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Transizioni circolari locali: un quadro per un futuro sostenibile

Il nuovo Rapporto 2024 di Circular Cities Declaration (CCD), la piattaforma lanciata nel 2020 da ICLEI, la rete dei governi locali e regionali europei che riunisce le città europee che stanno portando avanti impegni legati all’economia circolare, esamina l’implementazione, la misurazione e l’impatto delle politiche circolari in 54 città che hanno firmato la dichiarazione, tra cui Firenze, Genova e La Spezia.

Per decenni la crescita è stata la scorciatoia per migliorare gli standard di vita, ma questa dipendenza ha anche dimostrato di provocare un insostenibile esaurimento delle risorse e un degrado ambientale con gravi conseguenze sociali, ambientali ed economiche.

La sostituzione del modello economico lineare “produci, consuma, scarta” con uno circolare offre una soluzione per affrontare la sfida globale del cambiamento climatico, creando allo stesso tempo opportunità economiche e impatti sociali a livello locale, e le città, insieme ai loro cittadini e all’industria, hanno l’opportunità di dare forma a questa transizione. Tuttavia, la mancanza di risorse finanziarie e competenze, nonché di quadri finanziari e normativi di riferimento spesso ostacolano l’integrazione locale delle pratiche circolari.

Per supportare lo sblocco del potenziale dell’economia circolare nelle città e nelle regioni europee, la Dichiarazione delle Città Circolari (CCD), la piattaforma lanciata nel 2020 da ICLEI, la rete dei governi locali e regionali europei che riunisce le città  europee che stanno portando avanti impegni legati all’economia circolare,  a seguito dell’adozione da parte della Commissione UE del Piano d’azione per l’economia circolare (CEAP), ha pubblicato un nuovo Rapporto Insights on implementation, measurement, and nature”.  

I risultati del rapporto 2024, che si basano sui dati raccolti nel 2023 da 54 firmatari della CCD (sono più di 80 le città firmatarie attualmente e rimane aperta all’adesione al movimento da parte delle interessate) che rappresentano complessivamente 16 milioni di abitanti, catturano i progressi compiuti dalle città, con gli approfondimenti degli esperti di ICLEI Europe, della Ellen MacArthur Foundation e di Circle Economy, concentrandosi sulla definizione degli obiettivi, sulla misurazione dell’impatto e sulla rigenerazione della natura per supportare gli altri nel loro viaggio circolare.

Questo rapporto sui progressi fornisce informazioni preziose per i decisori a ogni livello di governo – ha sottolineatoMinna Arve, sindaco di Turku (Finlandia), membro del cCmitato esecutivo regionale di ICLEI Europe e firmatario fondatore della Dichiarazione – Alle città fornirà ispirazione e insegnamenti pratici, mentre ai governi o all’UE farà luce sull’attuazione e, si spera, informerà le politiche future”.

Itinerari circolari nelle città
Un vecchio terminal per hovercraft destinato alla demolizione a Malmö (Svezia), membro dell’ICLEI, è stato sottoposto a una valutazione da parte della città per determinare il potenziale di riutilizzo di materiali come piastrelle di cemento, pavimenti in marmo e coperture metalliche per evitare inutili rifiuti di demolizione. La città ha poi venduto e riproposto i materiali recuperati attraverso un mercato digitale dove acquirenti e venditori di prodotti e servizi per il riutilizzo possono connettersi.

Guimarães (Portogallo), membro dell’ICLEI, ha adottato un approccio circolare per la progettazione di un programma di prevenzione dello spreco alimentare multilivello. Il programma combina sensibilizzazione, promozione del consumo alimentare locale e meccanismi di tassazione, contribuendo al proprio Impegno rifiuti zero.

Sono oltre 200 gli esempi concreti proposti nel Rapporto, replicabili e innovativi di azioni circolari in tutti i settori economici e le catene del valore, a dimostrazione che le città stanno assumendo sempre più la responsabilità dei loro viaggi circolari. Tra le altre 54 città citate nel Rapporto ci sono: Firenze, Genova e La Spezia. Anche la città di Prato, non inclusa nel Rapporto, ha aderito alla CCD.


