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Alberi monumentali: occasione di sviluppo per piccoli comuni

È stato presentato il Rapporto “Piccoli Comuni e Alberi Monumentali d’Italia 2024”,promosso da Fondazione Symbola in collaborazione con Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF), AMI (Alberi Monumentali d’Italia), FAI Cisl e Coldiretti, dedicato appunto ad una categoria particolare di alberi, quelli monumentali, che hanno un legame particolare con i piccoli comuni che li ospitano per la metà di quelli censiti.

Gli alberi monumentali costituiscono per il nostro Paese una ricchezza, la cui valorizzazione e conservazione risulta ancora più urgente nel grave contesto di crisi climatica che stiamo vivendo, che rappresenta la componente più preziosa del nostro patrimonio forestale italiano, interessando 110.545 kmq, pari al 36,6% del totale nazionale e fornisce al Paese preziosi servizi ecosistemici (come benefici in termini di approvvigionamento, ad esempio fonti di acqua potabile, o come la fissazione del carbonio e la tenuta idrogeologica) e occasioni di valorizzazione economica, in primis turistica, capaci di preservare il delicato equilibrio naturale e paesaggistico. Anche per questi motivi alberi monumentali, foreste e boschi rappresentano un’occasione di sviluppo tanto per le città di medie e grandi dimensioni, quanto per i piccoli comuni.

Per raccontare i legami tra boschi, alberi monumentali e piccoli comuni, territori e comunità, oggi più che mai necessari, come ricorda il Manifesto di Assisi, per rafforzare la nostra economia e la nostra società, superando le crisi in atto e costruire così un futuro più a misura d’uomo, è stato presentato il 2 maggio 2024 a Roma il Rapporto “Piccoli Comuni e Alberi Monumentali d’Italia 2024”promosso da Fondazione Symbola in collaborazione con Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF), AMI (Alberi Monumentali d’Italia), FAI Cisl e Coldiretti, dedicato appunto ad una categoria particolare di alberi, quelli monumentali, e al patrimonio forestale nazionale.

Piccoli comuni, territori e comunità sono elementi fondamentali per rispondere alla domanda d’Italia che c’è nel mondo – ha affermato Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola – un’Italia che fa l’Italia puntando sulla propria identità, come ha detto all’inizio di questo millennio l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: ‘Questi borghi, questi paesi rappresentano un presidio di civiltà. Sono parte integrante, costitutiva della nostra identità, della nostra Patria. Possono essere un luogo adatto alle iniziative di giovani imprenditori. L’informatica e le tecnologie possono favorire questo processo. Può diventare anche questa grande avventura un’opportunità da cogliere’. In particolare questo rapporto sarà la base per coinvolgere tanti attori della società italiana in un incontro con gli oltre 4000 alberi monumentali finora censiti”.

Il Rapporto ci porta alla scoperta delle oltre 250 specie di alberi monumentali che popolano il Paese, che mostra inoltre una speciale relazione tra i piccoli comuni e i monumenti italiani, raccolti in un censimento in continua crescita grazie al lavoro del MASAF. Su un totale di 4.287 alberi monumentali individuati ad aprile 2024 sul territorio italiano, 2.107 si trovano nei piccoli comuni. Sono inoltre 1.548 i comuni italiani con almeno un albero monumentale, di questi 962 sono piccoli comuni. Guardando allo specifico delle regioni, il primato per numero totale di alberi monumentali spetta al Friuli-Venezia Giulia, con 454 monumenti verdi, di cui quasi la metà, 209, nei piccoli comuni.

Il Rapporto racconta anche tante storie, in Sardegna, ad esempio, nel piccolo comune di Luras (SS) si trova uno degli olivi più antichi d’Italia e d’Europa: si tratta di S’Ozzastru, un olivo selvatico che è stato testimone della storia dell’isola dal periodo nuragico fino ai giorni nostri, dato che secondo le stime sull’età precede di circa 1.500 anni la nascita di Roma e Atene, le due culle della civiltà classica. O anche il Castagno dei Cento Cavalli, il monumento verde più famoso della Sicilia, situato nel piccolo comune di Sant’Alfio, in provincia di Catania, sul versante orientale dell’Etna, che viene menzionato in documenti antichi che risalgono al XVI secolo e colpisce per le sue straordinarie dimensioni. Oppure si pensi alla quercia delle Checche (nome utilizzato in Toscana per indicare le gazze), nel piccolo comune di Pienza in provincia di Siena, primo albero d’Italia a diventare monumento verde nel 2017, dando il via al processo di tutela degli alberi monumentali del nostro Paese, grazie al forte attivismo della comunità locale. Alberi capaci di alimentare storie e tradizioni della cultura italiana, come accaduto ad esempio con la quercia di Villa Carrara, a Capannori (LU), che pare sia stata di ispirazione allo scrittore Carlo Collodi per descrivere l’impiccagione del burattino protagonista del celebre romanzo Pinocchio.

