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Qualità dell’aria in Italia nel 2022: SNPA mette a disposizione i dati

Il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA) che monitora la qualità dell’aria in Italia grazie ad una rete di oltre 600 stazioni di misura sparse su tutto il territorio, ha diffuso i dati relativi al 2022 della qualità dell’aria, da cui emerge che è stabile il particolato, cala il biossido di azoto e aumentano i picchi di ozono in estate.

Livelli stabili per il particolato (PM), flessione per il biossido di azoto (NO2) e picchi di ozono (O3) in estate. Superamenti diffusi si registrano in alcune aree del Paese, ma nel complesso prosegue l’andamento decrescente degli inquinanti negli ultimi dieci anni. Situazione più complessa per l’ozono, solo 11% delle stazioni nel Paese rientra nei limiti.

Sono gli aspetti salienti che emergono dai dati sulla Qualità dell’Aria in Italia nel 2022 resi disponibili il 16 febbraio 2023 dal Sistema nazionali per la protezione dell’ambiente (SNPA).

Nel 2022 i valori limite annuali del PM10 (40 µg/m³) e del PM2,5 (25 µg/m³) sono rispettati su tutto il territorio nazionale (rispettivamente nel 99,6% e 98,7% dei punti di misura), con pochissime localizzate eccezioni.

Nell’80% delle stazioni è rispettato anche il valore limite giornaliero del PM10 (50 µg/m³ per la media giornaliera da non superare per più di 35 giorni in un anno), tuttavia si registrano superamenti diffusi in molte zone del Paese: quasi tutto il bacino padano, gli agglomerati di Roma e Napoli-Caserta, la zona della Valle del Sacco (in provincia di Frosinone), la zona della Piana Lucchese e della pianura Venafrana (in provincia di Isernia), in Puglia, in provincia di Brindisi e nella zona Aree Industriali in Sicilia.

Anche il valore limite annuale (40 μg/m3) del biossido di azoto (NO2) è rispettato nella larga maggioranza delle stazioni di monitoraggio (97,5%), sebbene sia da registrare il superamento in un numero limitato di stazioni, localizzate in grandi aree urbane in prossimità di importanti arterie stradali: Torino, Milano, Bergamo, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Catania e Palermo.
Il valore limite orario (200 μg/m3, come media oraria, da non superare più di 18 volte per anno civile) è invece rispettato ovunque.

Viceversa i livelli di concentrazione di ozono (O3) continuano in larga parte del paese a non rispettare gli obiettivi previsti dalla legge (solo l’11,3% delle stazioni rispetta l’obiettivo a lungo termine, pari a 120 µg/m³ come valore più alto della media mobile giornaliera su otto ore), per effetto delle condizioni meteorologiche estive, con caldo estremo e assenza di precipitazioni che hanno caratterizzato l’estate 2022. Sono stati registrati anche diffusi superamenti della soglia di informazione (180 µg/m³ per la media oraria) prevista a tutela della popolazione dall’esposizione acuta.

Da una preliminare valutazione dell’andamento tendenziale, si registra una sostanziale stabilità dei livelli di PM10 e PM2,5 rispetto a quanto osservato negli ultimi 3-4 anni, con valori in alcuni casi mediamente più alti nel 2022 a causa probabilmente di un primo trimestre dell’anno particolarmente sfavorevole da un punto di vista meteo-climatico, con frequenti e intensi periodi di stagnazione atmosferica (alta pressione livellata, assenza di precipitazioni, vento molto debole o assente).

Su un orizzonte temporale più ampio, i primi dati sembrano confermare l’andamento osservato nel periodo 2012-2021, con una riduzione marcata e progressiva per il biossido di azoto, estesa alla maggior parte delle stazioni, e una riduzione significativa del PM10 e del PM2,5 nella maggioranza dei punti di misura.

Mentre il trend decrescente del biossido di azoto appare consolidarsi, con livelli superiori solo a quelli registrati nell’anno del lockdown, la tendenza relativa all’ozono risulta stazionaria anche sul lungo periodo.

Sono i tecnici delle ARPA/APPA, con il coordinamento tecnico dell’ISPRA, a monitorare la qualità dell’aria in Italia grazie ad una rete di oltre 600 stazioni di misura sparse su tutto il territorio. I dati sulla concentrazione di inquinanti raccolti da SNPA tengono conto sia delle medie annuali – significative perché descrivono dal punto di vista della salute la “cronicità” dell’inquinamento dell’aria in un’area – sia degli sforamenti dei limiti giornalieri e orari, più legati ai picchi di concentrazione.

C’è da osservare, tuttavia, che la Commissione UE ha adottato lo scorso ottobre una nuova Direttiva sulla Qualità dell’aria ambiente, che fissa norme unionali intermedie al 2030  più vicine alle nuove Linee guida dell’OMS, proponendo per esempio di ridurre di oltre la metà il valore limite annuale del particolato fine (PM2.5).

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