I dati statistici offerti al SANA (Salone Internazionale del Biologico e del Naturale) confermano che la richiesta di prodotti bio da parte dei consumatori è in crescita in Italia, spingendo l’aumento delle superfici coltivate e delle produzioni alimentari e prodotti tipici. In attesa che sia operante il nuovo Regolamento UE (2021), è in vigore il Decreto 18 luglio 2018 sulla produzione biologica ed etichettatura dei prodotti biologici.
Al SANA, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale (Bologna, 7-10 settembre 2018) sono stati forniti dei numeri statistici che confermano come la domanda di prodotti biologici sia in continua crescita da un decennio.
La società di consulenza Nonisma che ha presentato i dati dell’Osservatorio SANA nel corso del Convegno “Tutti i numeri del bio”, ha comunicato che dai sondaggi svolti in Italia oggi 8 consumatori su 10 acquistano prodotti biologici e il 42% di questi è un consumatore abituale, e lo fa per motivi salutistici e di sicurezza alimentare, ma anche per la sostenibilità.
Secondo le elaborazioni presentate da ISMEA all’aumento di quasi il 10% messo a segno lo scorso anno ha fatto seguito un più 6,5% nel 2018, evidenziando il forte appeal di un comparto che attira sempre più consumatori, aziende agricole e trasformatori.
“La continua crescita dei consumi negli ultimi anni – ha sottolineato l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare – segno che il biologico è entrato stabilmente nelle abitudini alimentari di molti italiani e non è più una nicchia di mercato o una moda del momento, come testimonia anche il crescente spazio sugli scaffali del mass market”.
Anche per Coldiretti, i prodotti alimentari biologici sono le vere star del carrello. Secondo l’Associazione degli agricoltori italiani, che si è basata sui dati Nielsen (1 semestre 2018/ 1 semestre 2017), la crescita sarebbe di oltre il 10%.
“La crescita della domanda – ha dichiarato Coldiretti – ha spinto l’aumento delle produzioni con l’Italia che è leader europeo nel numero di imprese che coltivano biologico”.
“Per difendere i primati della produzione Made in Italy – ha sottolineato l’Associazione – ed evitare che vengano spacciati per nazionali prodotti importati è necessario accelerare sul marchio nazionale per le produzioni biologiche italiane per consentire scelte di acquisto più consapevoli”.
C’è bisogno anche di un maggior sostegno al settore, visto che su un totale di fondi europei e italiani di circa 62,5 miliardi, la parte che va al biologico è di 1,8 miliardi, il 2,9% delle risorse, come ha denunciato il Rapporto “Cambia la Terra. Così l’agricoltura convenzionale inquina l’economia (oltre che il Pianeta)”, presentato l’8 settembre al fuori Salone.
Nei giorni immediatamente precedenti SANA è stato pubblicato sulla G.U. del 5 settembre 2018, il Decreto Ministeriale 18 luglio 2018 che reca disposizioni per l’attuazione dei Regolamenti (CE) n. 834/2007 e n. 889/2008 relativi alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici, abrogando e sostituendo il precedente relativo Decreto (27 novembre 2009).
Il Decreto contiene, in particolare, norme concernenti la:
– produzione vegetale;
– produzione animale;
– prodotti trasformati;
– norme di conversione;
– norme di produzione eccezionale;
– etichettatura;
– controllo;
– trasmissione di informazioni alla Commissione europea.
Tra le novità si segnalano:
– per la produzione vegetale, le norme specifiche per la tracciabilità il riso biologico e l’aggiornamento dell’elenco dei prodotti impiegati come corroboranti;
– per la produzione animale, l’elenco ufficiale di tipi genetici a lento accrescimento ai fini della definizione dell’età minima di macellazione;
– per l’etichettatura, a seguito, dell’entrata in vigore del D. L. 12 luglio 2018 n. 86, “Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità” con cui sono trasferite al Mipaaf anche le funzioni in materia di turismo, le etichette dei prodotti alimentari biologici e tipici (DOP, IGP e STG) dovranno aggiornare la dicitura “Organismo di Controllo autorizzato dal Mipaaf” con “Organismo di Controllo autorizzato dal Mipaaft”. Con una successiva ultima nota diramata dalla Direzione per la promozione della qualità agroalimentare del Mipaaft si chiarisce che i due acronimi sono equivalenti e possono essere usati entrambi: “Rimane fermo che la denominazione del Ministero è mutata e, pertanto, sarà cura delle imprese interessate adeguarsi alla prima occasione utile”.
Questa precisazione lascerebbe intendere che le imprese possano continuare ad esaurire le scorte delle etichette vecchie prima di procedere con la loro sostituzione.
C’è da osservare, in generale, che a decorrere dal 1°gennaio 2021 entrerà in vigore il nuovo Regolamento UE, relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici che abroga il Regolamento 2007/834 e che contiene novità importanti che impatteranno anche su tale Decreto.