Questa seconda edizione del rapporto ‘Piccoli Comuni e Alberi Monumentali d’Italia’ – ha sottolineato Alessandra Stefani, Direttore generale dell’Economia Montana e delle Foreste del MASAF – rafforza la positiva collaborazione tra la Fondazione Symbola e MASAF che in base alla Legge 19/12/2017 ha la responsabilità dell’Elenco degli alberi monumentali d’Italia che nel giro di pochi anni è stato aggiornato ben sei volte, a testimonianza della cura e della attenzione verso uno dei patrimoni naturali e culturali più prestigiosi e preziosi del Paese. Un patrimonio che per essere meglio tutelato, conservato e curato ha bisogno del contributo di tutti e per questo il lavoro di sensibilizzazione e di diffusione delle conoscenze della Fondazione Symbola è particolarmente positivo ancor più perché rivolto ai 962 piccoli comuni che costudiscono ben il 50% degli alberi monumentali del Paese”.

Recentemente Simboli di vetustà, maestosità, magnificenza e dell’equilibrio istituito tra uomo e natura, nonché spesso elementi identitari dei luoghi di appartenenza, gli alberi monumentali sono anche rappresentativi della grande ricchezza di biodiversità del territorio nazionale. I partecipanti potranno inviare brevi storie, aneddoti, curiosità, leggende o particolarità relativi ad uno, o più, alberi o gruppi di alberi monumentali dei circa 4.300 censiti e accolti nell’Elenco nazionale degli alberi monumentali d’Italia, corredando i testi (massimo 1000 battute spazi inclusi) con una foto orizzontale che metta in risalto il valore dell’esemplare arboreo nel proprio contesto topografico.

Si ricorda che è in corso il contest fotografico “Radici”, lanciato dal MASAF per arricchire il database degli Alberi Monumentali con memorie relative all’Albero Monumentale del cuore, quello a cui si è particolarmente affezionati, con aneddoti e curiosità sulla messa a dimora e sulla vita di quei patriarchi verdi che solo chi “vive da vicino” a questi monumenti viventi conosce.

Si può partecipare al concorso fino al 21 settembre 2024, inviando all’indirizzo
didattica.forestale@masaf.gov.it e p.c. didattica.forestale@gmail.com un breve testo che descriva l’albero, le sue particolarità botaniche o che racconti le storie, leggende e particolarità che lo rende tanto unico e tesoro di memoria, accompagnato da una foto orizzontale che metta in risalto la bellezza della pianta nel suo contesto. Il 21 novembre, in occasione della ricorrenza della Giornata nazionale degli Alberi, verranno pubblicati sul sito MASAF i 13  contributi giudicati più meritevoli e significativi, valutati sulla base di un giudizio complessivo tra testo e fotografia, che andranno a comporre il “Calendario Alberi monumentali d’Italia 2025” che sarà liberamente scaricabile sul sito del Ministero da fine 2024. Inoltre, tutti i testi e le fotografie ritenuti idonei andranno ad arricchire le schede dei relativi alberi, o gruppi di alberi, geolocalizzabili sulla mappa “Alberi monumentali d’Italia” che la Direzione generale dell’economia montana e delle foreste del MASAF cura e aggiorna su Google Maps.

L’agricoltura è diventata sempre più centrale nella protezione dell’ambiente, assicurando una costante manutenzione del territorio e una salvaguardia del paesaggio, sia in termini di tutela dal dissesto idrogeologico che di difesa delle sue bellezze e della sua biodiversità, di cui gli alberi monumentali rappresentano senza dubbio un patrimonio inestimabile, anche in chiave turistica – dichiara il Presidente della Coldiretti, Ettore PrandiniUn ruolo riconosciuto dalla Legge di Orientamento, fortemente voluta da Coldiretti, che è stato ora rafforzato dalla nuova figura dell’agricoltore ‘custode’. Oltre alla conservazione e valorizzazione delle produzioni locali, dall’allevamento di razze animali alla coltivazione di varietà vegetali, le aziende agricole sono diventate interlocutore qualificato delle pubbliche amministrazioni per la gestione del territorio, a partire proprio dalla difesa di formazioni vegetali e arboree monumentali. Si tratta di princìpi su cui la Coldiretti ha impostato la sua strategia e cioè la valorizzazione dei sistemi produttivi di qualità, sostenibili e rispettosi dell’ambiente affiancati dall’innovazione per rendere sempre più competitiva la produzione italiana e garantire un reddito adeguato agli agricoltori anche grazie al supporto delle attività connesse per attrarre così un numero crescente di giovani”.

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