Società Sostenibilità

Relazione BES 2022: la pandemia ha pesato ma il benessere migliorerà

La Relazione BES (Benessere Equo e Sostenibile) 2022 del Ministero dell’Economia e delle Finanze indica che gli indicatori economici (reddito pro-capite, disuguaglianza dei redditi, povertà assoluta) hanno risentito degli effetti della pandemia, ma la Legge di Bilancio 2022 e il PNRR dovrebbero comportare il loro recupero, assieme a miglioramenti nel tasso di partecipazione al lavoro,  nei livelli di occupazione dei giovani e delle donne, e nelle emissioni di CO2 e gas climalteranti.

Arretra il benessere economico e peggiorano le disuguaglianze e la povertà assoluta, ma gli interventi del Governo finora per tutelare la salute e sostenere i redditi hanno permesso di assistere le imprese e i settori più colpiti dalla crisi.

È quanto rileva la Relazione sul Benessere Equo e Sostenibile (Relazione BES) che il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha trasmesso alle competenti Commissioni Parlamentari, che evidenzia quanto siano importanti le politiche pubbliche nel mitigare le disuguaglianze e, più in generale, il disagio economico e sociale, soprattutto quando l’attività produttiva e le relazioni sociali sono in difficoltà per le ricadute della pandemia e per gli effetti della guerra in Ucraina.

L’Italia è il primo Paese che, collegando gli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES) alla programmazione economica e di bilancio, attribuisce a essi un ruolo nell’attuazione e nel monitoraggio delle politiche pubbliche. Gli indicatori di benessere equo e sostenibile sono stati infatti introdotti nell’ordinamento legislativo italiano come strumento di programmazione economica.

Il MEF presenta una Relazione annuale al Parlamento con la stima degli effetti dell’ultima manovra economica sull’andamento degli indicatori. Per questo documento, l’Istat ha fornito gli aggiornamenti al 2020 del set completo dei 12 indicatori (dashboard) BES, basati prevalentemente su dati definitivi, ma anche, per garantire la tempestività, su dati provvisori e su modelli per stime anticipate,  predisposti ad hoc, per il periodo 2021-2024 per 8 indicatori.

In questi giorni si compiono due anni dallo scoppio dell’epidemia da Covid-19 in Italia – afferma nella Premessa il Ministro Daniele Franco A partire dalla scorsa estate è sopravvenuta una crisi energetica di portata inattesa, da ultimo aggravata dai drammatici eventi in Ucraina. Questo difficile biennio ha colpito duramente il benessere materiale, psicologico e sociale dei cittadini. Le perdite umane sono state di una gravità senza precedenti nella storia recente. Il futuro appare denso di sfide a livello climatico e geopolitico”.

Gli interventi del Governo finora per tutelare la salute e sostenere i redditi hanno permesso di assistere le imprese e i settori più colpiti dalla crisi. La Legge di Bilancio 2022 dà seguito a questi interventi per accompagnare il Paese nella fase di rilancio e integra il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) finanziando importanti riforme economiche e sociali, quali la riduzione delle imposte sui redditi medi e bassi, l’introduzione dell’Assegno Unico Universale per i figli e maggiori erogazioni per il Reddito di Cittadinanza.

I prossimi anni comunque, prevede la Relazione, segneranno un recupero degli indicatori BES economici, che sono quelli che più hanno risentito degli effetti dalla pandemia: dal reddito pro-capite all’indice di disuguaglianza dei redditi, a quello di povertà assoluta. Inoltre, si dovrebbero anche registrare dei miglioramenti nel tasso di partecipazione al lavoro e nei livelli di occupazione dei giovani e delle donne, comprese quelle con figli.

La Relazione BES prevede che ci siano le condizioni per consolidare il progresso di indicatori che durante la pandemia sono migliorati per via della minore mobilità e attività industriale, dalla microcriminalità alle emissioni di CO2 e gas climalteranti.

