La Commissione UE ha presentato il piano finalizzato ad investire, assieme agli Stati europei, nella realizzazione di una infrastruttura europea di supercomputer (EuroHPC) all’avanguardia a livello mondiale, che sarà messa a disposizione delle comunità scientifiche, dell’industria e del settore pubblico in tutta l’UE, a prescindere dal luogo di insediamento.
Nel corso del Digital Day (Roma, 23 marzo 2017), l’evento collaterale alle celebrazione per il 60° Anniversario dei Trattati di Roma, è stata sottoscritta la Dichiarazione EuroHPC, con cui 7 Paesi (Italia, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna), ai quali se ne sono poi aggiunti nel corso del 2017 altri 6 (Belgio, Slovenia, Bulgaria, Svizzera, Grecia e Croazia), hanno deciso di sostenere la prossima generazione di infrastrutture informatiche e dati, creando un’infrastruttura di supercomputer europei (EuroHPC, high performance computing) che sarà messa a disposizione delle comunità scientifiche, dell’industria e del settore pubblico in tutta l’UE, a prescindere dal luogo di insediamento.
A tal fine, l’11 gennaio 2018, la Commissione UE ha presentato il Piano per la raccolta degli investimenti per l’impresa comune EuroHPC che opererà nel periodo 2019-2026. Il contributo dell’UE a EuroHPC ammonterà a circa 486 milioni di euro nell’ambito del quadro finanziario pluriennale attuale, cui corrisponderà un contributo analogo degli Stati membri e dei Paesi associati, che andrà ad aggiungersi a contributi in natura da parte di privati aderenti all’iniziativa, del mondo accademico e del settore industriale. Altri soggetti e Paesi potranno associarsi alla cooperazione in qualsiasi momento, a condizione di fornire un contributo finanziario.
“I supercomputer sono il motore per alimentare l’economia digitale – ha dichiarato Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione europea responsabile per il Mercato unico digitale – La concorrenza è accanita e oggi l’UE sta rimanendo indietro: nessuno dei nostri supercomputer figura nella classifica mondiale dei primi dieci. L’iniziativa EuroHPC mira a dotare, entro il 2020, i ricercatori e gli imprenditori europei di capacità a livello mondiale in questo settore, al fine di sviluppare tecnologie come l’intelligenza artificiale e creare le applicazioni quotidiane del futuro, ad esempio nei settori della sanità, della sicurezza o dell’ingegneria”.
Il calcolo ad alte prestazioni è uno strumento essenziale per comprendere e rispondere alle grandi sfide scientifiche e sociali, quali la diagnosi precoce e il trattamento delle malattie o lo sviluppo di nuove terapie basate sulla medicina personalizzata e di precisione. Il calcolo ad alte prestazioni è inoltre utilizzato per prevenire e gestire disastri naturali su vasta scala, in particolare per prevedere la direzione degli uragani o per simulare terremoti.
Grazie all’infrastruttura EuroHPC, il settore industriale UE, in particolare le piccole e medie imprese (PMI), potrà accedere più facilmente ai supercomputer europei per sviluppare prodotti innovativi. L’utilizzo del calcolo ad alte prestazioni ha un impatto crescente su vari settori e sulle aziende, in quanto riduce considerevolmente i cicli di progettazione e di produzione, accelera la progettazione di nuovi materiali, minimizza i costi, aumenta l’efficienza delle risorse, e accorcia e ottimizza i processi decisionali. Ad esempio, i supercomputer permettono di ridurre i cicli di produzione delle automobili da 60 a 24 mesi.
Guarda la scheda informativa con esempi di utilizzo del calcolo ad alte prestazioni e altri documenti.
Il calcolo ad alte prestazioni è essenziale, inoltre, per la sicurezza e la difesa nazionali, ad esempio per sviluppare tecnologie di cifratura complesse, per individuare l’origine e rispondere agli attacchi informatici e per dotare la polizia di metodi di indagine scientifica efficienti o per effettuare simulazioni nucleari.
Oggi, sempre più spesso, gli scienziati e le industrie europei elaborano i propri dati al di fuori dell’UE, in quanto i tempi di calcolo disponibili nell’UE non soddisfano le loro esigenze. Questa mancanza di indipendenza minaccia la vita privata, la protezione dei dati, i segreti commerciali e la proprietà dei dati, con particolare riguardo alle applicazioni sensibili.
L’impresa comune dei supercomputer europei, acquisirà, creerà e implementerà in tutt’Europa un’infrastruttura di calcolo ad alte prestazioni (HPC) all’avanguardia e sosterrà anche un programma di ricerca e innovazione per sviluppare le tecnologie e le macchine (hardware), nonché le applicazioni (software) destinate ai supercomputer.
“I supercomputer sono già al centro di notevoli progressi e innovazioni in molti settori che interessano direttamente la vita quotidiana dei cittadini europei – ha sottolineato Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali – Possono aiutarci a sviluppare una medicina personalizzata, a risparmiare energia e a contrastare i cambiamenti climatici in modo più efficiente. Un’infrastruttura di supercalcolo europea più potente racchiude un grande potenziale per la creazione di posti di lavoro ed è un fattore fondamentale per promuovere la digitalizzazione del settore industriale e per incrementare la competitività dell’economia europea”.
Le attività dell’impresa comune saranno le seguenti:
– acquisire e gestire due macchine per il supercalcolo con prestazioni a pre-esascala di prim’ordine e almeno due macchine per il supercalcolo con prestazioni medie (capaci di almeno 1016 operazioni al secondo) e fornire e gestire l’accesso a detti supercomputer a un’ampia gamma di utenti pubblici e privati a partire dal 2020;
– attuare un programma di ricerca e innovazione sul calcolo ad alte prestazioni per sostenere lo sviluppo della tecnologia europea di supercalcolo, compresa la prima generazione di tecnologia europea per microprocessori a basso consumo energetico, e la co-progettazione di macchine europee con prestazioni a esascala e per promuovere le applicazioni, lo sviluppo delle capacità e un più ampio utilizzo del calcolo ad alte prestazioni.