La Strategia Firenze Città Circolare 2021-2023 è servita a promuovere l’economia circolare a Firenze. Tra gli obiettivi della strategia c’è quello di aumentare la percentuale della quantità (70% entro il 2025) e la qualità della raccolta differenziata dei rifiuti e chiudere i circuiti dei materiali favorendo lo sviluppo di filiere industriali territoriali e l’efficienza degli impianti. Queste azioni circolari sono supportate dal Piano di adattamento climatico della città. L’Accordo per l’Economia Circolare è un accordo trasversale che mette in contatto i cittadini, e gli enti pubblici e privati di Firenze per creare una rete cittadina verso l’economia circolare. I firmatari promuovono la collaborazione e mettono a disposizione risorse economiche, strumentali e professionali. Il Piano del Verde e degli Spazi Aperti serve a sollevare il tema dei cambiamenti climatici e della qualità degli spazi aperti nell’ambito della governance di pianificazione urbana e territoriale. L’Assessorato all’Ambiente del comune guida lo sviluppo dell’economia circolare, con ogni Assessorato che delega un contatto ambientale per consentire la collaborazione e l’allineamento tra gli Assessorati. Cinque dipendenti a tempo pieno lavorano attualmente sull’economia circolare. Il comune ha realizzato una rete interna di referenti ambientali per coordinare le attività interne ed esterne al Comune.

La transizione di Genova verso un’economia circolare è guidata principalmente dalla sua Strategia per l’Economia Circolare, che è stata sviluppata in modo partecipativo per affrontare la disponibilità e la conservazione delle risorse, in un ciclo virtuoso considerato essenziale per la comunità e per un contesto urbano che guarda al futuro nella prospettiva dello sviluppo sostenibile. Il territorio in cui opera prevede un approccio trasversale alla città e alle filiere produttive del suo territorio ed è finalizzato ad affrontare uno scenario sfidante di cambiamento globale, mirando ad incidere principalmente, ma non esclusivamente, sull’ambiente. L’azione è finanziata dal PON Città Metropolitane Misura 2014-2020, con l’integrazione di risorse aggiuntive assegnate all’Italia dall’UE tramite REACT, lo strumento di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa.

Sebbene La Spezia non disponga di un Piano d’azione dedicato all’economia circolare, la circolarità costituisce un aspetto fondamentale della Strategia di Sviluppo della Città in settori quali rifiuti, acqua, mobilità, energia, costruzione e demolizione. Gli Assessorati Mobilità ed  Energia e Ambiente, Pianificazione territoriale e Costruzioni collaborano per sviluppare iniziative circolari in linea con lo sviluppo economico locale e lo politiche dell’UE. Tali iniziative sono sottoposte a monitoraggio semestrale. A partire dal 2017, la città ha sviluppato uno specifico programma La Spezia Green, volto a realizzare una città più sostenibile. La Spezia dedica particolare attenzione alla coesione territoriale, collaborando con la Regione Liguria attraverso gruppi di lavoro interdipartimentali per promuovere processi partecipativi. Questi sforzi mirano a raggiungere obiettivi ambiziosi in tema di biodiversità, efficienza energetica e riduzione delle emissioni di CO₂.

Affrontare le sfide, sfruttare le opportunità
Nonostante siano stati compiuti importanti progressi e il 78% delle città che hanno contribuito al rapporto abbiano adottato strategie circolari, ICLEI sottolinea che persistono sfide sotto forma di risorse limitate, competenze e quadri finanziari e normativi ancora conformi a modelli economici lineari. Sebbene lo sviluppo delle infrastrutture e le campagne di sensibilizzazione siano strategie comuni, c’è spazio per sfruttare le politiche economiche per promuovere pratiche circolari. Superare queste sfide richiede una più profonda integrazione dell’economia circolare tra le amministrazioni cittadine e gli strumenti per misurare i progressi, prendere decisioni informate e allocare le risorse in modo efficace.

Inoltre, il rapporto evidenzia un principio fondamentale, ma spesso trascurato, dell’economia circolare e una preoccupazione crescente per le città nei prossimi anni: la rigenerazione della natura. Con la Legge sul ripristino della natura che impegna l’UE al ripristino di tutti gli ecosistemi che ne hanno bisogno entro il 2050, c’è bisogno che le città ne comprendano appieno il valore e sblocchino il potenziale dei modelli circolari per il ripristino della natura.

Verso orizzonti circolari
Per affrontare queste sfide, il Rapporto CCD 2024 delinea 6 azioni prioritarie per le città e gli stakeholder urbani per accelerare le transizioni locali:
stabilire parametri comuni di economia circolare;
adottare obiettivi più ambiziosi, come la riduzione delle emissioni basata sui consumi;
integrare approcci circolari tra gli assessorati per sbloccare risorse necessarie;
innovare soluzioni circolari sistemiche;
sostenere il nuovo paradigma;
incorporare considerazioni sulla natura in tutti i processi decisionali.

Nel rapporto vengono evidenziati i servizi di sostegno su misura per gli enti locali e regionali, tra cui i servizi di consulenza del Circular City Center della Banca europea per gli investimenti (EIB), dell’Iniziativa Circular Cities and Regions (CCRI) e piattaforme di conoscenza come la Piattaforma europea delle parti interessate per l’economia circolare (ECESP) che in Italia è promossa dall’ENEA.

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