La pandemia da Covid-19 ha impattato in modo diretto e in misura significativa sul dominio “salute” del benessere. Entrambi gli indicatori BES “afferenti a tale dominio sono stati fortemente interessati dalle conseguenze sanitarie, sociali ed economiche della pandemia, con variazioni di intensità mai registrate prima. Nel 2020 la mortalità si è attestata su livelli eccezionalmente elevati, con un incremento rispetto al 2019 inferiore soltanto al primo anno di conflitto della Prima guerra mondiale, nel 1915, e alla pandemia di ‘Spagnola del 1918”.

Ma rispetto a tale contesto – spiega sempre la Relazione BES – sorprende il dato sulla speranza di vita: “in miglioramento di 2,4 anni rispetto al 2019, registrando sia la variazione più ampia che il livello massimo (61,0 anni) da quando la serie viene rilevata”.

Al fine di comprendere meglio questo risultato si presentano i contributi che le due componenti dell’indicatore, la speranza di vita alla nascita e la quota di persone che hanno dichiarato di sentirsi bene o molto bene al quesito sulla salute percepita, hanno apportato alla sua variazione.

L’aspettativa di vita alla nascita è calata in misura rilevante (-1,1 anni) in conseguenza dell’eccesso di mortalità registrato nel primo anno pandemico (circa 100.000 decessi in più rispetto alla media del quinquennio 2015-2019, +15,6 per cento): tale calo, nell’ipotesi di invarianza della buona salute percepita rispetto al 2019, avrebbe prodotto una variazione negativa della SVBS di 0,8 anni.

Tuttavia, il balzo della quota di popolazione dichiaratasi in buona salute, dal 70,4% a 74,3%, ha contribuito ad un aumento dell’indicatore nella misura di 3,2 anni (di gran lunga il contributo maggiore nella serie), determinando la variazione annua della SVBS di 2,4 anni.

Quindi gli indicatori subiscono una modifica in controtendenza perché risulta maggiore la buona salute percepita: “ovvero di un indicatore soggettivo, esso potrebbe risultare influenzato dal contesto esterno, il quale, nella specifica fattispecie, potrebbe aver indotto gli individui intervistati a valutare in meglio la propria salute, ridimensionando i propri problemi e ritenendosi fortunati rispetto a coloro costretti a fare i conti con la malattia da Covid-19”.

Inoltre, nelle fasi più acute della pandemia, “è plausibile che non sia stato possibile intervistare coloro che erano ricoverati e la cui salute sarebbe stata giudicata mediamente meno buona (survivorship bias). Infine, benché le misure di contrasto alla diffusione del virus abbiano stravolto le abitudini degli italiani, la tragica situazione comune potrebbe aver suscitato solidarietà e ricchezza di senso e accresciuto il numero e la qualità delle relazioni sociali, con possibile impatto positivo sulla percezione individuale di buona salute”.

Nella Relazione BES si evidenzia anche il tema del PNRR: ” in cui sono organizzati le riforme e gli investimenti programmati dall’Italia, è integrato da fondi aggiuntivi nazionali per 30,6 miliardi. Il Piano ha cominciato a operare nel 2021. La gran parte degli investimenti e delle riforme strutturali che li accompagneranno saranno realizzati nel quinquennio 2022-2026. Questo insieme di progetti e di riforme produrrà un forte impulso alla crescita sostenibile, all’innovazione e alla riduzione delle disuguaglianze che ancora affliggono il nostro Paese“. 

Sono molte le aspettative di miglioramento dei parametri legati al futuro benessere: “miglioramenti nel tasso di partecipazione al lavoro e nei livelli di occupazione dei giovani e delle donne, comprese quelle con figli”, ma anche nel “contrasto alla microcriminalità e la riduzione delle emissioni“.

L’augurio è che le previsioni che gli italiani staranno meglio in futuro, indicate nella Relazione BES, si concretizzino. Resta il fatto che, nonostante l’Italia sia stato il primo Paese ad adottare questo nuovo paradigma nella programmazione economica, si colloca al 31° posto su 147 Paesi monitorati dall’ultimo “World Happiness Report” del Sustainable Development Solutions Network (SDSN), la rete ONU di competenze scientifiche e tecniche del mondo accademico che ha l’obiettivo di proporre soluzioni praticabili per lo sviluppo sostenibile.

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