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Zone Umide “dove la vita prospera”: Giornata Mondiale (2 febbraio)

In occasione della celebrazione della Giornata Mondiale delle zone umide è possibile visitare gran parte di questi ecosistemi nel nostro Paese, alla scoperta della loro ricca biodiversità e degli importanti servizi che offrono per il nostro benessere.

Il 2 febbraio 1971 venne firmata la Convenzione internazionale relativa alle zone umide di importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, meglio nota come la Convenzione di Ramsar, dal nome della città iraniana sul Mar Caspio, dove si tenne la storica Conferenza Internazionale.

Nata per rispondere all’esigenza di invertire il processo di trasformazione e distruzione delle zone umide (le paludi e gli acquitrini, le torbiere oppure i bacini, naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata, ivi comprese le distese di acqua marina la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri), ovvero quegli ambienti primari per la vita degli uccelli acquatici che devono percorrere particolari rotte migratorie attraverso diversi Stati e Continenti per raggiungere ad ogni stagione i differenti siti di nidificazione, sosta e svernamento, con il passare del tempo e con l’aumentare dei trattati internazionali per la conservazione della natura, la Convenzione di Ramsar ha cercato di allargare i suoi obiettivi su tutti gli aspetti riguardanti la conservazione e l’uso sostenibile delle zone umide.

La Convenzione è stata sottoscritta finora da 171 Paesi che si sono impegnati a preservare lo stato ecologico di 2.375 zone umide che coprono una superficie di oltre 253 milioni di ettari, pari al 13-18% di tutte le zone umide mondiali, secondo l’ultimo Elenco. 

Nonostante l’alta adesione formale, questi habitat sono gravemente minacciati: dal 1990 ad oggi i due terzi sono andati distrutti, in particolare in Asia, dove la perdita è stata ancora maggiore.

Questo rapido declino significa che l’accesso all’acqua dolce sta peggiorando per quasi 2 miliardi di persone in tutto il mondo, mentre il controllo delle inondazioni, la riduzione del rischio di catastrofi climatiche, lo stoccaggio del carbonio e i mezzi di sostentamento per le popolazioni che vivono nelle zone limitrofe alle zone umide, sono in grave sofferenza e con loro il nostro futuro. Le cause principali di perdita e del degrado delle zone umide sono indotte dai cambiamenti di uso del suolo, in particolare dalla conversione all’agricoltura e al pascolo e dalla crescita delle città e infrastrutture, con l’aggravante di rilasciare nelle zone umide un eccesso di nutrienti e di prelevare acqua, deviandola per fare dighe, laghetti, corsi d’acqua e canali.

C’è scarsa consapevolezza dei molteplici servizi che le zone umide offrono e della necessità del loro mantenimento e ripristino.
– Ogni essere umano ha bisogno di 20-50 litri di acqua al giorno per bere, cucinare e pulirsi: le zone umide forniscono l’acqua.
– Le piante delle zone umide filtrano e assorbono i fertilizzanti e pesticidi dannosi che vengono rilasciati nelle acque, così come i metalli pesanti e le tossine di origine industriale.
– Le zone umide forniscono cibo: nelle risaie viene coltivato il cereale che costituisce l’alimento base per tre miliardi di persone, e nelle paludi, negli estuari e nei laghi costieri viene prodotta la maggior parte del pesce da acquicoltura.
– A livello globale, dalle zone umide deriva il 70% di tutta l’acqua dolce utilizzata per l’irrigazione dei nostri raccolti.
– Le zone umide sono ricche di biodiversità, ospitando più di 100.000 specie di acqua dolce conosciute e questo numero sta crescendo ogni anno.
– Le zone umide agiscono come ammortizzatori di eventi naturali estremi, assorbendo le precipitazioni abbondanti e riducendo l’impatto delle inondazioni fluviali, mentre agiscono come stoccaggio idrico nei periodi di siccità.
– Le zone umide mitigano l’impatto dei cambiamenti climatici, quali serbatoi di carbonio più del doppio delle foreste e limitano l’erosione delle aree costiere per effetto dell’innalzamento del livello dei mari, riducendo l’impatto di tifoni, uragani e tsunami.
– Le zone umide forniscono i mezzi di sussistenza e prodotti sostenibili a 62 milioni di persone che dipendono direttamente dalla pesca per vivere, il legname per le costruzioni, gli oli vegetali, le piante medicinali, il foraggio per gli animali, e steli e foglie per tessuti.

Per sensibilizzare e informare sull’importante ruolo che assolvono per il benessere umano, ogni anno il 2 febbraio (ricorrenza della Convenzione) si celebra la Giornata Mondiale delle Zone Umide (World Wetlands Day), che quest’anno si focalizza sul loro ruolo nel mantenimento della a biodiversità con lo slogan “Life thrives in wetlandsWeland. Wetland biodiversity maters”.

Nell’anno appena iniziato sono già numerosi gli appelli alla conservazione della biodiversità, mai prima d’ora così minacciata. Il Global Risks Report 2020 del WEF ha inserito la perdita di biodiversità al 4° posto tra i maggiori rischi che possono verificarsi nel decennio e tra quelli di maggiore impatto (3°posto) in termini di benessere per l’umanità,  e la crisi idrica al 5° posto.

In vista della Conferenza delle Parti (COP15) della Convenzione ONU sul Biodiversità (CBD) che avrà luogo in Cina in ottobre, che dovrà approvare il Piano 2021-2030, la Commissione preposta ha avanzato la richiesta di “intraprendere azioni urgenti in tutta la società per mettere la biodiversità su un percorso di recupero a beneficio del pianeta e delle persone“. L’Italia ha sul suo territorio 65 siti Ramsar, il 3° Paese europeo per numero dopo la Gran Bretagna  (175) e Spagna (75), per una superficie di 82.331 ettari, dove trovano rifugio durante la stagione invernale molte specie di uccelli. In occasione della celebrazione Giornata delle zone umide, in questi luoghi, molti dei quali gestiti dalle Associazioni ambientaliste (Legambiente, WWF, LIPU), si potrà effettuare visite guidate e/o partecipare alle varie iniziative che vi si svolgono.

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