Secondo un nuovo modello di calcolo previsionale del riscaldamento globale, messo a punto da ricercatori australiani, che per la prima volta introduce la crescita dei consumi energetici per persona, entro il 2030 si supererebbe il limite di +1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali, che il recente Accordo di Parigi ha posto come limite auspicabile da raggiungere entro la fine del secolo. Per evitare questo scenario bisogna spostare urgentemente i 500 miliardi di dollari di sovvenzioni ai combustibili fossili sulle fonti rinnovabili: “è una scelta politica, non già economica”!
“Più cresce l’economia, più energia viene consumata… la conclusione è che economisti e ambientalisti sono dalla stessa parte e raggiungono la stessa conclusione: dobbiamo agire adesso e non abbiamo molto tempo”.
Con queste parole il ricercatore Ben Hankamer dell’Istituto di Scienza molecolare dell’Università del Queensland (Australia) ha sintetizzato i risultati dello Studio, pubblicato il 9 marzo 2016 sulla Rivista peer-reviewed Plos One.
La ricerca “Trading Off Global Fuel Supply, CO2 Emissions and Sustainable Development”, basata sul “Global Energy Tracker”, un nuovo modello sviluppato assieme ad altri ricercatori della Griffith University(Queensland), che utilizza per la prima volta nelle proiezioni a medio-lungo termine il consumo di energia per persona, insieme a quelle sulla crescita economica e demografica.
Secondo lo Studio, il consumo di energia che è raddoppiato rispetto al 1950, sarebbe destinato a sestuplicarsi entro il 2050, e combinandosi con una crescita economica globale del 3,9% annuo e con una popolazione mondiale prevista di 9 miliardi di individui, farebbe aumentare le emissioni di CO2 e i corrispondenti aumenti di temperatura, superiori a quanto finora previsto.
“Per alleviare la povertà di circa il 50% della popolazione mondiale che vive con meno di 2,50 $ al giorno, sarebbe necessario un massiccio aumento di produzione energetica – ha aggiunto Liam Wagner, del Dipartimento Finanza ed Economia della Griffith University e principale autore dello Studio – Siamo di fronte ad una scelta: accelerare verso un pericoloso riscaldamento globale con l’uso accresciuto di combustibili fossili oppure passare rapidamente alle energie rinnovabili”.
Né l’impennata nei consumi, secondo i ricercatori, è stata compensata da miglioramenti nell’efficienza energetica.
Per il 2030, la modellazione utilizzata ha previsto che per il 2030 le temperature medie globali saliranno di 1,5 °C sopra i livelli preindustriali, raggiungendo già quell’obiettivo auspicato come limite concordato a Parigi alla COP21 di dicembre 2015 per la fine del secolo, e quello dei +2 °C come limite assoluto.
L’80% della produzione energetica mondiale viene utilizzata come carburante e solo il 20% per l’energia elettrica, per cui c’è la necessità di intervenire per un rapido passaggio a biocarburanti e all’elettrico nel settore dei trasporti, anche se non sarà facile operare questa transizione dal momento che più che le auto private, è il settore dell’aviazione e dei trasporti marittimi e quelli pesanti che dovranno adeguarsi.
I ricercatori suggeriscono di commutare i 500 miliardi di dollari per i combustibili fossili al livello mondiale per le energie rinnovabili, quale “costo neutrale” per questa accelerazione.
“Se scambiassimo queste sovvenzioni, potremmo avere un rapido miglioramento e sviluppo delle tecnologie low carbon – ha osservato Wagner – Spingere una enorme quantità di capitali verso le rinnovabili darebbe un notevole impulso all’efficienza energetica e alla crescita delle energie rinnovabili. È più una questione politica che economica”.