energy in Europe in 2018”, pubblicato il 20 febbraio 2019 da WindEurope, l’Associazione europea che annovera tra i suoi membri molte società nazionali, compagnie, organizzazioni, tutte operanti nel settore dell’eolico.
“Sempre più persone e imprese traggono vantaggi dall’energia pulita ed economica offerti dal vento, ma permangono problemi che devono essere risolti – ha dichiarato Giles Dickson, Amministratore delegato di WindEurope – L’anno scorso è risultato l’anno peggiore per nuove installazioni di energia eolica dal 2011. La crescita dell’eolico onshore è diminuita di oltre la metà in Germania ed è crollata nel Regno Unito, mentre 12 Paesi dell’UE non hanno installato una sola turbina eolica l’anno scorso”.
Dickson ha affermato che nonostante il livello record degli investimenti nelle capacità future, permangono problemi strutturali, specialmente in Germania e in Francia, mentre c’è mancanza di ambizione nell’Europa centrale e orientale, nonostante la lodevole eccezione della Lituania e i miglioramenti in Polonia. I Piani nazionali per Clima ed Energia al 2030 che i Paesi membri hanno dovuto presentare alla Commissione UE in base al Regolamento 2016/0375/UE sulla Governance dell’Unione dell’Energia,avrebbero potuto costituire un’opportunità per affrontare le sfide del settore eolico.
“Tuttavia i progetti di piani presentati mancano di dettagli in modo approfondito: sulle misure politiche, sui volumi delle aste, su come facilitare le concessioni e rimuovere gli altri ostacoli agli investimenti eolici e su come espandere la rete – ha sottolineato Dickson – I Governi devono risolvere questi problemi prima di completare i piani quest’anno“.
L’Italia ha installato nuovi impianti eolici per una capacità di 452 Mw l’anno scorso, col 6% della domanda di elettricità coperto grazie all’energia del vento. Nel 2017 erano stati installati 252 Mw, e la copertura della domanda era al 5,2%.
Nel Piano inviato alla Commissione UE, l’Italia ha previsto al 2030 l’obiettivo del 30% di energia da rinnovabili nei consumi finali lordi, a fronte di un target fissato dalla nuova Direttiva Rinnovabili al 32%.
“Il tempo a disposizione è ormai poco – ha osservato ANEV, l’Associazione Nazionale Energia del Vento – ma serve un intervento efficace da parte della politica affinché l’Italia possa avere il ruolo che merita nelle classifiche europee, senza essere surclassata da Paesi in grado di sfruttare al meglio potenziali anche più bassi dei nostri”.