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RAEE: nuove tecnologie per il recupero della plastica

Sono stati presentati i risultati del Progetto per migliorare la quantità e la qualità della plastica contenuta nei RAEE (R4) che ha visto coinvolti il Consorzio Ecolight, Università di Brescia e Stena Recycling, dando un contributo all’economia circolare e al collocamento sul mercato di materiali con elevati standard qualitativi.

Il recupero della plastica dai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche è stato al centro del Convegno dal titolo “L’economia circolare nei rifiuti elettronici: il miglioramento del recupero della plastica nei RAEE”, svoltosi a Milano il 31 gennaio 2020, nel corso del quale sono stati presentati i risultati del progetto  “Separazione e selezione delle plastiche contenute nei RAEE di cui al raggruppamento 4 piccoli elettrodomestici: innovazioni di processo e miglioramento delle percentuali di riciclo e recupero”.

Il Progetto durato 18 mesi per un investimento di circa 300mila euro, di cui la metà è stata è stata finanziata dal Ministero dell’Ambiente e della Difesa del Territorio e del Mare nell’ambito del Bando per il co-finanziamento di progetti di ricerca finalizzati allo sviluppo di nuove tecnologie di recupero, riciclo e trattamento dei RAEE, ha visto il coinvolgimento di Ecolight, il Consorzio che raggruppa oltre 1.500 aziende, assicurando la corretta gestione, smaltimento e recupero dei RAEE, dell’Università di Brescia – Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale e di Stena Recycling, azienda impegnatanel trattamento dei rifiuti elettroniciche fa parte  del Gruppo Stena Metall.

Il Progetto ha avuto per obiettivo l’individuazione di nuove tecnologie per migliorare il recupero delle materie plastiche contenute nei piccoli elettrodomestici, nei cellulari e nell’elettronica di consumo che fanno parte del raggruppamento R4.

L’attenzione si è concentrata sul tale raggruppamento dei RAEE per due motivi:
– innanzitutto perché phon, frullatori, l’elettronica di consumo e persino i telefonini hanno la maggior percentuale di plastica (30% del loro peso);
– in secondo luogo, questi RAEE sono composti da un’estrema varietà di polimeri, tra cui plastiche con ritardanti di fiamma bromurati, per le quali non è previsto un recupero di materia ma solo l’incenerimento.

Aumentare la quantità di plastica da avviare a riciclo,  e, soprattutto, migliorarne la qualità, offrirebbe un grande contributo alla “chiusura del cerchio”, presupposto dell’economia circolare, e al superamento delle difficoltà di collocamento sul mercato dei materiali recuperati, che si sta concentrando in maniera crescente su materiali più “puri” e con elevati standard qualitativi, come avvenuto due anni fa con il “blocco” dell’export in Cina a cui ha fatto seguito recentemente quello imposto dagli altri Paesi del Far east asiatico.

I piccoli RAEE raccolti da Ecolight sono stati sottoposti al processo di trattamento previsto dagli impianti di Stena Recycling che prevede una prima fase con l’apertura dei singoli rifiuti, la rimozione delle componenti pericolose e critiche (condensatori e batterie) e la separazione delle componenti plastiche da quelle ferrose e non ferrose. Nella seconda fase, attraverso flottazione, con il passaggio in due differenti vasche sono state separate le plastiche con ritardanti di fiamma bromurati (dette plastiche pesanti) da quelle senza (plastiche leggere) e dai metalli.

Sulle frazioni ottenute in ogni singola fase sono state condotte ulteriori ricerche su campioni di plastica trattata volte all’analisi dei materiali ottenuti e al miglioramento dei processi.

Grazie alle nuove soluzioni adottate, è infatti aumentata la frazione di plastica leggera che può essere destinata a recupero di materia. Rapportato ai dati di raccolta nazionale del 2019, l’incremento sarebbe di oltre 17.200 tonnellate totali di plastica che possono essere recuperate dai piccoli RAEE, che, opportunamente lavorate, per le caratteristiche riscontrate potranno essere impiegate per la costruzione di alcune parti di apparecchiature elettriche, ma anche nella fabbricazione di panchine, appendiabiti e vasi. Di converso, all’aumento di recupero di queste plastiche “leggere” c’è stata una contemporanea riduzione di quelle “pesanti”, e destinate a distruzione termica.

Sotto il profilo della qualità dei materiali ottenuti, c’è stato un significativo calo (-10%) degli scarti in entrambe le frazioni che vengono inviate a recupero

Questo significa – sottolinea Ecolight nella nota stampa diffusa – una potenziale miglior collocabilità del prodotto sul mercato dei materiali recuperati. Una miglior regolamentazione in materia aiuterebbe a sfruttare queste potenzialità”.

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