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Riforestazione: poche specie resilienti ai cambiamenti climatici

Secondo gli scienziati dell’Università di Vienna e dell’Università Tecnica di Monaco che hanno studiato quali alberi possono essere utilizzati per una riforestazione in grado di essere resiliente ai cambiamenti climatici, alcuni potrebbero essere a rischio anche in uno scenario di grado moderato e che se i boschi misti possono costituire una soluzione per rafforzare l’intero sistema forestale, sono essenziali misurare rapide per mitigare i cambiamenti climatici.

In Europa entro la fine del secolo le specie arboree adatte a contrastare la perdita di foreste potrebbero diminuire di un terzo per effetto dei cambiamenti climatici e la riforestazione con specie miste è la soluzione per limitare l’indebolimento dell’ecosistema forestale.

È quanto emerge dallo Studio A climate-induced tree species bottleneck for forest management in Europe”, pubblicato il 29 aprile 2024 su Nature Ecology & Evolution e condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Vienna e dell’Università Tecnica di Monaco.

La mortalità degli alberi europei è aumentata notevolmente negli ultimi tre decenni, con il 17% della superficie forestale euopea disturbata da cause antropiche o naturali, specialmente sull’arco alpino come abbiamo sperimentato con la tempesta Vaia che imperversò su Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia alla fine di ottobre 2018, e che non solo ha raso al suolo in pochi minuti 41.000 ettari di boschi, 16 milioni di alberi, 8,6 milioni di m3 di legno, e che sta producendo ancora conseguenze per l’epidemia di bostrico tipografo che sta devastando le foreste di abete rosso, e gli esperti conducono ricerche per individuare quali alberi utilizzare per la riforestazione

Secondo gli scienziati dell’Università di Vienna e Monaco, le foreste europee ospitano naturalmente un mix di specie arboree inferiore rispetto ad aree climaticamente comparabili del Nord America o dell’Asia orientale, e in futuro, a seconda delle regioni, tra un terzo e la metà delle specie arboree presenti oggi non saranno più in grado di far fronte alle condizioni future.

Si tratta di un declino enorme – ha affermato Johannes Wessely, Ricercatore post-Dottorato presso il Dipartimento di Botanica e Biodiversità dell’Università di Vienna, autore principale dello studio – soprattutto se si considera che solo alcune specie sono di interesse per la silvicoltura“.

Gli scienziati hanno esaminato le 69 specie di alberi più comuni tra le poco più di 100 europee, e hanno modellato la loro capacità di sopravvivenza fino alla fine del secolo in base a tre scenari climatici differenziando le possibilità in base al quantitativo di emissioni di origine antropica e alle loro conseguenze. Allo stesso tempo, i ricercatori hanno valutato il potenziale delle diverse specie di fornire legname, immagazzinare carbonio e assicurare la presenza di habitat per gli animali della foresta.

Gli alberi che vengono piantati ora per la riforestazione devono sopravvivere sia alle condizioni attuali che a quelle future – ha proseguito Wessely – Ciò è difficile perché devono resistere al freddo e al gelo dei prossimi anni, nonché a un clima molto più caldo alla fine del 21° secolo”.

Dallo studio emerge che il numero medio di specie arboree per chilometro quadrato in grado di sopravvivere fino al XXI secolo potrebbe diminuire del 33%. Questa stima è stata elaborata in relazione allo scenario che prevede un aumento moderato delle temperature medie globali. In caso di emissioni e temperature più elevate, la percentuale di specie a rischio di estinzione salirebbe al 49%.

Idoneità delle specie arboree in Europa nel corso del 21° secolo in condizioni di gravi cambiamenti climatici (RCP 8.5)
(a) Mappa del numero di specie arboree che sono climaticamente adatte ininterrottamente per tutto il 21° secolo in celle della griglia di 1 km², e che quindi formano il pool di specie che può essere utilizzato dall’attuale gestione forestale.
(b) Percentuale di specie dell’attuale pool di specie (2020-2029) che non possono essere sostenute per tutto il secolo.
(c) Percentuale di specie acquisite in celle della griglia (1 km²) alla fine del secolo (2090–2099) rispetto alle specie climaticamente adatte durante tutto il secolo.
Fonte (Nature Ecology & Evolution, 2024)

I risultati suggeriscono che le foreste miste, costituite da più specie arboree è la soluzione più idonea per il ripristino delle foreste e che deve essere preso in considerazione l’intero ciclo di vita di un albero, ma in alcune aree d’Europa le specie di alberi per creare foreste miste potrebbero essere limitate.

Il nostro lavoro mostra chiaramente quanto gravemente la vitalità delle foreste sia influenzata dai cambiamenti climatici – ha concluso Wessely – Tuttavia, non possiamo fare affidamento esclusivamente su un nuovo mix di specie arboree. Sono essenziali misure rapide per mitigare i cambiamenti climatici per la protezione sostenibile delle nostre foreste“.

In copertina: L’epidemia di bostrico (Ips thypographus) evidenziata dalla colorazione marrone degli alberi ( Foto: Provincia Autonoma di Trento)

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