30 Marzo 2023
Inquinamenti e bonifiche Salute

Inquinamento atmosferico: l’esposizione al PM determina rischi per il nascituro

Uno Studio condotto da ricercatori di Università statunitensi su topi femmine e in condizioni di atmosfera ricca di solfato di ammonio, sostanza chimica presente nel particolato fine di zone con elevati livelli di inquinamento atmosferico, ha trovato una riduzione dei tempi di gestazione, alterazioni organogenetiche e predisposizione della prole a difetti metabolici a lungo termine.

Secondo lo Studio  “Adverse organogenesis and predisposed long-term metabolic syndrome from prenatal exposure to fine particulate matter”, coordinato da ricercatori dell’Università A & M del Texas con la collaborazione dei colleghi dell’Università di California – San Diego, e pubblicato il 29 maggio 2019 sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Science (PNAS), indica che l’esposizione ad elevati livelli di particolato (PM) provocati dall’inquinamento atmosferico potrebbe provocare difetti alla nascita e persino decessi durante la gravidanza.

Per la ricerca sono state utilizzate ratti femmine presente nell’atmosfera può produrre difetti alla nascita e persino decessi durante la gravidanza utilizzando il modello animale denuncia che elevati livelli di particolato fine (PM2.5) provocati dall’inquinamento atmosferico potrebbero portare a difetti alla nascita e persino decessi nel al parto in gravidanza.

Per condurre la ricerca sugli effetti dell’inquinamento atmosferico, gli scienziati hanno utilizzato ratti femmine a cui è stato somministrato un aerosol di solfato di ammonio, sostanza chimica presente ad elevate concentrazioni nell’atmosfera delle regioni più inquinate.

Le persone credono che il solfato di ammonio non sia terribilmente tossico, ma i nostri risultati mostrano un forte impatto sulle femmine di ratti gravide – ha affermato Renyi Zhang, Professore di Scienze dell’atmosfera alla Università A & M del Texas – Non è ancora chiaro cosa stia causando questi effetti profondi, ma ipotizziamo che la dimensione delle nanoparticelle o persino l’acidità possa essere il responsabile. Questa sostanza è prodotta dalla combustione del carbone, mentre l’ammonio deriva dall’ammoniaca che proviene dalle emissioni di agricoltura, dalle auto dagli allevamenti”.

Il gruppo di ricercatori ha preso due gruppi di 10 ratti femmine ciascuno che erano tra 0 e 18 giorni di gravidanza. Un gruppo ha ricevuto aria pulita, mentre all’altro veniva somministrata aria inquinata da “100 a 200 μg · m-3 di aerosol ultrafine di solfato di ammonio“. Alla nascita 4 topolini maschi e 4 femmine di ciascun gruppo sono stati prelevati a caso per essere allattati dalle madri, mentre i restanti cuccioli venivano nutriti con una dieta ricca di grassi fino al 105° giorno, allorché venivano prelevati i tessuti per le analisi biochimiche e fisiologiche.

Il modello animale utilizzato ha così rivelato che la cucciolata dei topi femmine esposte all’aerosol di solfato di ammonio ha mostrato: un aumento di nati morti; la riduzione del periodo di gestazione; minor peso alla nascita; elevate concentrazioni di glucosio e acidi grassi liberi nel sangue; un maggior accumulo di lipidi nel fegato; la riduzione del rilassamento dell’aorta. Ciò ha determinato alterazioni organogenetiche e predisposizione della progenie a difetti metabolici a lungo termine in modo specifico per età, organo e sesso.

Tuttavia, i nostri risultati mostrano che l’esposizione prenatale all’inquinamento atmosferico non predispone direttamente la prole all’obesità in età adulta – ha aggiunto il Prof. Guoyao Wu, dell’Università A & M del Texas e tra i principali co-autori dello Studio – La dieta alimentare e lo stile di vita sono probabilmente tra i fattori principali che contribuiscono alla corrente pandemia dell’obesità”.

L’inquinamento atmosferico è un problema sanitario in gran parte del mondo e secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, 9 persone su 10 in tutto il mondo respirano aria contenente alti livelli di sostanze inquinanti e 1 decesso su 9 è attribuibile all’esposizione all’inquinamento atmosferico, per un totale di oltre 7 milioni di morti premature all’anno. Tant’è che per la Giornata Mondiale dell’Ambiente 2019 che si

In precedenza altri studi avevano dimostrato che l’inquinamento compromette i sistemi metabolici e immunitari nella prole degli animali, ma questo studio mostra prove definitive di una diminuzione della sopravvivenza fetale e anche di tassi di gestazione abbreviati.

Sebbene gli studi epidemiologici siano stati ampiamente adottati per valutare gli effetti sulla salute dell’inquinamento atmosferico, forniscono poche informazioni sulle conseguenze negative e sugli effetti a lungo termine – ha sottolineato Zhang – Inoltre, vi è un’assenza di raccomandazioni cliniche per la prevenzione e il trattamento dei problemi di salute legati all’inquinamento atmosferico. Il nostro studio ha dimostrato che esperimenti di esposizione ben controllati, che utilizzano modelli animali, offrono importanti vantaggi per il futuro controllo dell’inquinamento atmosferico e sono promettenti nello sviluppo di interventi terapeutici e procedure di trattamento“.

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