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Le scelte green dei musei, per ridurre la loro impronta ecologica

Le scelte green dei musei, per ridurre la loro impronta ecologica
di Anna Rita Rossi

I musei in varie parti del mondo si stanno impegnando per rendere l’arte e la sua fruizione meno impattanti per l’ambiente, mettendo in campo iniziative di ogni genere per raggiungere il loro scopo.

Anche i musei si rimboccano le maniche a favore dell’ambiente e della salute del nostro pianeta.
Dalla riduzione dei consumi energetici al risparmio di acqua, dal riciclo dei materiali alla riduzione drastica delle emissioni inquinanti in atmosfera, è una gara di sostenibilità che si declina in una serie di risoluzioni che riguardano, ad esempio: l’allestimento delle mostre, il trasporto delle opere d’arte e persino la realizzazione di edifici sostenibili.

Per passare in rassegna alcuni degli interventi virtuosi attuati dai musei nel mondo, segnaliamo soprattutto quello di Parigi, dove ad aprile il Louvre ha annunciato di aver superato l’obiettivo di ridurre in cinque anni il proprio consumo energetico del 10%.
Dal 2011, poi, il museo ha drasticamente ridotto i costi dell’energia elettrica, adottando più di tremila Led per l’illuminazione, al posto delle tradizionali lampadine.
Complessivamente, con le sue scelte a favore dell’ambiente, il Louvre ha consentito un risparmio di ben 1.160 tonnellate di CO2 all’anno, tagliando il consumo di energia elettrica del 16% e del 28% di acqua fredda e del 10% di acqua calda.
Inoltre, il museo parigino ha aderito al principio della Responsabilità sociale di impresa (RSI) e nel 2020, ha conseguito la certificazione ISO 50001 per la gestione energetica.

In Spagna, il Museo Guggenheim di Bilbao si è allineato agli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite del 2015, concentrandosi in particolare su riciclo dei materiali, noleggio degli imballaggi, riuso delle strutture espositive, e condividendo con altre istituzioni attrezzature e trasporti delle opere.

In Gran Bretagna, il Tate Modern di Londra, ha assunto l’impegno di ridurre del 10% la sua “carbon footprint” entro il 2023, e Christie’s è la prima casa d’aste che ha abbracciato la sostenibilità con la Global Sustainability Initiative (GSI), programma innovativo progettato per implementare economie circolari sia locali che globali per fornire un impatto sostenibile su larga scala.

In Messico, lo SFER IK a Tulum, nello Yucatán, si segnala per il suo impegno verso la sostenibilità, che si afferma sia nell’utilizzo di materiali locali e durevoli, sia per la struttura che ospita il museo, concepita per integrarsi nel territorio.

In Italia, a Roma, è il nuovo progetto Grande MaXXI a gettare le basi per un futuro più sostenibile, innovativo e inclusivo, grazie alla realizzazione di: depositi intelligenti e accessibili; un paesaggio di verde urbano con orti produttivi; un miglioramento dell’efficienza energetica; l’installazione di tremila metri quadrati di pannelli solari; la creazione di un nuovo edificio sostenibile, con un tetto “verde”.

In Svezia, al Moderna Museet di Stoccolma, la transizione verso la sostenibilità si concretizza nelle modalità di allestimento delle mostre e nell’incoraggiare gli artisti a lavorare sul posto, realizzando opere “site specific” (interventi concepiti direttamente in relazione a uno spazio che esiste, a prescindere dall’opera d’arte).

Quelle citate sono solo alcune delle iniziative che le istituzioni museali di varie parti del mondo hanno attuato per contribuire ad un futuro più sostenibile con modalità creative, anche dal punto di vista “artistico”.

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