Energia Fonti rinnovabili

Sistema energetico UE: flessibilità per la crescita delle rinnovabili

Un Rapporto congiunto delle due Agenzie europee AEA e ACER sottolinea che, stante l’obiettivo del 42,5% di rinnovabili al 2030 e il conseguente aumento delle fonti variabili, come fotovoltaico ed eolico, c’è la necessità di raddoppiare la flessibilità del sistema energetico europeo, anche attraverso sinergie collaborative tra Stati membri. Il caso studio italiano delle Unità virtuali abilitate miste (UVAM).  

Con l’obiettivo dell’UE del 42,5% di consumo finale di elettricità da fonti rinnovabili al 2030 (rispetto al 22% nel 2021), per tenere il passo con la crescita delle energie rinnovabili da fonti variabili, come l’eolico e il solare, sarà necessario aumentare la “flessibilità” nel sistema elettrico dell’UE, che potrebbe raddoppiare se si sfruttassero le sinergie di collaborazione tra gli Stati membri, migliorando la sicurezza energetica e contribuendo, al contempo, alla neutralità climatica a lungo termine.

È quanto affermano l’Agenzia europea per l’ambiente (AEA) e l’Agenzia dell’UE per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER) che hanno pubblicato il 20 ottobre 2023 il Rapporto congiunto Flexibility solutions to support a decarbonised and secure EU electricity system”.

Le leve chiave individuate nel Rapporto includono una migliore pianificazione e previsione transfrontaliera, un maggiore utilizzo degli interconnettori, nonché incentivi finanziari e informazioni affidabili affinché i consumatori di elettricità possano adattare la domanda quando necessario.

In particolare, la flessibilità, intesa come capacità del sistema energetico di adattarsi alle fluttuazioni di generazione e consumo di energia, può essere fornita in diversi intervalli di tempo, come giorni, settimane o stagioni e mediante diverse tecnologie.

Entro il 2030, il sistema elettrico in Europa avrà bisogno di più del doppio della quantità attuale di risorse di flessibilità per stare al passo con le mutevoli esigenze. La richiesta di flessibilità aumenterà notevolmente su base giornaliera (2,4 volte), settimanale (1,8 volte) e annuale (1,3 volte), rispetto al 2021.

Attualmente, gli impianti di gas più moderni forniscono gran parte della flessibilità, ma con la transizione all’energia pulita sono necessari altri tipi di risorse di flessibilità sia dal lato della domanda che da quello dell’offerta. Affrontare la sfida della flessibilità facilita la diffusione delle energie rinnovabili e apporta vantaggi agli Stati membri e ai consumatori europei.

Nei giorni scorsi un Rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha lanciato il monito che senza attenzione politica e adeguati investimenti per l’ampliamento e l’ammodernamento delle reti elettriche in grado supportare l’introduzione e l’accelerazione delle energie rinnovabili, delle pompe di calore e dei veicoli elettrici.

Il Rapporto AEA-ACER sottolinea che:
– La flessibilità del sistema energetico dell’UE dovrà quasi raddoppiare entro il 2030 rispetto a oggi per tenere il passo con la crescita delle fonti variabili di elettricità rinnovabile.
– Una migliore interconnessione elettrica è fondamentale. Dovrebbero essere costruite più reti a livello transfrontaliero e la capacità della rete esistente dovrebbe essere utilizzata meglio. Gli interconnettori facilitano il flusso efficiente di elettricità attraverso le frontiere verso i luoghi in cui è più necessaria. Gli interconnettori sia quelli esistenti che previsti facilitano la flessibilità da condividere a livello transfrontaliero e nel 2030 potrebbero impedire la riduzione forzata dell’energia rinnovabile variabile (per bilanciare il sistema) per un importo equivalente al consumo di elettricità della Svezia nel 2022.
– Una combinazione di risposta alla domanda e risparmio energetico non solo riduce le bollette energetiche, ma fornisce anche la flessibilità tanto necessaria, facilitando così le energie rinnovabili e sostenendo la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’Europa. Nel 2030, una migliore risposta alla domanda e il risparmio energetico potrebbero ridurre la necessità di approvvigionamento energetico da fonti diverse dall’eolico e dal solare di un importo equivalente al consumo di elettricità della Spagna nel 2022. 
– È fondamentale consentire ai segnali di prezzo di guidare gli investimenti e il comportamento dei consumatori. I consumatori hanno anche bisogno di informazioni affidabili per poter fare scelte ben informate.
– Il rapporto invita gli Stati membri a valutare meglio e ad avere informazioni complementari a livello nazionale e comunitario delle esigenze di flessibilità (come viene indicato dalla proposta di Riforma del mercato elettrico dell’UE).
– Per promuovere politiche comuni a livello transfrontaliero, gli Stati membri potrebbero introdurre la cooperazione regionale sulla flessibilità nei loro Piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC) e includere dati energetici dettagliati nelle loro proiezioni sulle emissioni di gas serra.

Tra i casi studio analizzati, le Centrali elettriche virtuali in Italia. Gli utenti di piccoli sistemi si trovano spesso ad affrontare ostacoli all’ingresso nei mercati dell’energia, tra cui: requisiti rigorosi per l’offerta di prodotti di bilanciamento. Per lo più, i servizi accessori sono assegnati principalmente ai grandi generatori convenzionali, limitando così la partecipazione di quelli più piccoli. In Italia, il progetto pilota Unità virtuali abilitate miste (UVAM) ha permesso a piccole unità, compresi i fornitori di servizi di risposta alla domanda, di aggregarsi per formare una centrale elettrica virtuale e fornire servizi accessori al gestore del sistema. Abbracciare varie forme di aggregazione non solo promuove un ambiente competitivo che riduce i costi per gli utenti finali, ma crea anche una valida opportunità di business per i consumatori attivi.

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