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Rifiuti di plastica: i Paesi europei non fanno abbastanza per contrastarli

Un Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente che analizza le misure introdotte dai Paesi membri per affrontare l’emergenza dei rifiuti di plastica sottolinea che solo 9 Paesi hanno obiettivi di prevenzione specifici.

 

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha pubblicato il 3 giugno 2019 il Rapporto Preventing plastic waste in Europe” (Prevenire i rifiuti di plastica in Europa ” che fornisce lo stato dell’arte della prevenzione dei rifiuti di plastica in Europa.

Il Rapporto ha mappato e analizzato gli sforzi nei Paesi membri dell’Agenzia (oltre ai Paesi dell’UE, Islanda, Norvegia, Svizzera e Turchia) per affrontare la produzione di rifiuti di plastica attraverso misure di prevenzione.

Secondo la valutazione, la prevenzione dei tipi di plastica più dannosi per l’ambiente, come le materie plastiche monouso e i prodotti in plastica non riciclabili, dovrebbe avere la priorità.

Dal momento che le tasse sulle borse della spesa in plastica (shopper) hanno portato a risultati notevoli nel ridurne il consumo e lo spreco in molti Paesi, tali misure, sottolinea l’AEA dovrebbero essere applicate anche ad altri tipi di prodotti in plastica, ad esempio ai rifiuti di plastica per imballaggio, che è il singolo più grande flusso di rifiuti di plastica in Europa.

I rifiuti di plastica rappresentano un problema crescente in tutto il mondo e l’UE ha recentemente intrapreso azioni per la prevenzione di tali rifiuti, introducendo nuove misure per affrontare i rifiuti e l’inquinamento della plastica, ad esempio attraverso la Strategia Europea per le Plastiche nell’ambito dell’Economia Circolare e la Direttiva sulle materie plastiche monouso di recente adozione.

Tuttavia, le capacità di riciclaggio della plastica non hanno tenuto il passo con la crescente produzione globale di materie plastiche. Attualmente, in Europa, solo il 30% dei rifiuti di plastica viene raccolto per il riciclaggio e la maggior parte delle operazioni di riciclaggio avviene al di fuori dell’Europa , dove le pratiche e le norme ambientali sono meno restrittive.

La valutazione dell’AEA ha individuato 173 misure di prevenzione dei rifiuti attuate o previste nei Paesi membri, basandosi su una revisione dei programmi nazionali e regionali di prevenzione dei rifiuti e sui risultati di un’indagine condotta in 27 Stati membri dell’UE (oltre a Cipro che non ha adottato un programma di prevenzione dei rifiuti), e sugli altri Paesi che fanno parte dell’Agenzia.

Tra i risultati del Rapporto vengono segnalati:
– i rifiuti di plastica sono stati dichiarati flussi di rifiuti prioritari in quasi la metà dei Paesi membri dell’AEA;
– delle 173 misure di prevenzione dei rifiuti identificate, 105 riguardano la fase di produzione dei prodotti in plastica e 69 coprono la fase di consumo e consistono in accordi volontari e attività di informazione, ad eccezione di azioni nazionali, come  un’imposta sugli shopper;
– circa il 20% delle misure (ossia 37 delle 173 misure individuate) sono strumenti basati sul mercato, la maggior parte dei quali attiene l’addebito di un’imposta ai consumatori per l’uso di sacchetti di plastica;
– sono stati avviati un totale di 30 accordi volontari sulla prevenzione dei rifiuti di plastica che hanno coinvolto diversi gruppi di soggetti interessati nei Paesi esaminatilo più obiettivi monitorati sia da parti interne che esterne;
solo 9 Paesi hanno obiettivi di prevenzione dei rifiuti espliciti inclusi nei loro programmi di prevenzione, mentre obiettivi chiari e coerenti, in grado di innovare e migliorare le pratiche di gestione dei rifiuti, sono ancora carenti per la maggior parte dei gruppi di prodotti, per cui i livelli di attività e ambizione differiscono tra i Paesi;
– gli esempi di buone pratiche identificati comprendono sia iniziative normative, come il divieto di alcuni prodotti di plastica, che misure più “morbide” come gli accordi tra le parti interessate per ridurre il consumo di prodotti in plastica (principalmente imballaggi), nonché la formazione e lo sviluppo di capacità (capacity building), ma ci sono pochissimi casi in cui le iniziative adottate sono state adeguatamente analizzate, rendendo difficile la valutazione dei progressi.

Assegnazione di priorità ai rifiuti di plastica o di imballaggio nell’ambito dei programmi di prevenzione dei rifiuti (fonte: AEA)

 

 

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